Autore | Stewart al | Euro 110,00 |
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Titolo | Love chronicles |
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supporto | Lp | edizione | originale | mono | |||
anno | 1969 | stampa | uk | etichetta cbs | codice 239884 |
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condizioni [vinile] Excellent [copertina] Excellent |
versione per stampa |
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La prima molto rara stampa inglese IN MONO, copertina apribile "unipak" con apertura per il disco all' interno, con testi stampati all' interno, etichetta arancio con logo nero centrale, con "Mono" e frecce a sinistra, catalogo 63460 senza alcun prefisso (a differenza della versione stereo che ha prefisso "S"), trail off matrix "A1" e "B1". Pubblicato nel gennaio 1969 dalla CBS in Gran Bretagna, non entrato nelle classifiche inglesi, pubblicato in America nel gennaio del 1970, il secondo bellissimo album, votato dal Melody Maker come miglior album folk del 1969, uscito dopo ''Bedsitter images'' (1967) e prima di ''Zero she flies'' (1970). Disco il cui esito commerciale fu drammaticamente penalizzato dall presenza della lunga title track, che ne occupa quasi per intero la seconda facciata, storia di un amore perduto in cui l' amarezza di Stewart si traduce anche in qualche "fuck" di troppo che impedi' la trasmissione radiofonica, "Love Chronicles" e' una perla assoluta, frutto di una ispirazione straordinaria splendidamente supportata da un cast stellare di musicisti: JIMMY PAGE alla chitarra (ex Yardbirds, all' epoca gia' con i Led Zeppelin), ed i FAIRPORT CONVENTION quasi al completo con Mervyn Prestwick" (Richard Thompson) alla chitarra, "Simon Breckenridge" (Simon Nicol) alla chitarra, Ashley Hutchings al basso, "Martyn Francis" (Martin Lamble) alla batteria. Album pertinente alla prima fase della carriera di Stewart, quella legata allo underground ed al folk ''alternativo'', i disco vede l'autore lasciarsi alle spalle gli arrangiamenti orchestrali presenti nel debutto, in favore di sonorita' vicine al folk rock come al folk progressivo, evidenti in particolare nel lungo brano che da' il titolo all'album e che occupa quasi tutta la seconda facciata, racconto autobiografico sentimentale che fece scalpore all'epoca perche' il suo testo contiene la parola ''fuck''; gli altri brani, piu' succinti, mantengono le stesse atmosfere e sonorita' elettroacustiche dilatate e contemplative, decisamente hippie. Nato in scozia nel 1945, Al Stewart si rasferisce a Londra nei primi anni ''60; la sua carriera si divide in due fasi, la prima underground, dal 1967 al 1974 nella quale pubblica cinque album di delicato folk sognante elettroacustico con forti influenze psichedeliche e progressive e nella quale, specialmente nel primissimo periodo, e' uno dei ''nomi'' del Soho movement londinese, suonando e vivendo insieme a Jackson C. Frank, (nell'unico album del quale fa il suo debutto su disco), Paul Simon, Bert Jansh, John Renbourn, Sandy Danny, Roy Harper, solo per citarne alcuni; la seconda fase dal 1975 in poi, lo vede virare su brani piu' marcatamente pop e gli frutta enorme successo. | |||||||
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