Autore | Talk talk | Euro 27,00 |
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Titolo | Spirit of eden |
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supporto | Lp | edizione | nuovo | stereo | |||
anno | 1988 | stampa | uk | etichetta parlophone | codice 2132958![]() |
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versione per stampa |
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Ristampa del 2012 comprensivo di un audio dvd contenente l'album in alta qualità ed il brano 'john cope'. Inner sleeve, etichetta Viola, scritte gialle. Il quarto album del gruppo inglese di Mark Hollis, il loro massimo capolavoro, un disco davvero inaspettato e bellissimo (troppo lontano dai gusti di parte del vecchio publico, giunse soltanto al 19esimo posto delle charts inglesi); niente a che vedere con i primi album pop, l'opera e' un vero tour de force innovativo e assolutamente originale, con atmosfere notturne ed assolutamente rarefatte, sperimentale e magnificente, con esplosioni devastanti e momenti di calma assoluta. Tra i dischi piu' belli pubblicati in Inghilterra sul finire degli '80. .......(ndr Gianni Avella). Quando i Talk Talk piombarono con la loro Such A Shame erano gli anni '80 della diatriba Duran vs Spandau, dei primi singoli dei Depeche Mode e degli Human League convertiti al dio denaro. La citata Such A Shame (uno degli hit piu' quotati dell'epoca) era contenuta in It's My Life, secondo album del gruppo dopo The Party Is Over del 1983. Il loro cammino prosegue con i primi segnali di cambiamento contenuti in The Color Of Spring, sino alla svolta di Spirit Of Eden, album che, a posteriori, risultera' vera e propria pietra angolare per tutto quello che dopo verra' chiamato Post Rock. L'anno di grazia e' il 1988, Simon Reynolds e la sua idea di post rock (come lo intendiamo oggi) era ancora un lontanissimo miraggio quando i Talk Talk, con Spirit Of Eden, diventarono, da giocattolo innocuo, un marchingegno complicato e astratto. Il gap tra quest'album e le loro vecchie produzioni e paragonabile ai Beatles che passano da Help a Tomorrow Never Knows, ai Beach Boys che, da Surfin' U.S.A, arrivano a God Only Knows. Con Spirit Of Eden la generazione degli '80 cresce e matura, scopre le melodie care a Canterbury, si avvicina al jazz ed al dilatarsi delle canzoni: non piu' pezzi raccolti in tre minuti, ma lunghi episodi introspettivi, melodie sofferte, alternarsi di strumenti come harmonium, fiati, oboe. Qui i brani si riducono a sei magici movimenti: l'inizio Š affidato all'intro di tromba di "The Rainbow", un sulfureo e rallentato esempio di pre-slow core, tutto giocato su leggeri tocchi di piano, batteria cadenzata e chitarre di stampo morriconiano. In Eden le atmosfere non cambiano, anche se la voce del leader Mark Hollis comincia a farsi sentire, cosi come nel finale free form di Destre. Inheritance si affida ad impalpabili rifiniture organistiche con un deviato gusto verso certo jazz elettrico, mentre in I Believe In You un battito quasi dub colora la melodia piu' dolce dell'intera raccolta. L'ultimo sospiro e' affidato a Wealth, una ballata quasi ancestrale nel suo dileguarsi tra organo, basso ed Hollis che "impreca" Take my freedom for giving me a sacred love...Spirit Of Eden spiano' la strada per il successivo e bellissimo Laughing Stock, album che, forse piu' del precedente, si avvicina alle derive post rock attuali. E' pero' con Spirit Of Eden che i Talk Talk smuoveranno le acque, facendo si' che tutta una generazione successiva (dai Bark Psychosis sino ai Tortoise) si costruisca sulle loro intuizioni. | |||||||
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