author | Little feat | Euro 18,00 |
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title | time loves a hero |
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support | Lp | edition | original issue | stereo | |||
year | 1977 | usa | label Warner Bros | item id. 241972![]() |
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conditions [vinyl] excellent [cover] Very good |
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printer friendly |
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Prima stampa americana, copertina con lievi segni di invecchiamento, completa dell' inner sleeve con foto e testi in carta leggera, etichetta multicolore con immagine di "Burbank street", catalogo BS3015. Pubblicato nel maggio del 1977 prima di "Waiting for columbus" e dopo "The last record album". Giunto al numero 34 delle classifiche Usa, ed al numero 8 di quelle Uk. Il sesto album. Registrato nel momento in cui le tensioni tra Lowell George ed il resto del gruppo erano al limite estremo; fu scelto come produttore Ted Templeman, gia' con il gruppo per il primo album e per "Sailin' Shoes". Lowell George scrive qui solo un brano, "Rocket in My Pocket," ed insieme a Paul Barrere "Keepin' Up With the Joneses". Il disco ha un tono molto vicino al rock fusion e i brani sono frutto di jams; suonato ovviamente magistralmente e ricco di groove, ha un atmosfera molto diversa dai primi lavori del gruppo. Attivo dalla meta' dei '60 ad Hollywood con i Factory, con cui incise alcuni singoli e dei demos prodotti da Frank Zappa e che poi, senza di lui, formarono i Fraternity of Man, il chitarrista e cantante Lowell George fu anche per qualche tempo negli Standells e quindi nelle Mothers of Inventions di Zappa, partecipando alle registrazioni di "Hot Rats" e "Weasels Ripped My Flesh". La nascita dei Little Feat risale ai tempi della partecipazione di George alle registrazioni del secondo album degli ex compagni Fraternity of Man: con il batterista di quel gruppo Richard Hayward, il tastierista Bill Payne, sessionman presente su quel disco, e con l' aiuto del bassista Roy Estrada, con cui George aveva suonato nei Mothers, prese il via una delle piu' importanti storie musicali di tutti i '70 (anche il chitarrista dei Fraternity of Man Elliot Ingber partecipo' alle registrazioni del primo album dei Feat, tornando a collaborare con la band anche piu' avanti in "Waiting for Columbus"). I Little Feat riuscirono, dopo un primo gia' ottimo album di blues rock e ballate, a compiere una straordinaria opera di sintesi di tutti i generi della tradizione americana, con un suono peraltro decisamente robusto, moderno e vivace, aiutati da una grande preparazione tecnica e da una brillantezza compositiva non comune. Ampliarono la formazione da 4 a 6 elementi quando, prima del terzo album, Estrada lascio' la band per tornare alla corte di Zappa, con l' ingresso del chitarrista Paul Barrere e dei due Delaney and Bonnie Kenny Gradney (a sostituire Estrada) e Sam Clayton, percussionista; il suono dei Feat divenne cosi' ancora piu' originale ed eclettico, raggiungendo un grosso riscontro commerciale grazie alle straordinarie esibizioni live, anche in Europa. Nonostante una grave epatite virale e grossi problemi con l' alcool, George ambi' sul finire del decennio a realizzare alcuni personali progetti fuori dal gruppo, come la produzione di "Shakedown Street" dei Grateful Dead e la registrazione di un brillantissimo album solista, ma mori' per attacco cardiaco il 29 giugno del '79. "Down on the Farm" fu ultimato cosi' senza la sua presenza. | |||||||
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