author | Armstrong louis | Euro 26,00 |
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title | Plays w.c. handy |
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support | lp | edition | new record | mono | |||
year | 1954 | eu | label music on vinyl | item id. 2106532![]() |
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ristampa in vinile 180 grammi per audiofili, pressoche' identica alla prim arara tiratura, copertina senza codice a barre. L' album originariamente pubblicato su Columbia, inciso in tre sessioni, il 12, 13 e 14 luglio del 1954 con formazione composta da Louis Armstrong (tromba, voce), Trummy Young (trombone), Barney Bigard (clarinetto), Billy Kyle (pianoforte), Arvell Shaw (contrabbasso), Barrett Deems (batteria) e Velma Middleton (voce). Considerato da alcuni critici il migliore album di Armstrong degli anni '50, ''Plays W.C. Handy'' vede Satchmo con i suoi All Stars cimentarsi con brani del grande compositore afroamericano W.C. Handy, figura di grande importanza nel blues della prima meta' del '900. La grande tromba di Armstrong e' particolarmente apprezzata in questo lavoro, che include la lunga versione di ''St. Louis blues'', considerata una delle migliori interpretazioni del brano; non mancano gli interventi vocali con il peculiare timbro di Satchmo, che si intrecciano con il canto di Velma Middleton, mentre la musica scorre solare e frizzante. Questa la scaletta dei brani: ''St. Louis blues'', ''Yellow dog blues'', ''Loveless love'', ''Aunt Hagar's blues'', ''memphis blues'', ''Beale street blues'', ''Ole miss'', ''Chantez-les bas'', ''Hesitating blues'', ''Atlanta blues'', ''George Avakian's interview with W.C. Handy'' (intervista), ''Loveless love (reharsal sequence)'', ''Hesitating blues (reharsal sequence)'', ''Alligator story'' e ''Long gone (reharsal sequence)''. Uno dei massimi protagonisti della storia del jazz, nato poverissimo a New Orleans nel 1900, Armstrong inizia la sua carriera professionale suonando a Chicago con Kid Ory nel 1918 e poi nel 1922 con Joe King Oliver. Fra il 1925 ed il 1930 raggiunge il suo apice creativo, dirigendo i suoi gruppi Hot Five e Hot Seven e realizzando composizioni che vanno oltre l'approccio collettivo del primo jazz di New Orleans per approdare all'improvvisazione ed al solismo tipici del jazz piu' moderno. L'opera di Armstrong costituisce quindi, a prescindere dal suo valore estetico, un lavoro innovativo che fa da ponte fra le orchestre di New Orleans di inizio '900 ed il jazz cosi' come lo intendiamo oggi. | |||||||
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