Autore | Pop group | Euro 28,00 |
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Titolo | Y live (+poster) |
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supporto | lp | edizione | nuovo | stereo | |||
anno | 1979 | stampa | eu | etichetta mute | codice 3025502![]() |
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versione per stampa |
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Corredato di poster apribile, questo live album aveva fatto la sua comparsa per la prima volta nel 2019 come parte di un cofanetto commemorativo del 40ennale di "Y", e viene finalmente pubblicato come uscita autonoma (marzo 2020). Contiene registrazioni effettuate dal vivo in varie occasioni, nell' epoca appunto del primo storico album "Y", tra cui concerti a New York, Manchester e Bruxelles, con la stessa scaletta di quell' opera qui riprodotta, in versioni che ovviamente rispecchiano ancor piu' di quelle in studio, se possibile, la vena caustica, sperimentale ed originalissima della musica dell' epocale gruppo inglese di Bristol guidato da Mark Stewart. Attivo sin dal 1977, il Pop Group e' stato autore di una geniale miscela al vetriolo di funk deviato, free jazz e punk, tra primitivismo tribale ed alienazione metropolitana; politicizzatissima band, spigolosa ed urticante, ha rappresentato il punto di partenza di molte idee che hanno animato la scena musicale inglese negli anni successivi, a partire da quei Maffia, Maximum Joy, Pig Bag e Rip Rig and Panic che proprio da loro prenderanno forma. Della loro musica colpisce l'utopia, l'urgenza espressiva, le idee rivoluzionarie. Feroci vocalizzi di sax, sciami ritmici apertamente debitori dell'Africa nera, rigurgiti free-jazz, rumorismi fradici di elettronica, strutture incredibilmente "mutanti" che si dissolvono nella loro stessa carica eversiva, disco-funk grottescamente rallentato proteso nel finale verso un abisso di schianti armonici e di urla mostruosamente filtrate, un delirio sovraumano di creativita' che viene destrutturata, relegando il basso in una zona d'ombra in cui il funk si fa tessuto connettivo tra voce e sax, mentre l'impeto percussivo viene ridotto in frammenti, la sperimentazione finisce per degradare l'originaria matrice funk a semplice brandello di un disegno caotico piu' ampio, organizzato secondo i "dettami" dell'improvvisazione free-form, in mezzo a tante vibrazioni inconsulte, Stewart riesce comunque a liberare parole pronunciate ponendo un'enfasi selvaggiamente "teatrale" sul suo suono, violenza corrosiva di un tormento interiore: un tormento che pone la sua unica redenzione nell'atto della creazione artistica, evento unico e irripetibile nella storia del rock. | |||||||
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