Autore | Pop group | Euro 29,00 |
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Titolo | Y (+ she's beyond good & evil 12" with poster) |
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supporto | lp2 | edizione | nuovo | stereo | |||
anno | 1979 | stampa | eu | etichetta mute | codice 3035213![]() |
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versione per stampa |
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Ristampa del 2019, rimasterizzata, copertina pressoche' identica a quella della prima molto rara tiratura, arricchita della presenza del 12" "She Is Beyond Good And Evil" (fornito di copertina che riproduce quella originaria, uscito nel marzo del 1979 su etichetta Radar, con la title track ed il retro "3'38" entrambi inediti su album) e COMPLETA DI POSTER GIGANTE ORIGINARIAMENTE ALLEGATO ALLE PRIMISSIME COPIE, e di codice per il download digitale. Il primo epocale album del gruppo di Bristol, uscito su etichetta Radar nell' aprile del 1979, poche settimane dopo il singolo "She Is Beyond Good And Evil", con cui avevano esordito. Attivo sin dal 1977, il Pop Group e' stato autore di una geniale miscela al vetriolo di funk deviato, free jazz e punk, tra primitivismo tribale ed alienazione metropolitana; politicizzatissima band, spigolosa ed urticante, ha rappresentato il punto di partenza di molte idee che hanno animato la scena musicale inglese negli anni successivi, a partire da quei Maffia, Maximum Joy, Pig Bag e Rip Rig and Panic che proprio da loro prenderanno forma. Della loro musica colpisce l'utopia, l'urgenza espressiva, le idee rivoluzionarie. Feroci vocalizzi di sax, sciami ritmici apertamente debitori dell'Africa nera, rigurgiti free-jazz, rumorismi fradici di elettronica, strutture incredibilmente "mutanti" che si dissolvono nella loro stessa carica eversiva, disco-funk grottescamente rallentato proteso nel finale verso un abisso di schianti armonici e di urla mostruosamente filtrate, un delirio sovraumano di creativita' che viene destrutturata, relegando il basso in una zona d'ombra in cui il funk si fa tessuto connettivo tra voce e sax, mentre l'impeto percussivo viene ridotto in frammenti, la sperimentazione finisce per degradare l'originaria matrice funk a semplice brandello di un disegno caotico piu' ampio, organizzato secondo i "dettami" dell'improvvisazione free-form, in mezzo a tante vibrazioni inconsulte, Stewart riesce comunque a liberare parole pronunciate ponendo un'enfasi selvaggiamente "teatrale" sul suo suono, violenza corrosiva di un tormento interiore: un tormento che pone la sua unica redenzione nell'atto della creazione artistica, evento unico e irripetibile nella storia del rock. | |||||||
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