author | Bright eyes | Euro 38,00 |
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title | Fevers and mirrors |
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support | Lp2 | edition | new record | stereo | |||
year | 2000 | eu | label saddle creek | item id. 2116461 |
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ristampa in doppio vinile pesante, copertina apribile sagomata, adesivo su cellophane, coupon per download digitale. “Fevers and Mirrors” (2000) è il terzo disco uscito a nome Bright Eyes, segue la raccolta di registrazioni datate 1995-1997 “A collection of songs…” e “Letting off the Happiness”. L’album, contenente dodici brani, è forse il miglior lavoro prodotto da Conor Oberst. Insieme al successivo “Lifted or The Story Is in the Soil, Keep Your Ear to the Ground” (2002), il disco mostra appieno la consistenza e potenza del songwriting del musicista americano: le canzoni coniugano in maniera perfetta la sensibilità emo americana anni novanta con il contemporary folk, l’americana ed una vena cantautoriale da cantastorie malinconico ed intimista (“Haligh, Haligh, a Lie, Haligh”,“Something Vague”). Bright Eyes è il progetto creato Conor Oberst, originario del Nebraska, già cantante e chitarrista, all'età di 14 anni, dei Commander Venus, più recentemente con il gruppo Desaparecidos come progetto collaterale. Fra indie, folk, lo-fi noise e elettronica, coadiuvato dal polistrumentista e produttore Mike Mogis, dal trombettista e pianista Nate Walcott e da musicisti della scena indie, Oberst debutta con "Letting off the Happines nel 1998, cui succedono "Fevers and mirrors" (1999), "Lifted or the story is in the soil, keep your ear to the ground" (02) e "A Christmas album" (02), "I'm widw awake, it's morning" e "Digital ash in a digital urn" (05), "Cassadaga" (07) e "The peopele's key" (11). | |||||||
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