author | Fall | Euro 31,00 |
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title | king's lynn 1996 (rsd 2019) |
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support | lp2 | edition | new record | stereo | |||
year | 1996 | uk | label let them eat vinyl | item id. 3021852![]() |
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doppio album, EDIZIONE LIMITATA REALIZZATA IN OCCASIONE DEL RECORD STORE DAY DELL' APRILE 2019; copertina apribile, questo album contiene la registrazione di un concerto effettuato dalla seminale band inglese del compianto Mark E. Smith il 28 settembre del 1996 al Corn Exchange di King's Lynn, Inghilterra, nel tour che segui' la pubblicazione dell' album "The Light User Syndrome" (giugno 1996). Questa la lista dei brani contenuti: "Ten Houses of Eve (instrumental)", "Spinetrak", "Powder Keg", "Cheetham Hill"; "The Mixer (version 1)", "THe Mixer (version 2)", "Oleano", "M5", "He Pep", "The Chiselers", "Behind the Counter", "15 Ways", "US 80s 90s", "Mr. Pharmacist", "Birthday", "Feelin' Numb". I Fall sono tra le piu' importanti e fondamentali formazioni di tutti gli anni ottanta, partiti dal punk ed approdati ad una musica complessa ed articolata. Nel corso degli anni i Fall sono diventati sempre piu' il progetto del leader Mark Smith che e' rimasto l'unico membro fisso in una girandola di formazioni, una band storica che ha alle spalle venticinque anni di carriera. Nati nell'epoca punk, hanno sempre conservato quell'etica del fai da te che si esprime nella semplicita' di struttura delle canzoni e nella incapacita' pressoche' totale di Smith di cantare. Smith infatti spesso adotta un tono recitato/semi cantato che rimane tuttavia efficace ed espressivo, il sound si avvicina piu' al post-punk che al punk vero e proprio ed e' fatto dalla ricerca di ritmi diretti e brutali tenuti in tensione dalla potenza espressiva di Mark Smith. Il fascino principale di questi quadri sonori risiede nella sensazione (che si prova raramente ascoltando musica) di entrare in un mondo tutto particolare, fatto di regole sue, idiosincratico rispetto al mondo esterno: il mondo dei Fall. Questa straordinaria originalita' e coerenza del personaggio sarebbe controproducente se la qualita' di scrittura delle canzoni non fosse rimasta sempre alta fino ad oggi. Mark E. Smith si mostra come vero Captain Beefheart della new wave ed impone i The Fall tra le band piu' importanti ed amate di tutti gli anni ottanta, ancora oggi le pubblicazioni del gruppo sono tra le favorite dalla critica inglese, dai fedelissimi sostenitori del gruppo e da un pubblico sempre piu' vasto, raccolto attraverso una lunga e sempre interessante carriera. Manchester, un centro industriale sviluppato ai tempi della rivoluzione industriale e da piu' di un secolo e mezzo avvolto nei densi fumi uscenti dalle ciminiere delle sue numerose fabbriche, immaginata come una citta' triste, monotona, senza molte attrattive, col cielo perennemente nuvoloso, una citta' grigia che ha assistito alla crescita, alla maturazione, alla gioia ed al dolore di generazioni che alla fine degli anni settanta prendeva coscienza dei mali della civilta' moderna e li aveva tradotti in musica manifestandosi in realta' come Joy Division e The Fall. Queste furono le basi in cui nacque la New Wave, di cui i Fall possono qualificarsi come esponenti di spicco ed interpreti nelle sue varie e successive mutazioni. Senza mai eccedere in oscure analisi introspettive o cadere nel mielato romanticismo synth-pop ma anche lontano dagli eccessi sperimentali, i Fall trovano riflesso nella formazione di David Thomas i Pere Ubu, costruivano come loro canzoni che poi deturpavano con sincopi, dissonanze, armonie eccentriche, contrappunti sbilenchi; trasfigurando la noia della routine quotidiana in una "danza moderna", tanto nevrotica quanto grottesca, in cui la diagnosi del malessere esistenziale forniva al contempo un antidoto per sopravvivervi. Rispetto ai Pere Ubu, tuttavia, i Fall bandivano ogni deformazione espressionista e ogni divagazione surrealista, attenendosi ad un realismo fatalista e disilluso, totalmente privo di vie di fuga, di possibilita' di catarsi, di speranze di cambiamento. I brani dei Fall godono di un incedere monotono, immagine di uno stato delle cose impossibile da mutare, non c'e' traccia di riscatto, di rivalsa, di orgoglio; solo un pugno di note macinate in modo apatico; le estemporanee impennate ritmiche e gli sporadici sfoghi vocali paiono privati del loro potere liberatorio, cinicamente assorbiti dall'indistinto e inesorabile reiterarsi del ciclo sonoro. Ma ad ogni ripetizione c'e' almeno uno strumento che sfasa, per poi rimettersi rapidamente in riga, diversivi che appartengono all'estetica della band dove il minimalismo e la semplicita' sono la sua forza espressiva capace di sviscerare ogni stato d'animo attinente la propria condizione dalla disperazione sino all'indolenza, stati che raggiungono la consapevolezza e manifesti dalla voce di Marc Smith, che si destreggia in un ampia gamma di registri: nasale, distaccato, declamato, trasandato, ma quasi mai tragico, perche' nei Fall non c'e' nessuna tragedia, solo necessaria constatazione del tedio. Coi Fall, tanto semplici nella composizione quanto sofisticati nell'esecuzione, popolari e intellettuali al tempo stesso, la New Wave si trasforma in un sottofondo per vite che si trascinano avanti senza cambi di rotta che non siano mere illusioni. | |||||||
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