author | Little feat | Euro 20,00 |
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title | representing the mambo |
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support | lp | edition | original issue | stereo | |||
year | 1990 | usa | label warner bros | item id. 30356![]() |
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conditions [vinyl] Excellent [cover] Excellent |
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printer friendly |
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COPIA ANCORA INCELLOPHANATA, l' originale stampa americana, etichetta crema con logo multicolore in alto, catalogo 1-26163 sull' etichetta, 9 26163-1 sulla copertina. Pubblicato in Usa nell' aprile del 1990 dopo ''Let it roll'' (1988) e prima di ''Shake me up'' (1991), giunto al numero 45 delle classifiche americane, il nono album in studio. E' il secondo lavoro registrato dopo il ritorno della gloriosa band americana; prodotto da Bill Payne, non si discosta di molto dal precedente e prova che il gruppo puo' ancora, anche se privo di Lowell George, ricreare le atmosfere dei giorni migliori. Tra i brani il singolo "Texas Twister". Non fu molto apprezzato dalla critica che lo accuso' di una certa stanchezza compositiva. Attivo dalla meta' dei '60 ad Hollywood con i Factory, con cui incise alcuni singoli e dei demos prodotti da Frank Zappa e che poi, senza di lui, formarono i Fraternity of Man, il chitarrista e cantante Lowell George fu anche per qualche tempo negli Standells e quindi nelle Mothers of Inventions di Zappa, partecipando alle registrazioni di "Hot Rats" e "Weasels Ripped My Flesh". La nascita dei Little Feat risale ai tempi della partecipazione di George alle registrazioni del secondo album degli ex compagni Fraternity of Man: con il batterista di quel gruppo Richard Hayward, il tastierista Bill Payne, sessionman presente su quel disco, e con l' aiuto del bassista Roy Estrada, con cui George aveva suonato nei Mothers, prese il via una delle piu' importanti storie musicali di tutti i '70 (anche il chitarrista dei Fraternity of Man Elliot Ingber partecipo' alle registrazioni del primo album dei Feat, tornando a collaborare con la band anche piu' avanti in "Waiting for Columbus"). I Little Feat riuscirono, dopo un primo gia' ottimo album di blues rock e ballate, a compiere una straordinaria opera di sintesi di tutti i generi della tradizione americana, con un suono peraltro decisamente robusto, moderno e vivace, aiutati da una grande preparazione tecnica e da una brillantezza compositiva non comune. Ampliarono la formazione da 4 a 6 elementi quando, prima del terzo album, Estrada lascio' la band per tornare alla corte di Zappa, con l' ingresso del chitarrista Paul Barrere e dei due Delaney and Bonnie Kenny Gradney (a sostituire Estrada) e Sam Clayton, percussionista; il suono dei Feat divenne cosi' ancora piu' originale ed eclettico, raggiungendo un grosso riscontro commerciale grazie alle straordinarie esibizioni live, anche in Europa. Nonostante una grave epatite virale e grossi problemi con l' alcool, George ambi' sul finire del decennio a realizzare alcuni personali progetti fuori dal gruppo, come la produzione di "Shakedown Street" dei Grateful Dead e la registrazione di un brillantissimo album solista, ma mori' per attacco cardiaco il 29 giugno del '79. "Down on the Farm" fu ultimato cosi' senza la sua presenza. | |||||||
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