Rock Bottom records Via de' Giraldi 16r Firenze tel. 055245220 www.rockbottom.it |
author | Clean | Euro 28,00 |
||||
title | unknown country | ||||||
support | lp | edition | nuovo | stereo | |||
year | 1996 | usa | label merge | item id. 3035166 |
|||
|
|||||||
Ristampa del 2021, corredata di codice per il download digitale, copertina senza barcode pressoche' identica alla prima molto rara tiratura (con impostazione grafica della lista dei brani modificata, sul retro), corredata di inner sleeve. Pubblicato nel novembre del 1996 dalla Flying Nun in Australia e Nuova Zelanda, dopo "Modern Rock" (1994) e prima di "Getaway" (2001), il terzo vero album della seminale band formata da Robert Scott e dai fratelli Hamish e David Kilgour, da Dunedin, New Zelanda, attiva dal '78, autrice nel 1981 di un singolo d' esordio ("Tally Ho!") storico per la scena neozelandese, seconda uscita del catalogo della Flying Nun e primo disco a condensare perfettamente le coordinate musicali che saranno negli anni a venire oltre che dei pochi dischi dei Clean anche di innumerevoli altri gruppi di quella straordinaria etichetta, capace di far conoscere nel mondo le infinite delizie di un guitar pop spesso grezzo e naive, talora barocco, freschissimo e vitale pur nei suoi espliciti richiami agli anni '60, tra folk e psichedelia. In quella magica terra dove possono succedere le cose piu' strane quel singolo entro' nei primi 20 posti delle charts, ed ancora meglio fecero i due minialbum ed un altro singolo a seguire; il gruppo si sciolse pero' subito dopo, poco intenzionato a soccombere ad aspettative commerciali di qualunque tipo. Hamish e David formarono i Great Unwashed, Robert Scott formo' i Bats, ma piu' volte negli anni i tre resuscitarono la vecchia sigla alimentando una discografia via via piu' ricca ed un culto sempre piu' diffuso per la band. Facile immaginare i primi dischi dei Clean inseriti nella scena inglese dei primissimi anni '80, magari nel catalogo di una illuminata etichetta come la Postcard; negli anni il gruppo si manterra' sostanzialmente fedele a se stesso ma questo "Unknown Country", registrato ancora dalla stessa formazione originaria, e' tra i loro albums quello piu' controverso, indicato da alcuni come il loro capolavoro e non compreso da altri. Non a caso, perche' si tratta forse del loro disco piu' avventuroso e meno immediato, dove il guitar pop ed il folk del gruppo vengono maneggiati con una voglia di giocare e sperimentare particolarmente spiccata, e con un tocco a tratti decisamente psichedelico. Un disco, come tuti quelli del gruppo, assolutamente consigliato. | |||||||