author | Little Feat | Euro 18,00 |
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title | let it roll |
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support | Lp | edition | original issue | stereo | |||
year | 1988 | ger | label Warner Bros | item id. 227388![]() |
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conditions [vinyl] Excellent [cover] Excellent |
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printer friendly |
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Prima stampa europea, pressata in Germania, copertina lucida, inner sleeve con foto e testi, etichetta bianco/crema con logo in alto argento e rosso. Uscito nel luglio del 1988, a distanza di nove anni dal precedente "Down on the Farm" (uscito gia' postumo, alcuni mesi dopo la morte del leader del gruppo George Lowell, avvenuta il 29 giugno del 1979), e prima del successivo "Representing The Mambo", giunto al 36esimo posto delle classifiche americane, l' ottavo album in studio per la storica band americana, frutto di una reunion che vide ai membri storici del gruppo Bill Payne (tastiere), Richie Hayward (batteria), Paul Barrere (chitarrista), Sam Clayton (percussioni) e Kenny Gradney (basso) affiancarsi Fred Tackett (che gia' aveva suonato nell' unico album solista di Lowell, "Thanks, I'll Eat It Here") e soprattutto Craig Fuller, ex Pure Prairie League, che di fatto prende il posto di Lowell, cantando gran parte dei brani e contribuendo compositivamente ad otto dei dieci brani del disco. L' album fu positivamente accolto sia dalla critica che dal pubblico, e sorprendentemente fu uno dei maggiori successi della band, spinto dal singolo "Hate to Lose Your Lovin'". Attivo dalla meta' dei '60 ad Hollywood con i Factory, con cui incise alcuni singoli e dei demos prodotti da Frank Zappa e che poi, senza di lui, formarono i Fraternity of Man, il chitarrista e cantante Lowell George fu anche per qualche tempo negli Standells e quindi nelle Mothers of Inventions di Zappa, partecipando alle registrazioni di "Hot Rats" e "Weasels Ripped My Flesh". La nascita dei Little Feat risale ai tempi della partecipazione di George alle registrazioni del secondo album degli ex compagni Fraternity of Man: con il batterista di quel gruppo Richard Hayward, il tastierista Bill Payne, sessionman presente su quel disco, e con l' aiuto del bassista Roy Estrada, con cui George aveva suonato nei Mothers, prese il via una delle piu' importanti storie musicali di tutti i '70 (anche il chitarrista dei Fraternity of Man Elliot Ingber partecipo' alle registrazioni del primo album dei Feat, tornando a collaborare con la band anche piu' avanti in "Waiting for Columbus"). I Little Feat riuscirono, dopo un primo gia' ottimo album di blues rock e ballate, a compiere una straordinaria opera di sintesi di tutti i generi della tradizione americana, con un suono peraltro decisamente robusto, moderno e vivace, aiutati da una grande preparazione tecnica e da una brillantezza compositiva non comune. Ampliarono la formazione da 4 a 6 elementi quando, prima del terzo album, Estrada lascio' la band per tornare alla corte di Zappa, con l' ingresso del chitarrista Paul Barrere e dei due Delaney and Bonnie Kenny Gradney (a sostituire Estrada) e Sam Clayton, percussionista; il suono dei Feat divenne cosi' ancora piu' originale ed eclettico, raggiungendo un grosso riscontro commerciale grazie alle straordinarie esibizioni live, anche in Europa. Nonostante una grave epatite virale e grossi problemi con l' alcool, George ambi' sul finire del decennio a realizzare alcuni personali progetti fuori dal gruppo, come la produzione di "Shakedown Street" dei Grateful Dead e la registrazione di un brillantissimo album solista, ma mori' per attacco cardiaco il 29 giugno del '79. "Down on the Farm" fu ultimato cosi' senza la sua presenza. | |||||||
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