Autore | Electric prunes | Euro 24,00 |
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Titolo | i had too much to dream last night |
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supporto | Lp | edizione | ristampa | stereo | |||
anno | 1967 | stampa | usa | etichetta reprise | codice 254230![]() |
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condizioni [vinile] Excellent [copertina] Excellent |
versione per stampa |
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Copia ancora incellophanata, ristampa degli anni 2000, in vinile 180 grammi, con copertina senza barcode, pressoche' identica alla prima tiratura del 1967, etichetta Reprise tricolore, catalogo R-6248. Pubblicato nel Marzo del 1967 prima di "Underground", giunto al numero 27 delle classifiche USA e non entrato in quelle UK dove usci' nell' Aprile dello stesso anno. Il primo album. Certamente il piu' celebre lavoro dell'intero punk psychedelico americano dei '60, ma anche uno degli lp's piu' noti della storia del rock, e' un riconosciuto capolavoro che coniuga il pop alla psichedelia attraverso il garage punk, il brano omonimo e' il simbolo stesso dell' esplosione psych punk e la musica del gruppo riesce a creare un inedito suono innovativo, mai sentito prima e che vanta centinaia di imitatori ancora oggi. Tra i brani, tutti celeberrimi, oltre a ''I Had Too Much To Dream Last Night'', "Bangles", "Onie", "Are You Lovin' Me More (But Enjoying It Less)", "Train to Tomorrow", "Sold to the Highest Bidder", "Get Me to the World on Time". Originari di San Fernando Valley, vicino Los Angeles, sebbene sia generalmente riportato che la loro citta' di provenienza fosse Seattle, gli Electric Prunes pubblicarono, nell' anno di grazia 1967, due albums in splendido equilibrio tra garage-punk e psichedelia, ora acidissima ora sognante, profondamente segnati dalla collaborazione con la coppia compositiva costituita da Annette Tucker e Nancie Mantz, gia' responsabili di un grande classico del garage americano: "I Ain' t a Miracle Worker", suonata da Brogues e Chocolate Watchband. A Tucker e Mantz si deve il piu' grande successo della band, l' inno che da' il titolo al primo album, ma, curiosamente, sono in molti a ricordare i Prunes per un disco che fu in effetti suonato da altri musicisti mentre la band era in tournee' in Svezia : la nota "Messa in Fa Minore", voluta e prodotta da David Axelroad ed esempio massimo di un vero e proprio "genere" con molti estimatori. Anche gli albums successivi furono realizzati senza alcuno degli effettivi membri della band, e restano decisamente lontani dalla straordinaria bellezza dei primi. Il bassista Mark Tulin partecipo' alle registrazioni dell' album pubblicato da Ananda Shankar per la Reprise nel 1970. | |||||||
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