author Modern jazz quartet   Euro
10,00
title European concert - volume 2  
support lp edition third issue          stereo  
year 1960 print ita label   atlantic   item id. 260668

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La terza stampa italiana, del 1968, vinile e copertina con qualche segno di invecchiamento, copertina (con apertura di circa 8 cm. lungo la costola) laminata fronte e retro, etichetta rossa e nera, catalogo 1386 ATL-LP 09084. Uscito in Uk ed altri paesi nel 1961, il secondo di due volumi dell' album uscito come doppio lp in Usa su Atlantic nel 1960, registrato dal vivo in Svezia nello stesso anno, l'11 ed il 13 aprile a Stoccolma, il 12 aprile a Goteborg, da Milt Jackson (vibrafono), John Lewis (pianoforte), Percy Heath (contrabbasso) e Connie Kay (batteria); "European concert" è uno degli album del quartetto più amati da critica e pubblico, ed è considerato uno dei loro massimi e più rappresentativi capolavori, ed ascoltandolo si può capirne il perché: il quartetto si esprime con una fluidità ed una armonia che hanno pochi pari, pur utilizzando un non facile linguaggio in cui si incontrano il jazz e la musica classica, parlato senza pesantezza e con un approccio deliziosamente melodico, in cui musica colta e popolare vanno a braccetto. Il Modern Jazz Quartet suona sempre con misura, gli strumenti non gridano mai e non ne hanno bisogno nel contesto di una musica in sottili sfumature, articolazioni e spazi recitano un ruolo importante. Un assoluto classico del jazz. Questa la scaletta di questo secondo volume: "Pyramid (blues for junior)", "It don't mean a thing (if it ain't got that swing)", "Skating in central park", "The cylinder", "'Round midnight", "Bags' groove", "I'll remember april". Il Modern Jazz Quartet fu il celeberrimo quartetto del pianista e compositore John Lewis; il brano "Django" e' considerato in assoluto il grande capolavoro di John Lewis, scritto per la morte del chitarrista Django Reinhardt e che, nel tempo, e' divenuto un pezzo standard, eseguito da generazioni di musicisti. Il gruppo nacque nel 1952 dall'incontro fra il vibrafonista Milt Jackson ed il pianista John Lewis, quest'ultimo valorizzato ai suoi inizi da Dizzy Gillespie e da Charlie Parker, per finire poi a dare sostegno alla proposta innovatrice di Ornette Coleman.    
   
     
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