Autore | Way we live / tractor | Euro 30,00 |
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Titolo | Steve's hungarian novel |
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supporto | lp2 | edizione | nuovo | stereo | |||
anno | 1969 | stampa | eu | etichetta psygressive | codice 3505207![]() |
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versione per stampa |
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Vinile doppio, copertina lucida apribile senza codice a barre, label bianca con scritte nere su di una facciata e con motivo a chiocciola in bianco e nero sull'altra, catalogo PG8004. Pubblicata nel 1999 dalla Psygressive Records, in collaborazione con la Ozit Records, questa raccolta presenta quindici brani ad opera dei leggendari gruppi britannici Way We Live e Tractor (ma due sono accreditati al solo Steve Clayotn e sono piu' recenti), rimasti inediti fino a questa pubblicazione. Incisi fra il 1969 ed il 1974, i brani dei due gruppi rivelano ancora una volta l'ampio ventaglio stilistico da loro utilizzato, che varia dallo hard rock allo acid folk ed al progressive. Questa la scaletta: ''Steve Clayton pure gut emotion'' (1999), ''Call him'' (1969), ''Now is the time'' (1970), ''Lion's den'' (1973), ''Drunken angels and sad clowns'' (1974), ''Woman on fire'' (1973), ''Who am I'', ''Laid back full freakout'' (1970), ''Pictures in my almanac'' (1973), ''Jester'', ''Mine'' (1970), ''On an August day'' (1971), ''Big big boy'' (1973), ''Sun cycle'' (1969), ''The stream'' (1998). La musica degli Way We Live era una fusione tra psichedelia, hard rock, progressive e folk psichedelico, considerata come una delle pietre di paragone dell'underground britannico a cavallo dei due decenni '60 e '70. Questo duo, basato a Rochdale, vedeva all'opera Clayton, pittore e poeta, e Milne, un multistrumentista; il loro unico album ''A candle for judith'' (1972), il piu' ricercato e raro tra quelli pubblicati dalla Dandelion di John Peel, dal delicato sapore surreale e dalle influenze orientali, ha un mood assai variegato e originale che va dall'hard rock ad uno stle acustico e sognante. Cambiarono nome in Tractor nello stesso 1972, pubblicando sotto questa nuova sigla un ulteriore album, ''Tractor'', sempre nel 1972, ancora una volta fra heavy rock e ballate sognanti, in un clima di progressive originalissimo e mai barocco, carico di effetti, con uso di flauto, elettriche e percussioni. | |||||||
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