author Iron maiden   Euro
29,00
title No prayer for the dying (180 gr.)  
support Lp edition new record          stereo  
year 1990 print eu label   Parlophone   item id. 2128571

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Vinile da 180 grammi, inner sleeve con foto e testi. Ristampa rimasterizzata del 2017 ad opera della Parlophone, pressoché identica alla prima tiratura. Originariamente pubblicato nell'ottobre del 1990 dalla EMI nel Regno Unito, dove giunse al secondo posto in classifica, e dalla Epic negli USA, dove arrivò alla 17esima posizione, l'ottavo album in studio, successivo a "Seventh son of a seventh son" (1988) e precedente "Fear of the dark" (1992). Il primo album realizzato dopo i capolavori degli anni '80, "No prayer for the dying" segna l'inizio di una nuova fase per i Maiden, sia per la partenza del chitarrista Aidan Smith, importante componente anche compositivo, qui sostituito da Janick Gers, che per la decisione di proporre uno stile più diretto e vicino a quello dei primi lavori della band, dopo gli arrangiamenti di tastiere e sintetizzatori e la magnificenza prog metal di dischi come "Somewhere in time" e "Seventh son of a seventh son": anche il timbro della voce di Dickinson si fa più graffiante e stradaiolo, meno epico ed operistico, mentre il sound sembra ricollegarsi alle radici rock'n'roll con un piglio trascinante e molto fisico; non mancano però richiami agli Iron Maiden di metà anni '80, come nel solenne episodio di chiusura "Mother russia". Gli Iron Maiden nascono nel 1975 su impulso del bassista Steve Harris (reduce dalle formazioni Gypsy's Kiss e Smiler), all'interno della scena "New Wave of British Heavy Metal" contribuendo al suo pieno sviluppo. Il gruppo muove i primi passi nell' East Side di Londra dal 1976 al 1978, dimostrando nelle sue performances dal vivo, nonostante i continui cambiamenti di formazione, una grande potenzialita' che unisce l'energia del rock duro alla forza del punk, come del resto testimoniano i loro primi due dischi, quelli incisi con il ruvido cantante Paul Di'anno. In seguito, fin dal loro terzo album, "The Number Of The Beast" (1982), in assoluto uno dei dischi piu' amati sia dalla critica che dal pubblico, grazie anche all'arrivo del carismatico cantante Bruce Dickinson, abbracceranno una linea ancor più tecnica ed epica che farà emergere le influenze del rock progressivo classico inglese sulla band (pur restando un gruppo metal in tutto e per tutto), in capolavori assoluti dello heavy metal come "Piece of mind" (1983), "Powerslave" (1984) e "Seventh son of a seventh son" (1988). Un gruppo che ha avuto una enorme influenza su tutto il metal a partire dagli anni '80 in poi, sebbene non ne abbia incarnato il lato più estremo ed oscuro, e che va inserito fra i grandi classici della storia del rock, soprattutto per ciò che ha realizzato nel corso di tutti gli anni '80; nei decenni successivi i Maiden continueranno a far felici le legioni di fans con i loro spettacolari concerti.    
   
     
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