Autore Aa.vv. (usa 60's garage)   Euro
18,00
Titolo Back from the grave vol. 4  
supporto Lp edizione ristampa          stereo  
anno 1966 stampa ger etichetta   Crypt   codice 254084

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condizioni   [vinile]  Excellent  [copertina]  Excellent  

versione per stampa
Ristampa tedesca degli anni '90, copertina semilucida senza barcode, corredata di inserto informativo, etichetta gialla con scritte e logo neri, catalogo CRYPT004; il quarto splendido volume della serie che e' divenuta il celeberrimo manifesto del garage punk americano della meta' degli anni '60. Raccoglie 17 brani tratti da rarissimi 45 pubblicati durante i '60 nel continente americano, per la prima volta riuniti in in unico lp's. Ecco la lista del materiale incluso, dove non altrimenti indicato proveniente dall' unico singolo realizzato dai rispettivi gruppi: i TAMRONS del North Carolina con la megafavolosa "Wild man"; i CYCLONES con la rollingstoniana "She's no good"; i FABS con "Dinah wants religion" (nel gruppo Bob Ellis poi negli Stack); i RED BEARD & THE PIRATES della gEorgia con il frantic punk della aggressiva "Go on leave"; gli HALLMARKS con la ruvida e bellissima "I know why", altrimenti inedita, prima versione con titolo diverso di un brano poi sul loro unico 7"; gli immensi SONICS di Tacoma, Washington, con la splendida "Santa Claus", dall' album natalizio "Merry Christmas"; ROCKY & THE RIDDLERS da Seattle, Washington, con la torrida e micidiale "Flash and Crash", dal secondo dei tre loro singoli (pubblicati tutti con leggere varianti nella denominazione del gruppo), prima di cambiare nome in City Limits (alcuni di loro suonarono in Kingsmen, Association, West Coast Natural Gas ed Indian Puddin' and Pipe); i TONTO & THE RENEGADES del Michigan con la splendida "Little boy blue", dal loro secondo conclusivo singolo; i texani BOTUMLESS PIT con "13 stories high"; gli AZTEX dell' Indiana con "I said move"; i texani NOMADS con "Be nice" (uno di loro poi negli Yellow Payges); i BUNKER HILL con la forsennata "The girl can't dance"; gli SLOTHS di Los Angeles con il garage beat diddleyano di "Makin' love"; i WYLD (operativi tra il South Carolina ed il Texas) con "Fly by nighter", dal loro primo di 4 singoli; i VECTORS di Chicago, con "What in the world" (membri del gruppo poi negli Orphuns, negli Osgood e soprattutto negli Shadows of Knight e negli Heard); gli HUNS del North Carolina con la deliziosa "Shakedown"; ed infine si chiude in bellezza con la indimenticabile, e coverizzata non a caso innumerevoli volte negli anni, "Night of the Sadist" dei texani LARRY & THE BLUE NOTES, uno dei massimi esempi del farfisa garage beat di tutti i tempi.    
   
     
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