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Chameleons
Live from london
Lp2 [edizione] nuovo stereo uk 1984 audio platter limited
punk new wave
punk new wave
Doppio album, copertina apribile; pubblicato nell' agosto del 2022, la splendida testimonianza del concerto eseguito dalla cult band inglese di Manchester guidata da Mark Burgess, l' 11 settembre del 1984 al Camden Palace Theatre di Londra (sono inclusi tutti i brani del concerto tranne una traccia, "Perfume Garden"), concerto gia' noto per la pubblicazione in videocassetta gia' nel 1985 ed in dvd nel 2004. Tra il primo album "Script of the Bridge" (1983) ed il secondo "What Does Anything Mean? Basically" (1985), di cui vengono qui anticipati ben tre brani, all' epoca inediti, la band si produce in una performance particolarmente efficace e talora aggressiva, regalando anche una bella cover di "Splitting in Two" degli Alternative Tv. Questa la scaletta: 1 Don't Fall 2 Intrigue In Tangiers 3 Monkeyland 4 Second Skin 5 Singing Rule Britannia 6 Pleasure And Pain 7 Return Of The Roughnecks 8 A Person Isn't Safe 9 In Shreds 10 Splitting In Two 11 Here Today 12 Thursday's Child 13 Paper Tigers. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo, inciso per la Epic. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground Cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco e' un autentico gioiello, insieme elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Cherry don
Hear & now (yellow vinyl)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1976 klimt
jazz
jazz
Ristampa del 2022, IN VINILE GIALLO, copertina senza codice a barre, pressoche' identica alla prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1977 dalla Atlantic, inciso agli Electric Lady Studios di New York nel dicembre del 1976 da Don Cherry (campanelli, flauto, conchiglia, tromba, voce), Marcus Miller (basso), Neil Jason (basso), Sammy Figueroa (congas), Tony Williams (batteria), Lenny White (batteria), Steve Jordan (batteria), Ronald Dean Miller (chitarra), Stan Samole (chitarra), Lois Colin (arpa), Cliff Carter (tastiere), Raphael Cruz (percussioni), Narada Michael Walden (piano, timpani, tom tom), Michael Brecker (sax), Collin Walcott (sitar), Moki Cherry (tambura) e Cheryl Alexander (voce). Un lavoro piuttosto eclettico in cui il fattore omogeneizzante e' l'adozione di sonorita' fusion elettrificate, ''Hear & now'' oscilla fra episodi molto funkeggianti (completi anche di parti vocali), passaggi vicini ora ai Santana di epoca ''Caravanserai'' e ''Welcome'', ora al jazz funk del Miles Davis di meta' anni '70, ma con un approccio meno visionario e sperimentale, e riferimenti alla spiritualita' buddista. Questa la scaletta: ''Mahakali'', ''Univeral mother'', ''Karmapa chenno'', ''California'', ''Buddha's blues'', ''Eagle eye'', ''Surrender rose'', ''Journey to milarepa / Shanti / The ending movement-liberation''. Il trombettista Don Cherry (1936-1995), figura di grande importanza nel jazz d'avanguardia e free, aveva anche suonato con musicisti del calibro di Ornette Coleman, John Coltrane, Steve Lacy, Sonny Rollins, Albert Ayler ed Archie Shepp, e partecipato quindi alla creazione della "new thing"; partendo da una base bebop, egli intraprendera' un percorso stilistico che lo portera' a realizzare un jazz difficilmente classificabile, influenzato anche dalla musica orientale e da quella africana.
Church
eros zeta and the parfumed guitars (ltd. galaxy green)
lp2 [edizione] nuovo stereo uk 2024 easy action
punk new wave
punk new wave
Doppio album, edizione limitata in vinile verde ("galaxy green"), copertina apribile, senza barcode, adesivo di presentazione sul cellophane. Pubblicato nel marzo 2024, a distanza di soli undici mesi dal precedente "The Hypnogogue", il 26esimo album in studio per la storica band australiana, guidata da Steve Kilbey, ormai unico membro originario del gruppo. Descrizione completa a seguire. I Church sono un gruppo australiano di Sydney guidato da Steve Kilbey, coadiuvato dai chitarristi Marty Willson Piper e Peter Koppes (come Kilbey poi anche autori di vari lavori solisti), attivo dalla fine dei settanta, caratterizzato da una musica che pur non prescindendo da un inevitabile approccio post punk, si apriva anche ad evidenti influenze 60's, tra folk rock byrdsiano e psichedelia, anticipando il paisley underground ed evidenziando gia' un songwriting personalissimo, delicatamente intimista e malinconico, che caratterizzera' indelebilmente tutta la loro proficua produzione della quale citiamo il debutto del 1981, "of skins and heart", "Remote luxury" dell'84, "Heyday" dell'86 e "Starfish" dell'88.
Clash
Combat rock
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1982 sony
punk new wave
punk new wave
ristampa del 2013 rimasterizzata da Tim Young ed i Clash, in vinile 180 grammi per audiofili, corredata di inserto in cartoncino che riproduce in formato piu' piccolo l' originario poster presente (nella sue versione che non riproduce la foto della copertina dell' album). Pubblicato nel maggio del 1982, l' ultimo della formazione originale del gruppo simbolo con i Sex Pistols del primo punk inglese e poi capace di tracciare con capolavori immortali come "London Calling" o "Sandinista" molte delle coordinate della musica degli anni a venire, mettendo magistralmente insieme le influenze piu' disparate (gli Stones, il reggae, il dub, la musica funky, quella caraibica persino..., senza dimenticare il loro piu' tipico ed inconfondibile "combat rock"). Del forse troppo dispersivo triplo album "Sandinista" questo album straordinario e' la sintesi mirabile, capace di condensarne i contenuti in una manciata di episodi magnifici, a cominciare dai singoli "Know Your Rights", "Should I Stay Or Should I Go" e "Rock the Casbah"; quest' ultima ebbe un notevolissimo successo in America, giungendo fino all'ottavo posto nelle charts e spingendo l'album fino al settimo posto, mentre in Inghilterra "Combat Rock" raggiunse addirittura il secondo posto, confermandosi come l'album del gruppo di maggiore successo. Oltre non potevano certo andare e non andarono, giacche' il successivo "Cut the Crap" fu registrato, con risultati modesti, senza piu' Mick Jones, ormai impegnato nei Big Audio Dynamite. I Clash sono stati una delle band piu' innovative del rock britannico, a cavallo tra il punk e la new wave, hanno tradotto in canzoni la battaglia politica della "burning London" di fine anni settanta, tra i seminali protagonisti dell'ondata di rinnovamento della musica inglese. I Clash nascono dall'incontro di Joe Strummer (nome d'arte di John Graham Mellor), figlio di un diplomatico britannico e leader dei 101ers, Michael "Mick" Jones, Paul Simonon e Tory Crimes (nome d'arte di Terry Chimes) tutti provenienti dai London SS, nei quali milita anche Nicky "Topper" Headon. Simonon non ha mai suonato alcuno strumento e decide di imbracciare il basso dopo aver ascoltato i Sex Pistols; Mellor adotta il nome di "Strummer" (letteralmente: "strimpellatore") dopo le continue, improvvisate esibizioni del brano Johnny Be Good eseguite con l'ukulele nelle stazioni della metropolitana londinese; il nome The Clash viene scelto da Jones dopo aver constatato che il termine "scontro" e' quello piu' ripetuto sulle prime pagine dei quotidiani britannici. Al primo concerto dell'agosto 1976 (come apripista dei Sex Pistols), seguono altre apparizioni nel corso di diversi festival punk insieme agli onnipresenti Sex Pistols e a Siouxsie And The Banshees. Il sound ruvido e stringato, l'aggressivita' e la forte connotazione politica distinguono i Clash dalla scena punk rock soprattutto quando viene pubblicato nel marzo del 1977 White Riot, il loro primo sette pollici, duro attacco alle istituzioni per gli scontri di Notting Hill a Londra dell'anno precedente tra polizia e giovani della comunita' nera. Questo ruolo di "anima politica" della scena punk si definisce nel corso del White Riot Tour (nel quale Crimes viene sostituito da Headon) che culmina in maggio con la distruzione del Rainbow Club di Londra da parte del pubblico in delirio, esaltato dall'aria rivoluzionaria di "London's Burning", "Career Opportunities", " I'm So Bored With The USA" e "Garageland", episodi chiave dell'omonimo album di debutto edito un mese prima. Il successivo album Give 'Em Enough Rope (1978) conferma l'impegno e la voglia destabilizzante che si snoda su melodie elementari e accattivanti arrangiate con scarna tinta punk rock. L'album arriva al secondo posto delle classifiche britanniche e passa inosservato nel mercato statunitense. Tra il 1979 e il 1980 viene incisa una notevole quantita' di materiale che segna un decisivo cambio di rotta, dove l'impegno politico trova sfogo in una voglia di sperimentare con il funk, il rap, la musica reggae e tendenze provenienti dalle minoranze etniche presenti a Londra. L'idea funziona e London Calling (il doppio album del dicembre 1979) dona corpo a un capolavoro della musica inglese, svelando le profonde radici dei quattro musicisti. L'aspetto rivoluzionario e la voglia di sposare cause "dure e pure" trova anche un riscontro commerciale di massa in tutto il mondo, Stati Uniti inclusi. Il successivo Sandinista del 1980 impone i Clash come una delle forze espressive piu' importanti del punk rock confermano che la formazione ha idee da vendere e gli elementi espressivi giusti per dare vitalita' a tematiche complesse. Far ballare dando spunti per pensare e per avere una coscienza sembra essere lo spirito che pervade il gruppo che nel 1982 pubblica Combat Rock, potente e straordinario che porta la formazione all'apice della popolarita' ma purtroppo sara' anche ultimo episodio della collaborazione Strummer e Jones, le due anime dei Clash, mostrano infatti segni di insofferenza reciproca che porteranno Mick Jones a formare i Big Audio Dynamite e Strummer (insieme a Simonon) riprendera' il nome Clash e dara' alle stampe lo sfortunato Cut The Crap (1985). I Clash sono una delle fondamentali, seminali ed imprescindibili formazioni nella storia del rock.
Cliff jimmy
jimmy cliff
Lp [edizione] nuovo stereo usa 1969 trojan
reggae
reggae
ristampa pressoche' identica alla prima rara tiratura su Trojan, copertina senza barcode. Uscito dopo ''Hard road to travel'' (1967) e prima di ''Another cycle'' (1971), questo eponimo lp e' un album classico del reggae di inizio anni '70: prodotto da Leslie Kong, vede il celebre cantante giamaicano tirare fuori alcuni dei suoi cavalli da battaglia, come la canzone di protesta ''Vietnam'' e ''Wonderful world, wonderful people'', che dara' il titolo alla versione americana dell'album; il tutto a base di un peculiare crossover fra reggae, rocksteady, pop e soul. Jimmy Cliff e' considerato uno dei grand del reggae, colui che ha scritto "Vietnam", definita da Bob Dylan la pi— bella canzone di protesta di tutti i tempi. Nel 1962 arriva a Kingston dalla campagna con il sogno di diventare una star, proprio come il protagonista del film "The harder they come", da lui stesso interpretato. Grazie ad un grande talento, inizia subito a incidere, benche' abbia solo 14 anni. Lo ska ed il rocksteady lo vedono tra i grandi protagonisti, mentre l' Inghilterra e l' America diventano terra di conquista per il suo stile soul. La sua influenza sul reggae e sul pop e' stata enorme.
Coldplay
A head full of dreams (reissue)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 2015 parlophone
indie 2000
indie 2000
ristampa su unico vinile. Il settimo album della band inglese, molto più solare rispetto al precedente con frequenti incursioni nei territori pop funk e dance. Formatisi a Londra nel 1998, i Coldplay si collocano su di un terreno di confine fra il brit pop ed il raffinato rock dei Radiohead, con alcuni tratti che rimandano al suono inglese degli anni '80 (Echo & The Bunnymen, Breathless). Il gruppo ottiene un grande riscontro di pubblico nel 2000 con il primo album "Parachutes" e si conferma nel 2002 con "A rusch of blood to the head"; Il pop delicato ed autunnale del gruppo e' in raro equilibrio fra fruibilita' e valore artistico. Seguono "X&Y" (05), "Viva la vida or death and all his friends" (08) e "Mylo xyloto" (11).
Collins albert
Love can found anywhere (even in a guitar)
Lp [edizione] nuovo stereo rus 1968 audio clarity
blues rnr coun
blues rnr coun
Ristampa del 2021 ad opera della Audio Clarity, vinile che gira a 45 giri, copertina senza codice a barre, pressoché identica alla prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1968 dalla Liberty nel Regno Unito e dalla Imperial negli USA, il secondo album solista, successivo a "The cool sounds of Albert Collins" (1965) e precedente "Trash talkin'" (1969). Un set di dodici brani che si dipanano in un torrido, compatto equilibrio fra blues elettrico texano, r'n'b alla Booket T e funk affine ai deep grooves di James Brown; la chitarra di Collins è come suo solito asciutta ed essenziale, ma estremamente incisiva, algida espressione del blues moderno dello Stato della stella solitaria Questa la scaletta: "Do the sissy", "Collins' mix", "Let's get it together", "Got a good thing goin'", "Left overs", "Doin' my thing", "Let's get it together again", "Ain't got time", "Turnin' on", "Whatcha say (I don't know)", "Pushin'", "Stump poker". Albert Collins (1932-1993), influente texano che ha ispirato, fra gli altri, Gary Moore, Steve Ray Vaughan e Robert Cray, è riconosciuto come uno dei grandi della chitarra elettrica blues. Soprannominato ''The iceman'' e ''The master of Telecaster'', sviluppò il suo originale stile asciutto ed essenziale che dava spessore a ciascuna nota, dopo essersi inizialmente cimentato con l'organo, abbandonato per la chitarra dopo l'incontro con grandi bluesman quali John Lee Hooker, T-Bone Walker e Lightnin' Hopkins (che era suo cugino). Suonò per decenni senza diventare una star, sebbene la sua influenza sia stata riconosciuta sia in ambito rock che blues: il suo primo grande successo fu il singolo ''Frosty'' (1962). La sua popolarità crebbe di slancio dalla fine degli anni '70 e negli anni '80, ma un male incurabile lo portò alla morte nel 1993.
Coltrane john
a love supreme (gatefold)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1965 impulse! / verve / universal
jazz
jazz
Ristampa del 2022, rimasterizzata, copertina apribile pressoche' identica a quella della prima molto rara tiratura. Il fondamentale capolavoro "A Love Supreme" del geniale sassofonista di colore nato ad Hamlet, Carolina del Nord, luminosissima meteora della storia del jazz, con la sua breve ma intensissima carriera, stroncata il 17 luglio del '67 da una assai prematura morte, ancora 40enne e nel pieno della sua maturita' artistica. Registrato in New Jersey il 9 dicembre del 1964, con un quartetto stellare che vede impegnati oltre a Coltrane McCoy Tyner al piano, Jimmy Garrison al contrabasso ed Elvin Jones alla batteria, "A Love Supreme" e' considerato da molti, inevitabilmente, come uno dei massimi capolavori dell' intera storia del jazz, opera di insuperabile bellezza che mette mirabilmente a frutto le innovazioni dei dischi con cui Coltrane aveva dato il suo irrinunciabile apporto, qualche anno prima, al free jazz ed a tutto il jazz moderno (dischi capitali quali "Giant Steps" o "My Favourite Things"), con uno slancio quasi spirituale, mistico, che definisce l' approccio quasi religioso alla musica che caratterizzo' quegli ultimi anni della sua storia artistica. Questo, e molto altro, in un equilibrio magico tra la vena sperimentale che caratterizzo' i suoi dischi dell' epoca ed una vena comunicativa straordinariamente lirica, che si dispiega qui in un unico brano che da' il titolo al disco, diviso in quattro parti ("Acknowledgement", "Resolution", "Pursuance" e "Psalm"), nelle quali il motivo centrale va e viene tra infinite variazioni, con l' ispiratissimo sax di Coltrane capace di raggiungere vette di espressivita' diffcilmente toccate da altri, anche grazie all' appoggio di musicisti strepitosi che lo coadiuvano in una sintonia perfetta. Uno dei dischi fondamentali nella storia della musica! Cos_ scrisse J.L. Comolli nel '65, dopo la presentazione di "A Love Supreme" al Festival di Antibes : "Senza dubbio il jazz non e' mai stato portato a un tal punto di esaltazione, l'improvvisazione cos_ vicino al delirio e la bellezza tanto vicino alla mostruosit., che e' la perfezione superumana. Musica non celeste, ma infernale, in cui l'amore di Dio e' la morte dell'uomo. In questo senso si deve parlare di vero misticismo a proposito di questo canto di gioia per mezzo della sofferenza, di serenita' attraverso la follia, e di bellezza per il tramite del terrore".
Confusional quartet
Confusional quartet 1981 (12" coloured vinyl + bonus live tracks)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1980 expanded
punk new wave
punk new wave
Vinile da 180 grammi di colore verde. Ristampa in versione lp a 12", contenente i brani originari tutti sulla prima facciata, mentre la seconda è occupata da registrazioni dal vivo inedite (da un concerto dato all'Odissea 2001 di Milano il 13 maggio del 1980: "Nerbo zip", "Orinoco blues", "Plastic city dinamic", "Caruzon", "XXXX", "Trallà pappa", "Swing", "Samba paperino", "Pensione elastica", "Guerra in africa", "Volare", "Bologna rock"). Originariamente pubblicato nel 1981 in formato 10", questo mini lp senza titolo seguì il primo brillante e visionario album del gruppo, anch'esso eponimo, uscito nel 1980. Come quello, anche questo lavoro è un'inclassificabile opera musicale in cui confluiscono caratteri affini alla no wave, la giocosità iconoclasta di Frank Zappa e dei primi Devo, melodie e ritmi che fondono motivi popolari ed accessibili con un'attitudine sperimentale e radicale che le distorce e le rimodella in modo sovversivo. Storica formazione bolognese dell'epoca new wave, i Confusional Quartet si formarono nel 1978. Il loro primo e per lungo tempo unico lp ''Confusional quartet'' (1980) fu inserito dallo staff di Rumore tra i cinquanta dischi fondamentali della musica italiana degli anni '80, accostandolo alla no wave newyochese per via dell'efficace intreccio fra jazz e post punk. All'influenza, qui sottolineata, della no wave newyorkese, noi aggiungiamo quella dei Devo piu' sperimentali o dei Residents, per dare ancor piu' il quadro di un album ancora oggi sorprendente. I Confusional Quartet pubblicarono in seguito un 10''ep sempre eponimo ed un triplo 7'', entrambi nel 1981. Si riformano finalmente nel 2011, incidendo nuovo materiale che frutta il secondo album ''Italia calibro X'' (2011), a cui fa seguito il terzo, intitolato ancora una volta ''Confusional quartet'' (2012), quindi il tributo a Demetrio Stratos degli Area "Play demetrio stratos" (2014).
Corviria
Psyco analysis (ltd. rsd 2023)
Lp [edizione] nuovo stereo ita 1977 redi edizioni musicali
soundtracks
soundtracks
Edizione limitata a 400 copie in vinile nero, REALIZZATA IN OCCASIONE DEL RECORD STORE DAY DELL' APRILE 2023. Ristampa del 2023 ad opera della Redi Edizioni Musicali, la prima in assoluto in vinile e pressoché identica alla ultrarara prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1977 dalla Squirrel in Italia, il primo dei due leggendari e rarissimi albums usciti a nome Corviria, precedente "Descriptive" (1980). Dietro questo pseudonimo si cela la compositrice italiana Vittoria Corona, misteriosa e semisconosciuta autrice, che a quanto pare creò da sola o quasi questo affascinante esempio di library music, contenente parti sia strumentali che sporadici interventi vocali "wordless". Immerso in un'atmosfera tipicamente noir, spettrale, che rievoca le colonne sonore del cinema del terrore e della suspence degli anni '50, '60 e '70, attraverso insistenti trame di poche note pianistiche dall'andamento quasi minimalista, voci inquientanti che riecheggiano qua e là, occasionali effetti eco e psichedelici che si collocano sul versante onirico dell'incubo, e trame di sintetizzatori che egualmente creano un effetto di paura e di oscurità. A tutto ciò fa da contraltare il brano finale "Seagull song", spinto da un lento groove di batteria elettronica, e caratterizzata da una cullante melodia elettronica e vocale che fa pensare ad uno easy listening avvolto in un sogno. Questa la scaletta: "Paranoia", "Psiche", "Ombre", "Complesso Di Colpa", "Suicidio", "Persecuzione", "Trauma Infantile", "Subconscio", "Anime", "Schizofrenia", "Le Streghe", "Passi", "Gorgo", "Seagull Song".
Cotton alison (left outsides)
Enggelchen (ltd clear)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 2024 cardinal fuzz
indie 2000
indie 2000
edizione limitata in vinile trasparente, copertina ruvida. Disco dedicato alle figure di Ida e Louise Cook che grazie alle loro conoscenze nel mondo della lirica riuscirono a garantire un passaggio sicuro dalla Germania e Polonia a diversi ebrei prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Un album emotivo basato su brani con lunghi drones di archi sui quali si inseriscono vocalizzi ed effetti sonori ed altri che intrecciano varie voci, creando un atmosfera che cerca di ricordare le tetre nubi che si avvicinavano sull'Europa negli anni 30.
Alison Cotton è una musicista londinese (suona la viola), insieme al marito, Mark Nicholas, forma il duo folk psichedelico The Left Outsides, e poi porta avanti progetti sperimentali, dal 2014, è particolarmente attiva nelle ricerche in ambito musicale su corde ed archi. Il primo album "All is quiet at the ancient theatre" è stato tra i dischi dell'anno per il Guardian.
Cult
Love
Lp [edizione] nuovo stereo uk 1985 beggars banquet
punk new wave
punk new wave
Ristampa del 2022, copertina apribile pressoche' identica alla prima tiratura, e completa di inner sleeve con testi. Il secondo storico album dei Cult, da molti ritenuto il loro capolavoro assoluto, uscito nell' ottobre del 1985 e giunto al quarto posto della classifica inglese ed all' ottantasettesimo di quella americana, contenente brani che entreranno tra le hit indimenticabili degli anni ottanta come Rain, Revolution e She Sells Sanctuary. Dopo il positive punk dalle tinte oscure dei Southern Death Cult e dei Death Cult, il dichiarato dark sound di "Dreamtime", primo album a nome semplicemente Cult, segue questo loro secondo lavoro Love, vera celebrazione di sonorita' divise tra dark, rock e ombreggiata psichedelia, sonorita' che garantiranno al gruppo un posto di primo piano nella scena underground anglosassone e mondiale della seconda meta' degli anni ottanta. Capitanati da Ian Astbury, una delle piu' belle voci del post punk inglese, il gruppo nasce a Londra dalle ceneri dei Southern Death Cult (autori di un solo album tra le piu' belle testimonianza del movimento positive-punk anglosassone), gruppo che trova naturale proseguimento artistico a nome Death Cult, (autore di due singoli), per giungere al finale utilizzo della sola parola Cult come distintivo del gruppo. Oltre a Ian Astbury i Cult erono formati da Nigel Preston (ex Theatre of Hate, Sex Gang Children, Death Cult) da Jamie Stewart (ex Theatre of Hate e Death Cult) e dal poliedrico chitarrista Billy Duffy (attivo sin dal 1977 in una band punk "The Nosebleeds" in cui militava anche un giovanissimo Morrisey, futuro leader degli Smiths, partecipera' ai progetti Slaughter and the Dogs, Studio Sweethearts, Lonesome No More, Theatre of Hate, Death Cult). Da segnalare oggi la presenza di Ian Astbury a fianco di Stewart Copeland (batterista dei Police), Ray Manzarek e Robby Krieger (Doors) nelle fila della nuova band Doors 21th Century, ma John Densmore primo batterista dei Doors ha iniziato una pratica legale per l'utilizzo del nome ....ma questa e' un'altra triste storia del rock.
Dada (japan)
Jyo
Lp [edizione] nuovo stereo jap 1978 vanity
rock 60-70
rock 60-70
Copertina senza codice a barre. Ristampa pressoché identica alla ultrarara prima stampa, pressata pare in soli 200 esemplari. Originariamente pubblicato nel 1978 dalla Vanity solo in Giappone, il primo album, precedente "Dada" (1981). Dedicato a Brian Eno, ed ispirato da un antico dipinto giapponese su rotolo di epoca Heian, "Gakisoshi", l'album "Jyo" è composto da quattro brani strumentali, di cui solo il primo contiene una parte ritmica percussiva, suonata con percussioni elettroniche dal collaboratore Hiroshi Natori: la musica è diltatata, contemplativa, ma anche spettrale, fondata su bordoni e lentissime pulsazioni di sintetizzatore e su melodie di chitarra elettrica che richiamano lo space rock più rarefatto e siderale. Una musica in cui si incontrano le prime intuizioni della ambient music di Eno con i Pink Floyd più sperimentali e spaziali. Questo duo giapponese del Kansai fu formato nel 1977 dal musicista elettronico Kenji Konishi (già con Kigadoumei) e dal chitarrista Mustuhiko Izumi (già con i Karisma), entrambi attivi nella scena hard e prog locale nel corso del decennio. Con il progetto Dada realizzarono fra il 1978 ed il 1981 due album di musica dilatata e contemplativa, sospesa fra la ambient (il primo lp fu dedicato a Brian Eno) ed i Pink Floyd più spaziali, quasi del tutto priva di accompagnamento ritmico. Un terzo album, "Castle wall", uscì postumo nel 1994, ma conteneva materiale inciso nel 1979/80. Dopo la fine dell'esperienza dei Dada, Konishi formò i 4-D e negli anni '90 fu anche con i P-Model, mentre Izumi cominciò a lavorare con la Konami, producendo musica per videogiochi.
Daft punk
Homework
Lp2 [edizione] nuovo stereo eu 1996 daft life
indie 90
indie 90
Doppio vinile, copertina apribile con parti in rilievo. L'album di debutto del duo di Parigi di elettronica IDM. I due esordiscono come Daft Punk nel 1993 con il singolo "the new wave" per la celebrata etichetta Soma, subito acclamato dalla stampa musicale specializzata come un lavoro innovativo in ambito house, per la capacita' di miscelare influenze acid house e techno con le radici indie rock e hip hop dei due (iniziano infatti come Darling, cover band indie rock strumentale; l'appellativo "daft punk" era stato coniato da un giornalista di Melody Maker che aveva recensito con toni sarcastici la loro cover di un brano dei Beach Boys apparsa su una compilation prodotta dagli Stereolab), il loro stile si arricchisce di influssi Suicide, Kraftwerk, Aphex Twin, vicini a quest'ultimo anche per l'approccio ironico e beffardo che li anima.
Daft punk
Random access memories (10th)
Lp3 [edizione] nuovo stereo eu 2013 columbia
indie 90
indie 90
edizione per il decennale, espanso con 9 brani inediti, triplo vinile 180 grammi, poster, copertina apribile cartonata, libro inserto formato 12" costituito da 16 pagine, adesivo di presentazione sul cellophane. Doppio Lp pubblicato dalla Columbia nel maggio 2013, dopo "Human after all" (05), il quarto album del duo francese, giunto alla posizione n.1 sia in Usa che in Uk. A differenza dei lavori precedenti. "Random access memories" presenta parti strumentali suonate da musicisti veri, con il duo alla prese solamente con drum machines, sintetizzatori modulari e vecchi vocoders, oltre ad una nutrita partecipazione di ospiti, fra cui Panda Bear (Animal Collective), Julian Casablancas (Strokes), il cantante e compositore di house Todd Edwards, Dj Falcon, Chilly Gonzales, Giorgio Moroder, Nile Rodgers, il compositore Paul Williams e Pharrel Williams (Neptunes, N.E.R.D.); 13 tracce che attingono pienamente nel suono e nelle atmosfere disco ed elettronica degli anni 70 e 80: veloci accordi di chitarre funky, sintetizzatori e vocoder in pianta stabile, ritmiche ballabili, in un disco accattivante e giocoso, che omaggia il passato in un'ottica contemporanea. Il duo elettronico francese dei Daft Punk si forma a Parigi intorno al 1993 ad opera di Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo sulle ceneri del gruppo indie pop Darlin. I due, amici di vecchia data, sono travolti dall'esplosione della house e della techno e si cimentano quindi con le nuove sonorita' dance elettroniche, pubblicando il primo apprezzato album "Homework" nel 1997 con la Virgin, dopo alcuni singoli usciti su Soma: l'album e' piu' vicino alla house rispetto al successivo ed acclamato "Discovery" (2001), eclettico lavoro a base di dance, pop ed elettronica. Il terzo album, "Human after all", esce nel 2005.
Daisy chainsaw
hope your dreams come true + 2
12"ep [edizione] originale stereo uk 1992 deva
[vinile] excellent [copertina] excellent indie 90
[vinile] excellent [copertina] excellent indie 90
ep in formato 12", l' originale stampa inglese, con vinile come in tutte le copie "Made in France", etichetta bianca con scritte nere e logo in bianco e nero, catalogo 92TP12. Pubblicato nel novembre del 1992 dalla One Little Indian in Gran Bretagna, questo ep, il terzo della band, vide la luce dopo il primo album ''Eleventeen'' (1992) e prima del secondo ''...For they know not what they do'' (1994). L'ultimo disco pubblicato con Katie Garside ancora in formazione, vede il gruppo inglese proseguire con l'abrasivo e schizzato indie rock chitarristico dei lavori precedenti, mostrando pero' derive ancora piu' oscure e notturne nel brano che da' il titolo all'album, oscillante fra esplosioni rabbiose e potenti e passaggi di rarefatta angoscia. Questi i brani presenti: ''Hope your dreams come true'', tratta dal primo album ''Eleventeen'', e le inedite su album ''Propeller punch'' e ''Queue for transatlantic alien''. I Daisy Chainsaw si formano a Londra nel 1989, su impulso del chitarrista Crispin Gray e della eccentrica cantante Katie Jane Garside, che era solita esibirsi in abiti da mendicante e con un atteggiamento al tempo stesso infantile e rabbiosamente punk. Il gruppo fece sensazione in patria con la piccola hit "Love your money" (1992), seguita dall'album d'esordio "Eleventeen". L'abbandono della Garside, che spari' dalle scene per alcuni anni, mise in crisi i Daisy Chainsaw, che la sostituirono con Belinda Leith nel secondo album per poi sciogliersi nel 1995. Crispin Gray e Katie Garside si sono poi riuniti nel 1999 dando vita ai Queen Adreena.
Daisy chainsaw
Love sick pleasure
12" [edizione] originale stereo uk 1991 deva
[vinile] excellent [copertina] excellent indie 90
[vinile] excellent [copertina] excellent indie 90
ep in formato 12", l' originale stampa inglese, copertina ruvida (con piccola apertura in alto lungo la costola), etichetta bianca con scritte nere, catalogo DVAT001. Pubblicato nel settembre del 1991 dalla Deva in Gran Bretagna, dove raggiunse la 26esima posizione in classifica, il 12'' ''Love sick pleasure'' e' la prima uscita discografica dei Daisy Chainsaw, precedente il successivo singolo ''Pink flower'' (1992). Il maggior successo del gruppo inglese, ''Love your money'' presenta tre brani di infiammato indie rock venato di noise e punk, in cui le atmosfere ossessive e l'aggressivita' sonora lo accostano al rock alternativo americano piu' che a quello inglese, seppure si possano riconoscere similitudini con i primi Jesus And Mary Chain e con i My Bloody Valentine di ''Isn't anything'' (1988). La voce di Katie Garside e' particolarmente tagliente, ricorda a tratti Lydia Lunch, la prima Siouxsie o la Bjork pre-Sugarcubes, e sembra preludere qui allo stile di cantanti femminili inglesi di molti anni dopo, come Liela Moss dei Duke Spirit. Questi i brani presenti: ''Love your money'', poi inserita nel primo album ''Eleventeen'', e le inedite su album ''Get real pleasure'' e ''Sick of sex''. I Daisy Chainsaw si formano a Londra nel 1989, su impulso del chitarrista Crispin Gray e della eccentrica cantante Katie Jane Garside, che era solita esibirsi in abiti da mendicante e con un atteggiamento al tempo stesso infantile e rabbiosamente punk. Il gruppo fece sensazione in patria con la piccola hit "Love your money" (1992), seguita dall'album d'esordio "Eleventeen". L'abbandono della Garside, che spari' dalle scene per alcuni anni, mise in crisi i Daisy Chainsaw, che la sostituirono con Belinda Leith nel secondo album per poi sciogliersi nel 1995. Crispin Gray e Katie Garside si sono poi riuniti nel 1999 dando vita ai Queen Adreena.
Daisy chainsaw
Pink flower + 2
12" [edizione] originale stereo uk 1992 deva
[vinile] excellent [copertina] excellent indie 90
[vinile] excellent [copertina] excellent indie 90
ep in formato 12", l' originale stampa inglese, con vinile come in tutte le copie "Made in France", etichetta bianca con scritte nere e logo in bianco e nero, catalogo 82TP12. Pubblicato nel marzo del 1992 dalla One Little Indian (in associazione con la Deva) in Gran Bretagna, dove giunse al 65ø posto in classifica, non uscito negli USA, ''Pink flower'' e' il secondo 12'' dei Daisy Chainsaw, uscito dopo ''Love sick pleasure ep'' (1991) e prima dell'album d'esordio ''Eleventeen'' (1992). Il gruppo inglese, dopo il piccolo exploit del singolo d'esordio, propone qui tre brani di indie rock chitarristico abrasivo e dissonante, in cui la violenza sonora fra punk e noise fa pensare a gruppi come i Come, senza pero' la cupa disperazione di questi ultimi, sostituita da uno scatenato approccio garage punk, che si fa piu' lento ed ossessivo nella lunga ''Room 11''. Questi i brani presenti: ''Pink flower'', poi inserita nel primo album, e le inedite su album ''All the kids agree'' e ''Room 11''. I Daisy Chainsaw si formano a Londra nel 1989, su impulso del chitarrista Crispin Gray e della eccentrica cantante Katie Jane Garside, che era solita esibirsi in abiti da mendicante e con un atteggiamento al tempo stesso infantile e rabbiosamente punk. Il gruppo fece sensazione in patria con la piccola hit "Love your money" (1992), seguita dall'album d'esordio "Eleventeen". L'abbandono della Garside, che spari' dalle scene per alcuni anni, mise in crisi i Daisy Chainsaw, che la sostituirono con Belinda Leith nel secondo album per poi sciogliersi nel 1995. Crispin Gray e Katie Garside si sono poi riuniti nel 1999 dando vita ai Queen Adreena.
Danse society
Heaven is waiting (clear blue vinyl)
Lp [edizione] nuovo stereo EU 1984 spittle
punk new wave
punk new wave
ristampa del 2021, in vinile blu trasparente, rimasterizzata, e corredata di inner sleeve, copertina senza barcode pressoche' identica alla prima tiratura su Arista. Il primo superbo album della band anglosassone. Uno dei piu' grandi capolavori espressi dal post punk inglese sospeso tra dark e new wave, meno cupo del precedente mini-album "Seduction" ma ancor piu' caratterizzato dal sound personalissimo, oscuro, introspettivo, propositivo ed affascinante che ha giustamente posto il nome dei Danse Society fra quello delle formazioni fondamentali di tutto il post-punk anglosassone. "Heaven Is Waiting" immortala il gruppo nel suo momento di maggiore maturita' artistica, dieci brani che nel loro evolversi non denotano alcun segno di caduta artistica ma al contrario ci consegnano tra le piu' ispirate realizzazioni del periodo. L'uscita dell'album datato Febbraio 1984 venne preceduta dalla pubblicazione dei singoli Wake Up (Agosto 1983) e Heaven Is Waiting (Ottobre 1983) che lasciavano presagire le trame racchiuse in questo piccolo capolavoro dove trovera' spazio anche la magnifica cover del brano 2000 Light Years From Home dei Rolling Stones che successivamente, nel Marzo del 1984, sara' pubblicata anche su singolo. I Danse Society si formano a Barnsley dalle ceneri degli Y? e dei Lips-X da Steve Rawlings, Paul Nash, Lyndon Scarfe, Paul Gilmartin, Patrick Hert e Paul Hampshire, in fase embrionale il gruppo adottera' il nome Danse Crazy, pseudonimo con il quale si presenteranno al Secondo Futurama Festival di Leeds nel Settembre del 1979, festival al quale parteciparono anche i Joy Division, Cabaret Voltaire, A Certain Ratio, OMD , Public Image Limited, Soft Cell e numerosi altri gruppi che caratterizzeranno la musica anglosassone dei primi anni ottanta. Successivamente alla realizzazione del primo dodici pollici There Is No Shame In Death, Paul Hampshire e Patrick Hertz lasceranno il gruppo e saranno sostituiti da Tim Wright che completera' la formazione. Autori di un sound capace di materializzare paesaggi sinistri e melanconici ma intrisi di una oscura e superba energia, i Danse Society sono gruppo culto della scena dark wave nata come deviazione e sviluppo della nuova anomalia post punk, capaci all'epoca di accogliere i plausi della critica specializzata, che ancora oggi li considera tra i migliori esponenti del genere a distanza di oltre venti anni dai loro esordi.
Davis miles
bitches brew (legacy)
lp2 [edizione] nuovo stereo eu 1970 legacy/columbia
jazz
jazz
ristampa del doppio album, in vinile 180 grammi, copertina apribile pressoche' identica alla prima rara tiratura su Columbia. Pubblicato dopo ''In a silent way'' (1969) e prima di ''A tribute to Jack Johnson'' (1971). Inciso al Columbia Studio B di New York in tre sessioni, il 19, 20 e 21 agosto del 1969, con formazione composta da Miles Davis (tromba), Bennie Maupin (clarinetto basso), Wayne Shorter (sax soprano), Chick Corea (piano elettrico), Joe Zawinul (piano elettrico), Larry Young (piano elettrico), John McLaughlin (chitarra), Dave Holland (contrabbasso, basso elettrico), Harvey Brooks (basso elettrico), Jack DeJohnette (batteria), Lenny White (batteria), Don Alias (conga) e Jim Riley (sonagli, conga). Disco epocale e discusso, che divise il mondo del jazz all'epoca della sua uscita, ''Bitches brew'' e' uno dei lavori capitali del grande trombettista, sullo stesso piano di altri suoi capolavori ''spartiacque'' come ''Birth of the cool'' (inciso 1949-50) e ''Kind of blue'' (1959). Sebbene Davis avesse preso con decisione la strada elettrica con il precedente ''In a silent way'', album dai toni solari e dalle melodie ipnotiche, con ''Bitches brew'' da' il definitivo avvio a quella che sara' poi definita fusion, grazie ad un album che unisce una sezione ritmica ipnotica, funk e quasi tribale con complessi ed astratti intrecci di strumenti a fiato e tastiere, misteriosi in ''Pharaos Dance'', glaciali in ''Bitches brew'' e sensualmente funk in ''Miles runs the voodoo down'', senza trascurare la giocosita' di ''Spanish key'' ed il malinconico lirismo di ''Sanctuary''. Importante fu anche il ruolo del produttore Teo Macero, che ''ricostrui'' insieme a Miles i brani cosi' come appaiono su disco, lavorando accuratamente in sede di produzione su ore ed ore di sessioni effettuate in quei tre fatidici giorni dell'estate del 1969. Il pubblico jazz piu' tradizionale rimase spiazzato e quasi oltraggiato da questo lp che, sebbene sia uno dei piu' venduti nella storia del jazz, e' un lavoro tutt'altro che commerciale e scontato: ascoltare per credere. Questa la scaletta dei brani: ''Pharaos dance'', ''Bitches brew'', ''Spanish key'', ''John McLaughlin'', ''Miles runs the voodoo down'', ''Sanctuary''.
Davis miles
Kind of blue
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1959 columbia / sony / legacy
jazz
jazz
ristampa con copertina pressoche' identica alla prima rara tiratura. Inciso ai Columbia 30th Studios di New York in due sessioni, il 2 marzo ed il 6 aprile del 1959, con formazione a sei composta da Miles Davis (tromba), Cannonball Adderley (sax alto), John Coltrane (sax tenore), Bill Evans (pianoforte, sostituito da Wynton Kelly nella sola ''Freddie freeloader''), Paul Chambers (contrabbasso) e Jimmy Cobb (batteria). Disco epocale e riconosciuto capolavoro del jazz, ''Kind of blue'' e' considerato una delle massime espressioni del cosiddetto jazz modale, dove le improvvisazioni sono basate su scale piuttosto che su accordi, la cui teoria era stata sviluppata negli anni '50 dal pianista George Russell nel suo celebre libro ''Lydian chromatic concept of tonal organization''. Al di la' della valenza innovativa nella storia del jazz, ''Kind of blue'' e' anche un disco di grande carica emotiva e di atmosfera, che passa dai nervosi fraseggi dei fiati in ''So what'' alla struggente e splendida tristezza di 'Blue in green'', per arrivare alla solare ed al tempo stesso malinconica ''All blues''; per non dire poi del gruppo stellare che incise questo disco. Musica rilassata e concentrata sull'atmosfera piuttosto che sugli assoli, in contrasto con le esplosioni del be bop e dello hard bop, frutto di una delle piu' importanti svolte stilistiche compiute da Davis nella sua lunga carriera. Questa la scaletta dei brani: ''So what'', ''Freddie freeloader'', ''Blue in green'', ''Flamenco sketches'', ''All blues''.
Davis miles
miles in the sky
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1968 music on vinyl
jazz
jazz
ristampa in vinile 180 grammi per audiofili, copertina pressoche' identica a quella della prima rara tiratura uscita su Columbia in America. Uscito nel 1968 dopo "Nefertiti" e prima di "Filles de Kilimanjaro". Con Herbie Hancock al piano, Wayne Shorter al sax tenore, George Benson alla chitarra in "Paraphernalia", Ron Carter al basso e Tony Williams alla batteria.. Il disco, comprensivo di quattro lunghe composizioni e prodotto da Teo Macero, e' visto da molti come l'inizio della fine del secondo quintetto di Davis, ma Š anche considerato il disco che anticipa la "fusion" degli anni a venire. La "spina dorsale " del jazz moderno. "Figlio" di Dizzie Gillespie ma soprattutto di Charlie "bird" Parker, come ha lui stesso dichiarato. "Quando seppi che Bird e Diz avrebbero suonato al Riviera presi la mia tromba e mi recai la'. A quel tempo io mi ero gia' creato una certa reputazione a St Louis. La prima cosa che vidi fu quel tizio che mi correva incontro, chiedendomi se fossi un trombettista. Risposi ' Si', sono un trombettista '. Poi mi chiese se avevo la Union card, e io dissi ' Si', ho anche quella '. Cosi' lui disse : ' Vieni, abbiamo bisogno di un trombettista, il nostro si Š ammalato '. Quel tizio era Dizzy. Non lo riconobbi subito, ma appena attacc• a suonare. E io non riuscivo a leggere la musica, e neppure a suonare, per ascoltare Bird e Diz ".
Davis miles / thelonious monk
Miles and monk at newport (monophonic)
Lp [edizione] nuovo mono eu 1964 music on vinyl
jazz
jazz
Ristampa in vinile 180 grammi per audiofili, copertina senza codice a barre pressoche' identica alla prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1964 dalla Columbia, questo album contiene alcune importanti performance dal vivo di Miles Davis e Thelonious Monk a due diversi festival di Newport. I brani registrati dal sestetto di Miles Davis, ''Ah-leu-cha'', ''Straight, no chaser'', ''Fran-dance'', ''Two bass hit'', restano tesimonianze di un concerto di notevole importanza in quanto segno' il debutto da vivo del celebre sestetto che avrebbe dato alla luce il capolavoro ''Kind of blue'' poco piu' di sei mesi dopo, nella sua incarnazione con i nuovi membri Jimmy Cobb e Bill Evans. Registrato al festival di Newport il 3 luglio del 1958, con formazione composta da Miles Davis (tromba), John Coltrane (sax tenore), Cannonball Adderley (sax alto), Bill Evans (pianoforte), Paul Chambers (contrabbasso) e Jimmy Cobb (batteria), il set testimonia di una performance scoppiettante, dinamica ed inventiva, in cui tutti i solisti regalano spunti entusiasmanti. I restanti due brani ''Bye bye blackbird'' e ''The theme'' sono quelli registrati ad un successivo festival di Newport, il 4 luglio del 1963, dal quartetto di Thelonious Monk (pianoforte), Charlie Rouse (sax tenore), Butch Warren (contrabbasso) e Frankie Dunlop (batteria), accompagnati da Pee Wee Russell (clarinetto), e rimangono un'acclamata sintesi fra l'approccio lirico ed evocativo di quest'ultimo e le ardite astrazioni di Monk.
Dead can dance
into the labirynth
lp2 [edizione] nuovo stereo uk 1993 4AD
punk new wave
punk new wave
Ristampa del 2016 con copertina apribile, doppio album, contenente due tracce in piu' rispetto alla versione in cd ("Bird" e "Spirit", provenienti dalla compilation "A Passage in Time" del 1991). Uscito nel settembre del 1993, dopo "Aion" e prima di "Towards the Within", il sesto album del progetto degli australiani Lisa Gerrard e Brendan Perry. Come sara' anche nei lavori successivi, il disco presenta delle fortissime influenze etniche, peraltro non estranee neppure ai lavori precedenti, ma qui' decisamente in primo piano, sia dal punto di vista strumentale che negli esperimenti vocali della Gerrard, mantenendo inalterato il fascino straordinariamente evocativo, talora inquietante, della musica dei Dead Can Dance. Tra i brani "The Ubiquitous Mr Lovegrove", che ebbe un buon successo nell' ambito delle alternative radio americane. Il progetto Dead Can Dance nasce in Australia nel 1981 da Brendan e Lisa, entrambi di origini Anglo-Irlandesi. I due decidono di trasferirsi a Londra dove ottengono un contratto con la 4AD, diventandone uno dei gruppi di maggior successo e parteciperanno naturalmente anche al progetto aperto 4AD This Mortal Coil. La 4AD di Ivo Watts-Russell sara' ricordata come etichetta fondamentale degli anni ottanta che ha avuto il merito di lanciare molti dei gruppi che hanno caratterizzato l'intera decade degli anni ottanta; tra questi sicuramente un posto di primo piano spetta ai Dead Can Dance capaci di rappresentare il vertice assoluto di quella ricerca sul suono, sulle voci e sulle atmosfere cosi' lontano da un qualsivoglia genere di "pop", autori di sonorita' gotiche, medioevali ed eteree, anche se questo e' termine al quanto ristrettivo per l'arte dei Dead Can Dance. Un'influenza, quella dei Dead Can Dance, che e' profondissima e non solo a livello strettamente musicale: l'importanza del duo anglo-australiano sta in primo luogo nell'aver introdotto nella musica rock un approccio "colto", un modo di comporre e costruire canzoni che nasceva da ricerche che erano non solo musicali ma anche letterarie, etnografiche e storiche. Gia' il loro primo album mostrava sia i primi germi di quel sound esoterico e medievaleggiante che sarebbe diventato il loro marchio di fabbrica, sia stranianti divagazioni tribali. Perry e Gerrard si complementavano tanto in fase di composizione che di esecuzione, dividendosi piu' o meno equamente i brani e riuscendo a trasformare in un'unica "anima" due personalita' musicali che non potevano essere piu' distanti. Se infatti Perry, voce baritonale e predilezione per arrangiamenti ricchi e fantasiosi, era un colto e austero cantautore, Gerrard - la cui voce era molto piu' vigorosa e nervosamente instabile rispetto al sussurro fatato di Liz Fraser (Cocteau Twins) - preferiva cimentarsi in esercizi vocali liberi da metrica e grammatica, adagiati su partiture esotiche e magiche, cantati in un linguaggio inesistente, che mescolava svariati linguaggi "reali". Spleen And Ideal, porta subito a livelli vicini alla perfezione tanto l'intesa tra i due, quanto la loro ricerca: qui ci sono ancora tracce di rock, che in seguito andranno perdute del tutto (culminando in "Aion" del 1990, che e' un album di musica medievale "pura"), c'e' molta elettronica, sebbene nascosta e mascherata. Ma i tre brani iniziali sono invece un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio. "Out of the Depths of Sorrow" ci mostra la loro personale versione del "De Profundis", su una partitura fatta di cori liturgici sintetizzati e tirati allo spasimo, lunghissime frasi di organo e battiti isolati dei timpani; su tutto svetta il canto camaleontico di Gerrard, la cui "mostruosa" estensione vocale permetteva escursioni sempre piu' spettacolari, ora una litania mediorientale e ora un canto religioso rinascimentale. "Ascension" e' un breve strumentale condotto da un coro cavalleresco di trombe e tromboni, con un minaccioso drone elettronico in sottofondo, all'insegna di un'atmosfera di totale rarefazione, di attesa angosciosa, di suspence spettrale. "Circumradiant Dawn" e' un altro viaggio ipnotico di Lisa Gerrard: accompagnati da null'altro che una fisarmonica usata tipo sintetizzatore "cosmico" e da scarni rintocchi di chitarra, i suoi vocalizzi sembrano attraversare un cielo antico, stellato e freddissimo. Questi tre brani segnano il prologo a un'epopea arcana e spirituale, che non si concludera' in questo disco bensi' continuera' a evolversi di album in album. Il resto dell'opera e' caratterizzato invece dalle ballate filosofiche e visionarie di Brendan Perry, tra le quali svettano la ritmica ipnotica di "The Cardinal Sin" e il carosello magico di "Enigma of the Absolute" (quest'ultima una delle vette piu' alte del loro intero repertorio), entrambe arricchite da contributi "cameristici", in particolare violoncello e timpani. Ma i capolavori non mancano nemmeno sul versante di Gerrard, che si riserva due numeri da fuoriclasse nei quali scatenare la sua voce sovrumana: la turbolenta "Mesmerism", condotta da poliritmi frenetici e da un pianoforte impazzito, salvo poi sfociare in un meraviglioso vortice di archi ed elettronica, e la ancor piu' magica e trascinante "Avatar". La portata artistica dei Dead Can Dance non e' soltanto musicale, anzi forse il lato musicale e' addirittura meno interessante rispetto a tutto quello che sta dietro le loro canzoni, quel loro approccio metodico, scientifico, piu' simile alle tecniche etnologiche della ricerca sul campo, o all'archeologia sperimentale che alla composizione musicale. Ogni nota, ogni arrangiamento e ogni parola delle loro canzoni e' frutto di un lavoro lungo e paziente di studio, documentazione e "sperimentazione" alla ricerca della resa perfetta dell'atmosfera e dell'epoca che di volta in volta il duo mirava a ricreare a partire da segni ben precisi e scelti con cura. Spleen And Ideal trasporta l'ascoltatore in un mondo e in un tempo alieni, antichi e lontanissimi eppure al tempo stesso incredibilmente "familiari" ed evocativi, come se le loro associazioni di armonie e sonorita' fossero iscritte nel nostro inconscio collettivo.
Dead can dance
Toward the within
lp2 [edizione] nuovo stereo uk 1994 4ad
punk new wave
punk new wave
ristampa del 2016, doppio album, copertina pressoche' identica a quella della molto rara originaria tiratura, e corredata di inner sleeves. Pubblicato nell'ottobre del 1994 dalla 4AD in Gran Bretagna e dalla Rough Trade negli USA, ''Toward the within'' e' il primo album dal vivo dei Dead Can Dance, uscito dopo ''Into the labyrinth'' (1993) e prima di ''Spiritchaser'' (1996). Il duo australiano pone finalmente su vinile un documento del proprio live show, con questo lavoro che non perde la delicatezza e le atmosfere evocative dei dischi in studio, attraverso brani che in gran parte sono inediti su vinile perche' appartenenti al repertorio live del gruppo, ed in cui si manifestano i tratti caratteristici della loro musica, fra dream pop, atmosfere eteree e meditative, contaminazioni etniche, partiture sonore rarefatte e distese. Il gruppo nasce nel 1981 a Melbourne dall'unione del polistrumentista Brendan Perry con la cantante Lisa Gerrard, entrambi di genitori Anglo-Irlandesi i due si trasferiscono a Londra dove ebbe inizio la carriera di una delle piu' affascinanti ed evocative band della scuderia 4ad. Dead Can Dance e' tra i progetti piu' evocativi ed affascinanti nati dall'impeto post punk degli anni ottanta, capaci di abbattere le barriere di confine tra generi, riuscendo ad accomunare ed avvicinare diversi stili, oggi godono di un culto che e' riuscito a valicare il confine di genere musicale. La 4AD di Ivo Watts-Russell sara' ricordata come etichetta fondamentale degli anni ottanta che ha avuto il merito di lanciare molti dei gruppi che hanno caratterizzato l'intera decade degli anni ottanta; tra questi sicuramente un posto di primo piano spetta ai Dead Can Dance capaci di rappresentare il vertice assoluto di quella ricerca sul suono, sulle voci e sulle atmosfere cosi' lontano da un qualsivoglia genere di "pop", autori di sonorita' gotiche, medioevali ed eteree, anche se questo e' termine al quanto riduttivo per l'arte dei Dead Can Dance. Un'influenza, quella dei Dead Can Dance, che e' profondissima e non solo a livello strettamente musicale: l'importanza del duo anglo-australiano sta in primo luogo nell'aver introdotto nella musica rock un approccio "colto", un modo di comporre e costruire canzoni che nasceva da ricerche che erano non solo musicali ma anche letterarie, etnografiche e storiche. Gia' il loro primo album mostrava sia i primi germi di quel sound esoterico e medievaleggiante che sarebbe diventato il loro marchio di fabbrica, sia stranianti divagazioni tribali. Perry e Gerrard si complementavano tanto in fase di composizione che di esecuzione, dividendosi piu' o meno equamente i brani e riuscendo a trasformare in un'unica "anima" due personalita' musicali che non potevano essere piu' distanti. Se infatti Perry, voce baritonale e predilezione per arrangiamenti ricchi e fantasiosi, era un colto e austero cantautore, Gerrard - la cui voce era molto piu' vigorosa e nervosamente instabile rispetto al sussurro fatato di Liz Fraser (Cocteau Twins) - preferiva cimentarsi in esercizi vocali liberi da metrica e grammatica, adagiati su partiture esotiche e magiche, cantati in un linguaggio inesistente, che mescolava svariati linguaggi "reali". La portata artistica dei Dead Can Dance non e' soltanto musicale, anzi forse il lato musicale e' addirittura meno interessante rispetto a tutto quello che sta dietro le loro canzoni, quel loro approccio metodico, scientifico, piu' simile alle tecniche etnologiche della ricerca sul campo, o all'archeologia sperimentale che alla composizione musicale. Ogni nota, ogni arrangiamento e ogni parola delle loro canzoni e' frutto di un lavoro lungo e paziente di studio, documentazione e "sperimentazione" alla ricerca della resa perfetta dell'atmosfera e dell'epoca che di volta in volta il duo mirava a ricreare a partire da segni ben precisi e scelti con cura.
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