Autore Benson george   Euro
25,00
Titolo Shape of things to come  
supporto Lp edizione nuovo          stereo  
anno 1969 stampa eu etichetta   endless happiness   codice 2129941

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Ristampa del 2023 ad opera della Endless Happiness, copertina apribile senza codice a barre, pressoché identica alla prima tiratura USA. Originariamente pubblicato nel 1969 dalla A&M / CTI, il quinto album, successivo a "Giblet gravy" (1968) e precedente (o quasi contemporaneo a) "Goodies" (1969). Inciso fra l'agosto ed il settembre del 1968 con un folto cast di strumentisti, fra i quali troviamo Ron Carter (basso), Alan Ralph (trombone, tuba), il percussionista Johnny Pacheco ed il batterista Leo Morris (aka Idris Muhammad), "Shape of things to come" è un acclamato capolavoro nella vasta discografia del chitarrista, nel quale si fondono efficacemente il soul jazz ed il funk, le sonorità elettriche ed acustiche; sebbene sia più funky e molto meno sperimentale dei primi lavori elettrici di un Miles Davis, rimane comunque un lavoro abbastanza pionieristico, ed al tempo stesso un simbolo della volontà della musica degli anni '60 di esplorare e far incontrare generi diversi. Arricchito da importanti arrangiamenti di fiati, spinto da un groove come detto molto incline al funk, impreziosito dalle eleganti partiture chitarristiche di Benson, fu il suo primo album prodotto da Creed Taylor, con il quale avrebbe collaborato fino al 1976. George Benson, noto ai piu' per il suo soft-soul dal facile ascolto, e' anche uno dei piu' grandi chitarristi nella storia del jazz. Nato nel '43 a Pittsburgh in Pennsylvania, inizia la sua attivita' di musicista come cantante rhythm and blues. Suona insieme all'organista Jimmy Smith ed a Brother Jack McDuff in alcune sessions per la Blue Note e la Prestige. Viene notato, durante una registrazione con Wes Montgomery, dal talent scout John Hammond che lo porta alla Columbia, dove incide alcuni album, (ad esempio, "The George Benson Cookbook"), dallo scarso successo commerciale, ma che lo rendono abbastanza famoso nell'ambiente musicale e che mostrano chiaramente la sua grande versatilita', tecnica chitarristica e capacita' di miscelare nella sua musica vari generi e varie influenze. Nel '67 incide per la Verve, con la produzione di Creed Taylor, il disco "Giblet Gravy", che in qualche modo "spiana" la strada al jazz funk dei '70. Poi, Taylor lo porta con se' alla divisione jazz della A&M (vedi in particolare l'album del '70 "The Other Side of Abbey Road", disco che consiste in una rielaborazione solo strumentale dell'album "Abbey Road" dei Beatles). Dal '71 al '76 incide, sempre prodotto da Taylor ma per la CTI, una serie di album sia jazz che rhythm and blues, avvalendosi della collaborazione di musicisti come Ron Carter, Joe Farrell e Stanley Turrentine. Taylor pero' non comprende le aspirazioni da cantante di Benson e quest'ultimo passa alla Warner Bros., per la quale, nel '76, incide "Breezin' ", il disco piu' venduto e premiato nella storia del jazz e che influenzera' tutta la sua musica a venire, caratterizzata da una miscela di pop, jazz e rhythm and blues dal facile ascolto. Esistono pero', nella produzione di Benson degli anni '80 e '90, alcuni album che segnano un ritorno ad una musica piu' complessa e meno commerciale, decisamente piu' improntata al jazz, come "Collaboration" (1980), insieme al chitarrista Earl Klugh e "Big Boss Band", insieme all' Orchestra di Count Basie (1990).    
   
     
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