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Ayler albert
Bells (+ bonus track)
Lp [edizione] nuovo stereo usa 1965 esp
jazz
jazz
Ristampa con copertina senza codice a barre, pressoché identica alla rarissima prima tiratura, ma con una bonus track, "Vibrations aka (tune Q)2", registrata il 10/7/64. Originariamente pubblicato nel 1965 dalla Esp, registrato dal vivo alla Town Hall di New York il primo di maggio del 1965 da Albert Ayler (sax), Donald Ayler (tromba), Charles Tyler (sax alto), Lewis Worrell (contrabbasso) e Sonny Murray (batteria), uno dei primi e più dirompenti album del grande sassofonista. "Bells" inciso solo su di una facciata nella sua prima tiratura, contiene un solo lungo brano di venti minuti, una vera e propria odissea nel meandri del free jazz pù estremo, una prova dal sound lancinante e lacerato, ma anche animata da una vitalità incontrollabile e da una feroce volontà espressiva corale. Il concerto, che ebbe luogo poche settimane dopo l'assassinio di Malcolm X, sembra percorso da una vena rabbiosa e potentemente emotiva, questo non è free jazz cerebrale ed astratto anche se potrebbe sembrarlo, ma è piuttosto una musica viscerale e pervasa da una grande e forse disperata volontà di comunicare. Albert Ayler (1936-1970) e' stato tra i massimi e piu' influenti esponenti del free jazz. Musica dalla liberta' formale ed estetica, che si rifa' consapevolmente alla improvvisazione ed alle tonalita' tipiche della musica afroamericana delle origini, costantemente rivolta alla rivisitazione della musica religiosa del gospel, dello spiritual ma, soprattutto, del primo rhythm 'n' blues sul quale Ayler si era formato (a differenza di gran parte dei suoi colleghi le cui radici musicali affondavano nel be bop). La musica di Ayler si esprime attraverso un amore sviscerato per le origini e le radici africane, per le strutture poliritmiche, per la riappropriazione del puro elemento ritmico, divenendo cosi' un percorso a ritroso nella storia della cultura afroamericana, espressa in una versione moderna, dinamica, concettuale della nuova realta' degli afroamericani.
Ayler albert
In greenwich village
Lp [edizione] nuovo stereo hol 1966 back to black / impulse
jazz
jazz
Vinile da 180 grammi, allegato voucher per il download dell'album da internet, copertina apribile. Ristampa del 2015 ad opera della Back To Black / Impulse, pressoche' identica alla prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1967 dalla Impulse, questo album contiene registrazioni dal vivo effettuate a New York: sulla prima facciata troviamo i brani ''For john coltrane'' e ''Change has come'', registrati al Village Theatre il 26 febbraio del 1967 da Albert Ayler (sax tenore, sax alto), Donald Ayler (tromba), Joel Freedman (violoncello), Bill Folwell (contrabbasso), Alan Silva (contrabbasso) e Beaver Harris (batteria); sulla seconda i brani ''Truth is marching in'' e ''Our prayer'', registrati al Village Vanguard il 18 dicembre del 1966 con formazione quasi identica a quella della prima facciata, con l'eccezione di Michael Sampson (violino) che sostituisce Freedman, e Henry Grimes (contrabbasso), che sostituisce Alan Silva. Salutato dalla critica come il suo miglior lavoro per la Impulse, questo set di brani live e' un classico esempio del free anarchico ed emotivo di Ayler, che esprime un dissonante ma chiaro lirismo nella serenata senza batteria ''For John coltrane'' ed una fanfara di violenza esplosiva invece in ''Change has come''; questi due caratteri si fondono in ''truth is marching'', mentre ''Our prayer'' rivela un lato piu' lirico e melodico, toccante ma sempre molto anticonformista. Albert Ayler (1936-1970) e' stato tra i massimi e piu' influenti esponenti del free jazz. Musica dalla liberta' formale ed estetica, che si rifa' consapevolmente alla improvvisazione ed alle tonalita' tipiche della musica afroamericana delle origini, costantemente rivolta alla rivisitazione della musica religiosa del gospel, dello spiritual ma, soprattutto, del primo rhythm 'n' blues sul quale Ayler si era formato (a differenza di gran parte dei suoi colleghi le cui radici musicali affondavano nel be bop). La musica di Ayler si esprime attraverso un amore sviscerato per le origini e le radici africane, per le strutture poliritmiche, per la riappropriazione del puro elemento ritmico, divenendo cosi' un percorso a ritroso nella storia della cultura afroamericana, espressa in una versione moderna, dinamica, concettuale della nuova realta' degli afroamericani.
Ayler albert
Live st paul de vence part 2
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1970 b13
jazz
jazz
Edizione limita a 500 copie in vinile grigio, copertina costituita da busta di plastica trasparente con scritte stampate in blu, senza codice a barre, piccola parte grigia scura intorno al foro centrale del vinile, catalogo B145. Ristampa del 2011 ad opera della B13 in vinile colorato e senza copertina, dell'album originariamente pubblicato dalla francese Shandar nel 1970; il live set comprendeva due concerti, uno del 25 luglio e questo del 27 luglio del 1970, registrati a Saint Paul de Vence in Francia, con formazione composta da Albert Ayler (sax alto, sax tenore), Call Cobbs (pianoforte), Steve Tintweise (contrabbasso) ed Allen Blairman (batteria). Si tratta delle ultime registrazioni effettuate dal grande sassofonista, che sarebbe tragicamente scomparso poco dopo a New York; Ayler si cimenta qui con un intenso ma non particolarmente esplosivo intreccio fra free jazz e jazz melodico, con forti accenti lirici che contrastano con l'astrattismo free per presente. Questi i brani inclusi: ''Truth is marching in'', ''Universal message'', ''Spiritual reunion'', ''Music is the healing force of the universe''. Albert Ayler (1936-1970) e' stato tra i massimi e piu' influenti esponenti del free jazz. Musica dalla liberta' formale ed estetica, che si rifa' consapevolmente alla improvvisazione ed alle tonalita' tipiche della musica afroamericana delle origini, costantemente rivolta alla rivisitazione della musica religiosa del gospel, dello spiritual ma, soprattutto, del primo rhythm 'n' blues sul quale Ayler si era formato (a differenza di gran parte dei suoi colleghi le cui radici musicali affondavano nel be bop). La musica di Ayler si esprime attraverso un amore sviscerato per le origini e le radici afro, per le strutture poliritmiche, per la riappropriazione del puro elemento ritmico, divenendo cosi' un percorso a ritroso nella storia della cultura afroamericana, espressa in una versione moderna, dinamica, concettuale della nuova realta' dei neri.
Ayler albert
Love cry (180 gr.)
Lp [edizione] nuovo stereo usa 1967 verve / universal
jazz
jazz
Vinile da 180 grammi per audiofili, pressato negli stabilimenti della Third Man di Detroit, copertina apribile. Ristampa del 2022 ad opera della Verve / Universal, pressoché identica alla prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1968 dalla Impulse! / ABC, inciso ai Capitol Studios di New York il 31 agosto del 1967, ed il 13 febbraio del 1968, da Albert Ayler (sax tenore, sax alto, voce), Donald Ayler (tromba), Call Cobbs (clavicembalo), Alan Silva (contrabbasso) e Milford Graves (batteria). Sebbene sia un lavoro meno stridente e radicale rispetto alle sue opere su ESP, "Love cry" mantiene un approccio assolutamente non commerciale, evidenziando una enorme vitalità, dipingendo una chiassosa e popolosa strada metropolitana dove fanfare jazz vecchio stile e filastrocche comunicano e si intrecciano con l'avanguardia free e post bop; le sonorità del clavicembalo assumono un tono davvero bizzarro in questa miscela sonora, fronteggiando la selvaggia creatività dei fratelli Ayler, dei quali Donald, tribolato da problemi psicologici, sarebbe di lì a poco stato estromesso dal gruppo. Questa la scaletta: "Love Cry", "Ghosts", "Omega", "Dancing Flowers", "Bells", "Love Flower", "Zion Hill", "Universal Indians". Albert Ayler (1936-1970) e' stato tra i massimi e piu' influenti esponenti del free jazz. Musica dalla liberta' formale ed estetica, che si rifa' consapevolmente alla improvvisazione ed alle tonalita' tipiche della musica afroamericana delle origini, costantemente rivolta alla rivisitazione della musica religiosa del gospel, dello spiritual ma, soprattutto, del primo rhythm 'n' blues sul quale Ayler si era formato (a differenza di gran parte dei suoi colleghi le cui radici musicali affondavano nel be bop). La musica di Ayler si esprime attraverso un amore sviscerato per le origini e le radici africane, per le strutture poliritmiche, per la riappropriazione del puro elemento ritmico, divenendo cosi' un percorso a ritroso nella storia della cultura afroamericana, espressa in una versione moderna, dinamica, concettuale della nuova realta' degli afroamericani.
Ayler albert
Nuits de la Fondation Maeght - volume 2
lp [edizione] ristampa stereo usa 1971 water
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
Ristampa del 2002 in vinile pesante, copertina apribile lucida, pressoche' identica alla prima rara tiratura su Shandar, con adesivo Siae metallizzato sul retro, etichetta nera con scritte bianche, catalogo WATER502. Il secondo dei due volumi "Nuits de la Foundation Maeght", pubblicati originariamente nel 1971 dalla francese Shandar, anche in un unico doppio album. Due volumi che testimoniano gli ultimi due concerti del grande artista di colore, effettuati dal vivo a St. Paul de Vence in Francia il 25 ed il 27 luglio del 1970 (sebbene alcune fonti riportino il 25 e 27 febbraio), con formazione composta da Albert Ayler (sax soprano, sax tenore), Mary Maria (sax soprano), Call Cobbs (pianoforte), Steve Tintweiss (contrabbasso) ed Allen Blairman (batteria). I due volumi testimoniano due esibizioni francesi di un Ayler tornato in forma dopo un paio di anni molto discussi e poco apprezzati dai suoi estimatori; il sassofonista suona qui un jazz acustico, fra free e sensibilita' popolare, come se l'elite colta rappresentata dal free jazz si incontrasse per strada insieme ad una folla popolare in festa. Purtroppo Ayler morira' poco dopo questo efficace ritorno. Questa la scaletta dei brani del secondo volume: "Truth is marching in", "Universal message", "Spiritual reunion", "Music is the healing force of the universe" (secondo disco). Uno dei piu' originali, controversi ed influenti esponenti del free jazz, Albert Ayler (1936-1970) comincio' la sua carriera in gruppi r'n'b e soul, al contrario di molti suoi coetanei che si erano fatti le ossa con il bop. Sprovvisto della tecnica sopraffina di altri sassofonisti come Coltrane e Dolphy, Ayler era pero' capace di esprimere una musica libera, viscerale e selvaggia ma anche carica di umanita', in cui si possono avvertire anche le influenze delle big band di inizio '900. Dopo aver suonato in Europa, anche in compagnia di Cecil Taylor, nei primi anni '60, ebbe il suo periodo piu' brillante come band leader fra il 1964 ed il 1967, pubblicando dischi come "Spritual Unity" (1964), "Spirits rejoice" (1965) e "Love cry" (1967). Successivamente tento' di contaminare il suo jazz con il rock ed il funk, e mori' misteriosamente a soli 34 anni, forse per suicidio.
Ayler albert
Prophecy (180 gr.)
Lp [edizione] nuovo stereo usa 1964 esp
jazz
jazz
Vinile da 180 grammi, copertina senza codice a barre. Ristampa del 2017, pressoché identica alla prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1975 dalla ESP, questo album postumo fu registrato dal vivo al Cellar Cafe di New York il 14 giugno del 1964, da Albert Ayler (sax tenore), Gary Peacock (contrabbasso) e Sonny Murray (batteria). Questo concerto si tenne tre settimane prima che Ayler ed il suo trio registrassero l'epocale album "Spiritual unity", ricordato come il primo disco jazz pubblicato dalla ESP; Queste performances rivelano una vitalità ed una forza espressiva ad un tempo festose e laceranti, nelle quali melodie popolari e vortici di furia e dissonanza free jazz si fondono in un magma travolgente, certo di non facile ascolto, ma anche molto lontano dalle elucubrazioni più cerebrali di certo free. Contiene fra l'altro due delle prime versioni di uno dei brani più celebri di Ayler, "Ghosts", e soprattutto è un documento indelebile, purtroppo postumo, della creatività libertaria del jazz del sassofonista, capace di intrecciare le influenze popolari e del jazz tradizonale con la "new thing" più estrema in un reticolo coerente ed espressivo. Questa la scaletta: "Spirits", "Wizard", "Ghosts, first variation", "Prophecy", "Ghosts, second variation". Albert Ayler (1936-1970) e' stato tra i massimi e piu' influenti esponenti del free jazz. Musica dalla liberta' formale ed estetica, che si rifa' consapevolmente alla improvvisazione ed alle tonalita' tipiche della musica afroamericana delle origini, costantemente rivolta alla rivisitazione della musica religiosa del gospel, dello spiritual ma, soprattutto, del primo rhythm 'n' blues sul quale Ayler si era formato (a differenza di gran parte dei suoi colleghi le cui radici musicali affondavano nel be bop). La musica di Ayler si esprime attraverso un amore sviscerato per le origini e le radici africane, per le strutture poliritmiche, per la riappropriazione del puro elemento ritmico, divenendo cosi' un percorso a ritroso nella storia della cultura afroamericana, espressa in una versione moderna, dinamica, concettuale della nuova realta' degli afroamericani.
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