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Cramps
Rockinnreelininaucklandnewzealandxxx
Lp [edizione] originale stereo ger 1986 vengeance
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
Prima rara stampa pressata esclusiva dalla tedesca Vengeance, copertina lucida fronte retro senza codice a barre, etichetta arancio e nera con catalogo C669 e "made in West Germany", vinile nero (molti anni dopo ristampato in vinile colorato); il magnifico live album uscito nel 1987 in forma semi-legale e registrato ad Auckland, Nuova Zelanda, il 30/8/86. Il terzo album in studio "A Date with Elvis" aveva ridestato da poco l'interesse per la grandissima band originaria dell'Ohio attiva dal '75, a distanza di cinque anni dal precedente album "Psychedelic Jungle"; ancora piu' di quel disco comunque ottimo, questo live li rivela ancora assolutamente all'altezza dei tempi migliori, autori di un live act travolgente e selvaggio in cui vecchi e nuovi cavalli di battaglia si susseguono uno dopo l' altro lasciando letteralmente senza fiato, e regalandoci una delle migliori testimonianze di sempre dell' inconfondibile "voodoo-billy" di Lux Interior e Poison Ivy (qui ancora con Nick Knox alla batteria e con l' aiuto di Candy Del Mar al basso), imitatissimo ma inarrivabile. Ecco la micidiale scaletta: The Hot Pearl Snatch, People Ain't No Good, What's Inside A Girl? Cornfed Dames, Sunglasses After Dark, Hearbreak Hotel, Chicken, Do The Clam, Aloha From Hell, Can Your Pussy Do The Dog? Birdfeed. Formati ad Akron, Ohio, nel 1975, sebbene originari di Sacramento, California, e presto trasferitisi a New York, i Cramps sono stati senza dubbio il più popolare ed importante gruppo di rock'n'roll / punk / garage emerso dalla prolifica scena statunitense della fine del decennio: la loro musica, potentissima, selvaggia ed adrenalinica con elementi voodoo, surf e forti richiami sessuali, ricca di riferimenti 50's e 60's, è stata influentissima su tutta la scena degli anni '80 ed oltre, particolare nei confronti dello psychobilly ma anche di formazioni ''trash'' come i primi Jon Spencer Blues Explosion. R.I.P. caro Lux Interior.
Cream
Disraeli gears
Lp [edizione] originale stereo ita 1967 polydor
[vinile] Very good [copertina] excellent rock 60-70
[vinile] Very good [copertina] excellent rock 60-70
Prima rara stampa italiana, copia con qualche segno di invecchiamento sul vinile (che all' ascolto risulta peraltro molto buono, eccetto il primo brano del lato B che si rivela un po' piu' "rumoroso"), copertina laminata fronte e retro, etichetta rossa con logo nero e bianco in alto, nella primissima versione con soltanto "Biem" nel riquadro a sinistra, catalogo 184104. Pubblicato in Inghilterra nel Novembre del 1967 dopo ''Fresh Cream'' e prima di ''Wheels of Fire'', giunto al quinto posto delle classifiche inglesi ed al quarto di quelle Usa, il secondo album. Dopo aver inventato l' hard rock nel 1966, prima di Hendrix e di chiunque altro, i Cream nel 1967 lo dipinsero di psichedelia, componendo questo indiscutibile capolavoro, un indimenticabile tempesta sonora tra rock blues, hard e psychedelia, in cui Jack Bruce, Ginger Baker ed Eric Clapton portano a limiti mai prima nemmeno intravisti la fusione tra jazz, blues, e psichedelia, il tutto interpretato con una furia, una perizia tecnica ma soprattutto una classe ed una urgenza artistica con pochi paragoni. "Disraeli Gears", all'epoca della sua uscita, ebbe un riscontro artistico enorme, ed introdusse gli ascoltatori passo dopo passo verso l'alchimia del blues cosmico del futuro "Wheels of Fire". "Disraeli Gears" e' carico di invenzioni e di effetti, mai banale, avanguardistico, carico di distorsioni e percussioni, il disco e' un caleidoscopio di stili musicali e tessiture in cui i colori si fondono alle trame, ognuno degli 11 brani del disco e' di qualita' assolutamente superlativa, ma "Sunshine of Your Love" e "Tales of Brave Ulysses" sono da inserirsi di diritto nella lista dei piu' grandi brani di sempre. Disraeli Gears e' uno dei dischi definitivi della scena dei '60 del British rock ed un lavoro che merita a tutti gli effetti l'inclusione tra i massimi vertici artistico-musicali di sempre. 10 e lode.
Creedence clearwater revival
Green river
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1969 fantasy / universal
rock 60-70
rock 60-70
Ristampa con copertina pressoche' identica alla prima rara stampa su Fantasy. Pubblicato in USA nel Settembre del 1969 dopo ''Bayou Country'' e prima di ''Willie And The Poor Boys'', giunto al numero 1 delle classifiche USA ed al numero 20 di quelle UK dove usci' nel Dicembre dello stesso anno. Il terzo album. Contiene alcuni brani storici, quali ''Green River'', ''Lodi'', ''Bad Moon Rising'' , "Wrote A Song For Everyone'', ''Cross-Tie Walker'', ''Tombstone Shadow'', oltre alla incredibile versione di ''The Night Time Is The Right Time'', considerato, a ragione, come uno dei capolavori del gruppo, riesce a condensare in un mirabile equilibrio compositivo ed artistico tutte le variegate anime della band. Uno dei dischi piu' riusciti dell'intera produzione statunitense della fine degli anni '60.
Croce jim
Life And Times
lp [edizione] nuovo stereo can 1973 bmg
rock 60-70
rock 60-70
Ristampa in vinile 180 grammi, copertina apribile pressoche' identica alla prima rara tiratura. Pubblicato in Usa nel febbraio del 1973 dopo '' You don't mess around with Jim'', giunto al numero 7 delle classifiche Usa e non entrato in quelle Uk dove usci' nel luglio dello stesso anno. Il secondo album solista "ufficiale", senza considerare il primo rarissimo "Facets" del 1966, autoprodotto e stampato in poche copie e senza considerare "Jim and Ingrid Croce" del '69 su Capitol. Uscito nel momento del massimo splendore dell' era singer-songwriter, "Life And Times" vede Jim Croce delinearsi come figura di riferimento e cardine dell' intero movimento. Tra i brani "One Less Set Of Footsteps" e "Bad Bad Leroy Brown" o le ballate "These Dreams" ed "Alabama Rain". Sara' purtroppo l' ultimo album non postumo dell' artista, che morira', il 20 settembre dello stesso anno, in un incidente aereo sui cieli della Luisiana; uno dei piu' grandi e sfortunati artisti della sua generazione.
Crystal castles
Crystal castles
Lp2 [edizione] nuovo stereo uk 2008 lies
indie 2000
indie 2000
Ristampa in doppio Lp. Pubblicato originariamente dalla Lies records nel marzo 2008, prima di "Crystal castles II" (10), debutto 'full lenght' per il duo canadese, giunto alla posizione n.47 in UK. Opera, che racooglie le loro primissime produzioni fra il 2005 e il 2007: i tre dei quattro pezzi dell'Ep "Alice practice" (Alice practice", "Air war" e "Love and caring"), stampato in 500 copie e andato esaurito in 3 giorni, i singoli usciti poco prima e poco dopo, "Crimawave (Crystal castles/Health song) "Xxzxcuzx", "Air wave", "Courtship dating", "Vanishing" e "Tell me what to swallow", piu' 8 brani nuovi: "Untrust us", "Magic spells", "Good time", "1991", "Knights", "Through the hosiery", "Reckless" e Black panther".16 brani di musica elettronica con ritmi ballabili, nella quale si inseriscono sia sonorita' retro', uscite dai primi videogames, che moderne, oltre a voci effettate e sintetizzatori, con una serie di pezzi, che soprattutto nella voce abrasiva della cantante ricordano un'estetica punk. Inoltre sono presenti venature industrial e synth pop, elettroclash e, sopprattutto nel pezzo di chiusura, "Tell me what to swallow", una sensibilita' quasi shoegaze. Le atmosfere si muovono fra malinconico, nostalgico, seducente e giocoso, con un range di riferimenti ampio, che spazia da gruppi contemporanei come Fleet foxes, Local natives etc etc, ma che parte dagli anni ottanta, post punk, new wave e synth pop. Attivi dal 2004, i Crystal castles, sono un duo canadese proveniente da Toronto, Ontario, composto dal produttore Ethan Kath e dalla cantante Alice Grass; fautori di una musica elettronica sperimentale 'casareccia', nella quale mischiano ritmi dance, melodie suoni glitch e sintetizzatori, hanno debuttato nel 2008, con l'album eponimo, che raccoglie quasi tutta la loro produzione, seguito da "Crystal Castles II" nel 2010
Crystal fairy (melvins, at the drive in)
Crystal fairy
Lp [edizione] nuovo stereo usa 2017 ipecac
indie 2000
indie 2000
adesivo su cellophane, sovraccopertina plastificata con parti trasparenti che, sul fronte e sul retro, lasciano intravedere parti della copertina sottostante, adesivo di presentazione sul cellophane, inserto con testi e crediti. Uscito nel marzo 2017, “Crystal Fairy” (2017) e' l' unico album del progetto Crystal Fairy, supergruppo formato da figure importanti della scena underground americana : Buzz Osborne e Dale Crover dei Melvins, Omar Rodriguez-Lopez (At the Drive-In e Mars Volta) e Teri Gender Bender (Le Butcherettes). Il disco, una raccolta di undici brani, ha due anime musicali: da una parte le canzoni si sviluppano attorno a riff dall’imprinting sludge e stoner (merito dei due membri provenienti dai Melvins), dall’altra ogni pezzi si caratterizza per la voce sensuale e rock di Teri Gender Bender, dal timbro vocale inconfondibile. Tra i brani, una cover di "Possession" degli oscuri Tales of Terror.
Cure
Disintegration (extended)
lp2 [edizione] nuovo stereo eu 1989 fiction / polydor / universal
punk new wave
punk new wave
Doppio album, ristampa rimasterizzata dai master tapes originali da Robert Smith, estesa doppio album (in vinile pesante 180 grammi), copertina apribile (l' originaria stampa non era apribile), inner sleeves con testi ed artwork. Si tratta della versione "integrale" dell' album "Disintegration", che qui include dodici brani, ovvero anche i due brani originariamente presenti solo nelle versioni in cassetta ed in cd del disco, ovvero l' oscura e psichedelica "Last Dance" e la delicata e sognante "Homesick". Pubblicato nel maggio del 1989 dalla Fiction in Gran Bretagna, dove giunse al terzo posto in classifica, e dalla Elektra negli USA, dove arrivo' alla 12esima posizione, ''Disintegration'' e' l'ottavo album in studio della band inglese, uscito dopo ''Kiss me kiss me kiss me'' (1987) e prima di ''Wish'' (1992); il secondo capitolo della lunga ''trilogia del dolore'' inaugurata da ''Pornography'' nel 1982. Si tratta dell' ultimo disco con Laurence Tolhurst in formazione, oltre che dell' opera che "restitui' " la band di Robert Smith ai fans della prima ora, dopo gli estroversi lavori precedenti, con le sue delicate atmosfere ora cupe, quasi dark, ora sognanti. Ne vennero tratti i singoli "Lullaby" (quinto nelle classifiche inglesi), "Lovesong" e "Pictures of You", e l'album fu il piu' venduto nella storia della band fino ad allora. Sara' anche l' ultimo vero album in studio fino al bellissimo e sottovalutato "Wish", che segnera' un ulteriore svolta nella musica dei Cure verso atmosfere insieme pop e psichedeliche, e con un successo ancora maggiore. I Cure sono stati uno dei piu' importanti gruppi della decade ottanta, nonche' uno dei piu' grandi della storia del rock,formati a Crawley, Sussex, nel 1976, hanno rappresentato in maniera mirabile e perfetta il primo punk wave prima ed il dark post punk poi, producendo piu' di un album realmente immortale. Il gruppo muovera' i primi passi utilizzando il nome Easy Cure, sigla che vedeva protagonisti Robert Smith, Lawrence Tolhurst e Michael Dempsey e con la quale produrranno un unico e raro singolo straniero alle sonorita' future che caratterizzeranno il gruppo nel volgere di pochi anni. L'esordio ufficiale della formazione, a nome The Cure, risale al 1978 per la Small Wonder con il singolo Killing an Arab. Le potenzialita' del gruppo e il carisma di Robert Smith sono evidenti ed il gruppo incontra immediatamente i favori della critica e del pubblico. Il loro primo album e' essenzialmente un album post-punk anche se il brano Three Imaginary Boys lasciava presagire la loro carica intimista del gruppo. I successivi tre album, oltre a vedere l'entrata di Simon Gallup, sono e rimangono le piu' belle realizzazioni della formazione, una trilogia affascinante che sara' capace di caratterizzare gli anni ottanta e conquistera' intere generazioni. Dopo questa le poetiche di Robert Smith abbracceranno sonorita' pop-psichedeliche mantenendo una venatura decadente, uno strano ma irresistibile ibrido che crea un rapporto di amore-odio con i vecchi fans, ma che comunque riesce ad accattivarsi sia le simpatie dei locali alternativi, sia le classifiche internazionali, e sara' questo il maggior pregio della seconda fase evolutiva dei Cure dovuto alla poesia ed al carisma egocentrico ed affascinante di Robert Smith agitatore di sogni e soavi incubi di intere generazioni.
Cure
Faith
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1981 fiction
punk new wave
punk new wave
ristampa del 2016, rimasterizzata da Robert Smith, in vinile 180 grammi, copertina pressoche' identica a quella della originaria tiratura, completa di inner sleeve. Il leggendario immortale capolavoro dei tre ragazzi immaginari, uscito nell'aprile del 1981 in Gran Bretagna su Fiction, dove arrivo' alla 14esima posizione in classifica, e negli USA, dove non entro' in classifica, secondo capitolo di una straordinaria trilogia dark che era iniziata con "Seventeen seconds" e si concludera' col successivo "Pornography". Il "dark minimale" di "17 seconds" prende forma, preparandosi all' esplosione di "Pornography", le atmosfere stranite ed oscure della musica del gruppo viaggiano costantemente tra una dimensione onirica ed improvvisi cupi risvegli, in brani indimenticabili come ''Holy hour'', ''Primary'' (pubblicata anche su singolo), ''Other voices'', ''Funeral party'', ''Drowning man'' e ''Faith''. Il disco proietto' per la prima volta il gruppo verso i riscontri commerciali degli anni a venire, anche se qui il termine commerciale non corrisponde alle sonorita' proposte che riescono comunque a far breccia nelle charts anglosassoni. Dopo la pubblicazione di "Seventeen Seconds" il gruppo di Crawley si immerge in un lavoro dalle tinte ancora piu' grigie e sofferenti. Mai come in "Faith" il senso di decadenza sara' cosi' evidente in un disco dei Cure; i pezzi,se nel predecessore erano gia' piu' lenti rispetto all'esordio di "Three Imaginary Boys", adesso sono di una staticita' agonizzante, avvolti in un torpore mortale. "Faith" e' un'unica sensazione di meravigliosa angoscia impalpabilmente dilatata nel tempo, il suo incedere procede lento come una goccia di rugiada traccia il suo sentiero sul vetro di una finestra, fra echi di rassegnata disperazione e note sbieche di pianoforte riecheggianti, il suono di un qualcosa che vorrebbe venire fuori, ma troppo distante affondato nel baratro della psiche umana dello stesso Robert Smith in un momento di particolare sensibilita' in cui il dolore e' da lui stesso palpabile e reale, scritto in un periodo di cui oggi evita volentieri di parlarne, la sua voce suona come un eco lontano, gemiti dispersi in un ghiacciaio affiancati dalla sezione ritmica di Gallup e Tolhurst che scandisce un tempo in perpetua brama di spegnersi. Su tutto, orde di chitarre minimali e suoni sintetici che vibrano come le corde dell'anima. I Cure si formano nel 1976 a Crawley nel Sussex sotto lo pseudonimo Easy Cure, da Robert Smith, Lawrence Tolhurst e Michael Dempsey, produrranno un unico e raro singolo straniero alle sonorita' future che caratterizzeranno il gruppo nel volgere di pochi anni. L'esordio ufficiale della formazione risale al 1978 per la Small Wonder con il singolo Killing an Arab. Le potenzialita' del gruppo e il carisma di Robert Smith sono evidenti ed il gruppo incontra immediatamente i favori della critica e del pubblico. Il loro primo album e' essenzialmente un album post-punk anche se il brano Three Imaginary Boys lasciava presagire la loro carica intimista. I successivi tre album, oltre a vedere l'entrata di Simon Gallup, sono e rimangono le piu' belle realizzazioni della formazione, una triologia affascinante che sara' capace di caratterizzare gli anni ottanta e conquistera' intere generazioni. Dopo questa le poetiche di Robert Smith abbracceranno sonorita' pop-psichedeliche mantenendo una venatura decadente, uno strano ma irresistibile ibrido che crea un rapporto di amore-odio con i vecchi fans, ma che comunque riesce ad accattivarsi sia le simpatie dei locali alternativi, sia le classifiche internazionali, e sara' questo il maggior pregio della seconda fase evolutiva dei Cure dovuto alla poesia ed al carisma egocentrico ed affascinante di Robert Smith agitatore di sogni e soavi incubi di intere generazioni.
Cure
Seventeen seconds
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1980 fiction
punk new wave
punk new wave
ristampa in vinile 180 grammi, copertina pressoche' identica a quella della originaria tiratura, completa di inner sleeve. Uscito nell'aprile del 1980 su Fiction in Gran Bretagna, anticipato di pochi giorni dal singolo "A Forest", e giunto al 20esimo posto della classifica inglese, Seventeen Seconds e' il secondo epocale album dei The Cure, primo capitolo di una straordinaria trilogia "dark" che si concludera' con il durissimo "Pornography" ma che inizio' con questo capolavoro di "dark minimale", essenziale, pieno di silenzi, straordinariamente lirico. "A Forest" e' certamente il suo brano piu' noto, ma nulla in questo album puo' essere tolto (ne' aggiunto), senza alterarne la magica perfezione. I brani si susseguono senza lasciare speranza, nel loro intercedere riescono a racchiudere l'essenza massima del movimento musicale post-punk dark anglosassone. Seventeen Seconds segna la dipartita dal gruppo di Michael Dempsey sostituito da Simon Gallup, compaiono inoltre per la prima volta nella musica dei The Cure le tastiere affidate a Matthieu Hartley. L'apertura dell'album e' affidata alla minimale A Reflection dove il tempo scandito dal piano ci inoltra nella successiva ed epocale Play For Today che si abbandona nelle atmosfere rarefatte di Secrets e In Your House che implodono nella magnifica Three. La seconda parte dell'album si apre con gli echi di The Final Sound che aprono le danze al brano capolavoro del disco ed emblema dell'intero dark sound anglosassone A Forest seguita dall'affascinante ed onirica M per poi chiudere con le crepuscolari e vitali At Night e Seventeen Seconds.... Time slips away/and the light begins to fade/and everything is quiet now/feeling is gone/and the picture disappears/and everything is cold now/the dream had to end/the wish never came true/and the girl/starts to sing/seventeen seconds/a measure of life/seventeen seconds. I Cure sono stati uno dei piu' importanti gruppi della decade ottanta, nonche' uno dei piu' grandi della storia del rock,formati a Crawley, Sussex, nel 1976, hanno rappresentato in maniera mirabile e perfetta il primo punk wave prima ed il dark post punk poi, producendo piu' di un album realmente immortale. Seventeen Seconds e' uno dei dischi piu' amati ed importanti degli anni '80, capolavoro il cui impatto sulla scena europea dell' epoca fu decisivo, al pari di quello di "In the Flat Field" dei Bauhaus o di Unknow Pleausures e Closer dei Joy Division.
Cure
The top (180 g)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1984 fiction
punk new wave
punk new wave
ristampa del 2016, rimasterizzata da Robert Smith, in vinile 180 grammi, copertina pressoche' identica a quella della originaria tiratura, completa di inner sleeve. Il quinto album del fondamentale gruppo inglese, uscito nell'aprile del 1984 (a due anni esatti dal precedente album "Pornography") su Fiction in Gran Bretagna e giunto al decimo posto della classifica inglese, non entrato in quella USA, dove venne pubblicato dalla A&M. Conclusa con "Pornography" la trilogia "dark", questo disco e' il sunto di quanto la band aveva fatto sino ad allora e contiene molto di quello che verra'. La title track, soffusa ed essenziale, ricorda "17 seconds", "Wailing wall" e' oscura e torbida come spesso "Faith", "Shake dog shake" sembra un' outtake di "Pornography", "Give me it" avrebbe avuto una replica nei momenti piu' duri di "Kiss me..."; gli altri brani, tra cui l' ammiccante ma splendida "The caterpillar" anticipano "The head on the door". Disco bellissimo, sebbene forse privo dello slancio "artistico" dei lavori precedenti. I Cure sono stati uno dei piu' importanti gruppi della decade ottanta, nonche' uno dei piu' grandi della storia del rock,formati a Crawley, Sussex, nel 1976, hanno rappresentato in maniera mirabile e perfetta il primo punk wave prima ed il dark post punk poi, producendo piu' di un album realmente immortale. Il gruppo muovera' i primi passi utilizzando il nome Easy Cure, sigla che vedeva protagonisti Robert Smith, Lawrence Tolhurst e Michael Dempsey e con la quale produrranno un unico e raro singolo straniero alle sonorita' future che caratterizzeranno il gruppo nel volgere di pochi anni. L'esordio ufficiale della formazione, a nome The Cure, risale al 1978 per la Small Wonder con il singolo Killing an Arab. Le potenzialita' del gruppo e il carisma di Robert Smith sono evidenti ed il gruppo incontra immediatamente i favori della critica e del pubblico. Il loro primo album e' essenzialmente un album post-punk anche se il brano Three Imaginary Boys lasciava presagire la loro carica intimista del gruppo. I successivi tre album, oltre a vedere l'entrata di Simon Gallup, sono e rimangono le piu' belle realizzazioni della formazione, una trilogia affascinante che sara' capace di caratterizzare gli anni ottanta e conquistera' intere generazioni. Dopo questa le poetiche di Robert Smith abbracceranno sonorita' pop-psichedeliche mantenendo una venatura decadente, uno strano ma irresistibile ibrido che crea un rapporto di amore-odio con i vecchi fans, ma che comunque riesce ad accattivarsi sia le simpatie dei locali alternativi, sia le classifiche internazionali, e sara' questo il maggior pregio della seconda fase evolutiva dei Cure dovuto alla poesia ed al carisma egocentrico ed affascinante di Robert Smith agitatore di sogni e soavi incubi di intere generazioni.
Cure
three imaginary boys
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1979 fiction
punk new wave
punk new wave
ristampa rimasterizzata, in vinile 180 grammi, copertina pressoche' identica a quella della originaria tiratura, completa di inner sleeve. Il primo geniale e storico album. Formati a Crawley, Sussex, nel 1976 (i primi concerti e le prime registrazioni in studio con il nome Easy Cure), sono stati uno dei piu' importanti gruppi della intera storia del rock, producendo piu' di un album realmente immortale, a partire da questo folgorante esordio (pubblicato il 10 maggio del 1979, dopo la prima Peel Session ed il singolo "Killing An Arab", e giunto al 44esimo posto della classifica inglese), che contiene miracolosamente in germe tutti gli sviluppi futuri, quelli del dark dei tre album seguenti in brani come la title track o "Another Day", ed il pop dei dischi da "The Top" in poi in altri episodi, mai pero' cosi' incontrollabilmente geniale come in questo disco, magnifico, grezzo e sorprendente a distanza di un quarto di secolo, a tratti stralunato e quasi "barrettiano". Dopo un altro singolo perfetto e memorabile come "Boys Don't Cry" il gruppo viro' verso una musica dalle tinte cupe che ne caratterizzo' la produzione per alcuni anni, producendo una trilogia di albums ("17 Seconds", "Faith" e "Pornography" che ha ben pochi riscontri nella storia della musica, e che ha determinato molto del suono del post punk inglese(e non solo) della prima meta' degli anni '80 (e non solo...).
Cure
Wish
LP2 [edizione] nuovo stereo eu 1992 fiction / polydor / universal
punk new wave
punk new wave
Doppio album, in vinile 180 grammi, ristampa del novembre 2022, rimasterizzata da Robert Smith, coeprtina pressoche' identica alla prima rara tiratura, corredata di inner sleeves con testi. Pubblicato nell'aprile del 1992 dalla Fiction in Gran Bretagna, dove giunse al primo posto in classifica, e dalla Elektra negli USA, dove arrivo' alla seconda posizione, ''Wish'' e' il nono album in studio dei Cure, uscito dopo ''Disintegration'' (1989) e prima di ''Wild mood swings'' (1996). Il piu' grande successo di pubblico nei primi vent'anni di attivita' del gruppo di Robert Smith, ''Wish'' e' un lavoro dai toni meno oscuri e depressivi rispetto al predecessore, come testimonia il celebre singolo ''Friday I'm in love'', con l'influsso del pop che si fa piu' corposo cosi' come gli echi dello shoegazer (in brani come ''Cut'' e ''End''). I Cure sono stati uno dei piu' importanti gruppi della decade ottanta, nonche' uno dei piu' grandi della storia del rock ed hanno rappresentato in maniera mirabile e perfetta il primo punk wave prima ed il dark post punk poi, producendo piu' di un album realmente immortale. Seventeen Seconds e' uno dei dischi piu' amati ed importanti degli anni '80, capolavoro il cui impatto sulla scena europea dell' epoca fu decisivo. I Cure si formano nel 1976 a Crawley nel Sussex sotto lo pseudonimo Easy Cure, da Robert Smith, Lawrence Tolhurst e Michael Dempsey, produrranno un unico e raro singolo straniero alle sonorita' future che caratterizzeranno il gruppo nel volgere di pochi anni. L'esordio ufficiale della formazione risale al 1978 per la Small Wonder con il singolo Killing an Arab. Le potenzialita' del gruppo e il carisma di Robert Smith sono evidenti ed il gruppo incontra immediatamente i favori della critica e del pubblico. Il loro primo album e' essenzialmente un album post-punk anche se il brano Three Imaginary Boys lasciava presagire la loro carica intimista. I successivi tre album, oltre a vedere l'entrata di Simon Gallup, sono e rimangono le piu' belle realizzazioni della formazione, una trilogia affascinante che sara' capace di caratterizzare gli anni ottanta e conquistera' intere generazioni. Dopo questa le poetiche di Robert Smith abbracceranno sonorita' pop-psichedeliche mantenendo una venatura decadente, uno strano ma irresistibile ibrido che crea un rapporto di amore-odio con i vecchi fans, ma che comunque riesce ad accattivarsi sia le simpatie dei locali alternativi, sia le classifiche internazionali, e sara' questo il maggior pregio della seconda fase evolutiva dei Cure dovuto alla poesia ed al carisma egocentrico ed affascinante di Robert Smith agitatore di sogni e soavi incubi di intere generazioni.
Daft punk
Discovery
lp2 [edizione] nuovo stereo eu 2001 parlophone/daft punk
indie 90
indie 90
Vinile doppio, copertina apribile, inner sleeve nere con scritte bianche in cartoncino lucido, label nere con scritte bianche e logo dei Daft Punk. Pubblicato dalla Virgin nel 2001, giunto al secondo posto in classifica in Gran Bretagna ed al 44ø negli USA, ''Discovery'' e' il secondo album dei Daft Punk, uscito dopo ''Homework'' (1997) e prima di ''Alive 1997'' (2001). In questo acclamato album, considerato da molti uno dei loro migliori, i Daft Punk propongono un ballabile e melodico amalgama di techno, garage, dance con reminiscenze anni '80 e synth pop. L'album, uscito piu' di quattro anni dopo il loro esordio a 33 giri, vede la collaborazione di Romanothony e Todd Edwards ed e' reputato uno dei lavori quintessenziali della dance all'inizio del nuovo millennio. Contiene uno dei loro maggiori successi, il singolo ''One more time''. Il duo elettronico francese dei Daft Punk si forma a Parigi intorno al 1993 ad opera di Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo sulle ceneri del gruppo indie pop Darlin. I due, amici di vecchia data, sono travolti dall'esplosione della house e della techno e si cimentano quindi con le nuove sonorita' dance elettroniche, pubblicando il primo apprezzato album ''Homework'' nel 1997 con la Virgin, dopo alcuni singoli usciti su Soma: l'album e' piu' vicino alla house rispetto al successivo ed acclamato ''Discovery'' (2001), eclettico lavoro a base di dance, pop ed elettronica. Il terzo album, ''Human after all'', esce nel 2005.
Damiano david (maneskin)
Silverlines (autografato)
7" [edizione] nuovo stereo eu 2024 sony
indie 2000
indie 2000
picture disc limitato autografato e numerato, contiene due brani "silverlines" e "born with a broken heart" sul lato A, sul lato B versione orchestale di "silverlines", debutto solista del frontman dei maneskin.
Darkside (nicolas jaar)
Psychic
12"x2 [edizione] nuovo stereo eu 2013 other people/matador
indie 2000
indie 2000
Copertina con interno nero ed estrazione disco dall'alto, inner sleeves, adesivo sul cellophane, etichette nere con scritte bianche, doppio 12 (gira a 45), pubblicato dalla Other People/Matador nell'ottobre 2013, dopo L'Ep eponimo del 2011, debutto ful lenght, per questo progetto di Nicolas Jaar e Dave Harrington. I due assemblano una musica elettronica in cui e' facile imbattersi in momenti piu' rock ("Paper trails" ne e' un chiaro esempio), trip hop ed indie. Un compendio della storia della musica elettronica dagli anni settanta, da Brian Eno fino ad Aphex Twin, in un album fuori dal tempo, in bilico fra digitale ed analogico, in otto tracce nate da jams del 2011, che ricordano, oltre ai sopracitati nomi, Caribou, Flaming lips, con il tocco francese degli Air. Nicolas Jaar e' un musicista americano/cileno, che ha debuttato nel 2011 con l'album "Space is only noise", con cui mette in mostra una grande abilita' nel mescolare nella sua elettronica candida e minimale, house, dub step, parti cantate, ambient e soul. Vicino a James Blake, ma anche al connazionale Ricardo Villalobos.
Davis miles
bitches brew (legacy)
lp2 [edizione] nuovo stereo eu 1970 legacy/columbia
jazz
jazz
ristampa del doppio album, in vinile 180 grammi, copertina apribile pressoche' identica alla prima rara tiratura su Columbia. Pubblicato dopo ''In a silent way'' (1969) e prima di ''A tribute to Jack Johnson'' (1971). Inciso al Columbia Studio B di New York in tre sessioni, il 19, 20 e 21 agosto del 1969, con formazione composta da Miles Davis (tromba), Bennie Maupin (clarinetto basso), Wayne Shorter (sax soprano), Chick Corea (piano elettrico), Joe Zawinul (piano elettrico), Larry Young (piano elettrico), John McLaughlin (chitarra), Dave Holland (contrabbasso, basso elettrico), Harvey Brooks (basso elettrico), Jack DeJohnette (batteria), Lenny White (batteria), Don Alias (conga) e Jim Riley (sonagli, conga). Disco epocale e discusso, che divise il mondo del jazz all'epoca della sua uscita, ''Bitches brew'' e' uno dei lavori capitali del grande trombettista, sullo stesso piano di altri suoi capolavori ''spartiacque'' come ''Birth of the cool'' (inciso 1949-50) e ''Kind of blue'' (1959). Sebbene Davis avesse preso con decisione la strada elettrica con il precedente ''In a silent way'', album dai toni solari e dalle melodie ipnotiche, con ''Bitches brew'' da' il definitivo avvio a quella che sara' poi definita fusion, grazie ad un album che unisce una sezione ritmica ipnotica, funk e quasi tribale con complessi ed astratti intrecci di strumenti a fiato e tastiere, misteriosi in ''Pharaos Dance'', glaciali in ''Bitches brew'' e sensualmente funk in ''Miles runs the voodoo down'', senza trascurare la giocosita' di ''Spanish key'' ed il malinconico lirismo di ''Sanctuary''. Importante fu anche il ruolo del produttore Teo Macero, che ''ricostrui'' insieme a Miles i brani cosi' come appaiono su disco, lavorando accuratamente in sede di produzione su ore ed ore di sessioni effettuate in quei tre fatidici giorni dell'estate del 1969. Il pubblico jazz piu' tradizionale rimase spiazzato e quasi oltraggiato da questo lp che, sebbene sia uno dei piu' venduti nella storia del jazz, e' un lavoro tutt'altro che commerciale e scontato: ascoltare per credere. Questa la scaletta dei brani: ''Pharaos dance'', ''Bitches brew'', ''Spanish key'', ''John McLaughlin'', ''Miles runs the voodoo down'', ''Sanctuary''.
Davis miles
Cookin' with the miles davis quintet (+1)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1957 jazz wax
jazz
jazz
ristampa in vinile 180 grammi, rimasterizzata con sistema DMM (Direct Metal Mastering), copertina pressocche' identica sul fronte alla prima molto rara tiratura, con note e foto supplementari sul retro, arricchita della presenza di una traccia aggiunta ("When Lights Are Low", registrata il 19 maggio del 1953 con MIles Davis alla tromba, John Lewis al piano, Percy Healt al contrabasso e Max Roach alla batteria). L' album originariamente pubblicato dalla Prestige nel 1957, inciso al Rudy Van Gelder Studio di Hackensack, New Jersey, il 26 ottobre del 1956 con formazione a cinque composta da Miles Davis (tromba), John Coltrane (sax tenore), Red Garland (pianoforte), Paul Chambers (contrabbasso) e Philly Joe Jones (batteria). Il primo capitolo della leggendaria tetralogia ad essere pubblicato, prima di ''Relaxin' with...'' (1957), questo lp ad opera del primo grande quintetto di Miles e' considerato insieme ai suoi tre ''fratelli'' uno dei capitoli fondamentali del bop, e del jazz in generale. L'album mostra in particolare la convivenza fra due grosse e diverse personalita' come Davis e Coltrane, con Miles che qui si mostra piuttosto vivace mentre il sassofonista alterna momenti di esuberanza con passaggi sensuali e rilassati, per un set complessivamente agile e svolazzante, con l'eccezione dello standard ''My funny valentine'' e di alcuni malinconici scivoli nello spirito blues. ''Cookin' with...'' fu registrato in una delle due sessioni che produssero anche ''Relaxin' with...'', ''Steamin' with...'' e ''Workin' with...'', nelle quali il quintetto incise in studio il repertorio che presentava all'epoca dal vivo. Questa la scaletta: ''My funny valentine'', ''Blues by five'', ''Airegin'', ''Tune up'' e ''When lights are low''.Copertina pressoche' identica all'originale rarissima stampa su Prestige, vinile 180 grammi, con l' aggiunta del brano "When Lights are Low", registrata il 19 maggio 1953. Ristampa dell'album originariamente pubblicato dalla Prestige nel 1957, inciso al Rudy Van Gelder Studio di Hackensack, New Jersey, il 26 ottobre del 1956 con formazione a cinque composta da Miles Davis (tromba), John Coltrane (sax tenore), Red Garland (pianoforte), Paul Chambers (contrabbasso) e Philly Joe Jones (batteria). Il primo capitolo della leggendaria tetralogia ad essere pubblicato, prima di ''Relaxin' with...'' (1957), questo lp ad opera del primo grande quintetto di Miles e' considerato insieme ai suoi tre ''fratelli'' uno dei capitoli fondamentali del bop, e del jazz in generale. L'album mostra in particolare la convivenza fra due grosse e diverse personalita' come Davis e Coltrane, con Miles che qui si mostra piuttosto vivace mentre il sassofonista alterna momenti di esuberanza con passaggi sensuali e rilassati, per un set complessivamente agile e svolazzante, con l'eccezione dello standard ''My funny valentine'' e di alcuni malinconici scivoli nello spirito blues. ''Cookin' with...'' fu registrato in una delle due sessioni che produssero anche ''Relaxin' with...'', ''Steamin' with...'' e ''Workin' with...'', nelle quali il quintetto incise in studio il repertorio che presentava all'epoca dal vivo. Questa la scaletta: ''My funny valentine'', ''Blues by five'', ''Airegin'', ''Tune up'' e ''When lights are low''.
Davis miles
In a silent way
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1969 columbia / legacy / sony
jazz
jazz
ristampa del 2019, realizzata in occasione del 50esimo anniversario dall' uscita originaria, copertina pressoche' identica alla prima rara tiratura uscita su Columbia nel 1969. Inciso al Columbia Studio B di New York il 18 febbraio del 1969, con formazione composta da Miles Davis (tromba), Wayne Shorter (sax soprano), Chick Corea e Herbie Hancock (piano elettrico), Joe Zawinul (organo), John McLaughlin (chitarra), Dave Holland (contrabbasso) e Tony Williams (batteria). Uscito dopo ''Filles de Kilimanjaro'' (1968) e prima di ''Bitches brew'' (1970), ''In a silent way'' vede il grande jazzista avanzare ulteriormente nel territorio elettrico, cimentandosi con due lunghi brani che e' difficile inserire in un contesto stilistico preciso, ma che forse e' piu' appropriato definire semplicemente grande ed avventurosa musica: la sezione ritmica leggera e minimale, la tromba caldissima di Miles, la chitarra funk ma lieve di McLaughlin e gli astratti tappeti di tastiere rendono ''Shhh/Peaceful'' una specie di viaggio spaziale verso il sole, mentre ''In a silent way/It's about that time'', comincia rarefatta e maestosa, quasi un'alba proto ambient, per poi esplodere in una tirata dai ritmi rock e ritornare infine alla quiete iniziale. Piu' caldo e solare rispetto al successivo e glaciale capolavoro ''Bitches brew'', ''In a silent way'' e' un ascolto chiave nell'ambito dello sviluppo del jazz elettrico, cosi' moderno che persino dj di elettronica come Irresistible Force lo citano fra i loro dischi preferiti, mentre gli psichedelici Mercury Rev ne riproponevano alcuni passaggi dal vivo nei loro primi anni (vedi ''Lego my ego'', 1992).
Davis miles
Man with the horn
lp [edizione] originale stereo hol 1981 cbs
[vinile] Excellent [copertina] Very good jazz
[vinile] Excellent [copertina] Very good jazz
l' originale stampa europea, pressata in Olanda, copertina (con moderati segni di invecchiamento) semilucida senza barcode, etichetta arancio che sfuma in giallo in basso, catalogo CBS 84708 su copertina ed etichetta. Pubblicato nel 1981 dalla Columbia, ''The man with the horn'' esce dopo il precedente album in studio ''Get up with it'' (1974) e prima del successivo ''Star people'' (1982). Inciso ai Columbia Studios di New York in diverse sessioni, nel maggio-giugno del 1980, gennaio e marzo del 1981 ed il 6 maggio 1981, con quattro differenti formazioni che vedono la presenza di Miles Davis (tromba), Bill Evans (sax soprano, sax tenore, flauto), Robert Irving (synth, piano elettrico), Randy Hill (chitarra, violoncello, synth, voce), Barry Finnerty (chitarra), Mike Stern (chitarra), Felton Crews (basso elettrico), Marcus Miller (basso elettrico), Vincent Wilburn (batteria), Al Foster (batteria) e Sammy Figueroa (percussioni). Pubblicato a circa sette anni di distanza dal precedente album in studio, ''The man with the horn'' segna il ritorno sulle scene del grande trombettista dopo il lungo ritiro. Davis propone qui una fusion fra jazz, funk, rock e pop, con un approccio assai piu' accessibile rispetto ai criptici lavori dei primi anni '70, ma sempre attraverso brani lunghi e ricchi di assoli di tromba e chitarra, nei quali Miles suona ora lirico, ora misterioso e rarefatto, ora squillante. Questa la scaletta: ''Fat time'', ''Back seat Betty'', ''Shout'', ''Aida'', ''The man with the horn'', ''Ursula''.
Davis miles
Workin' with the miles davis quintet (+ bonus)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1956 waxtime
jazz
jazz
Ristampa in vinile 180 grammi, rimasterizzata con sistema DMM (Direct Metal Mastering), copertina sul fronte pressoche' identica sul fronte alla prima assai rara tiratura, con note e foto supplementari sul retro e l' aggiunta di un brano rispetto alla originaria track-list ("Yesterdays, registrata a New York l' 8 marzo del 1951 con Lee Konitz, Sal Mosca, Billy Bauer ed Arnold Fishkin). Pubblicato dalla Prestige, inciso l'11 maggio ed il 26 ottobre del 1956 ai Rudy Van Gelder Studios di Hackensack, New Jersey, con formazione a cinque composta da Miles Davis (tromba), John Coltrane (sax tenore), Red Garland (pianoforte), Paul Chambers (contrabbasso) e Philly Joe Jones (batteria). Uno dei quattro album della storica tetralogia del 1956, insieme a ''Cookin'', ''Relaxin'' e ''Steamin'', ''Workin'' si apre con lo splendido e toccante intreccio di tromba e pianoforte di ''It never entered my mind'', dall'incedere lento e dai toni malinconici, per poi proseguire con una scaletta variegata che include ad esempio la frizzante e movimentata ''Four'', che risveglia l'ascoltatore dopo il sogno ad occhi aperti di ''It never entered my mind''. Inciso con lo storico primo quintetto di Miles, una formazione a dir poco stellare, ''Workin'' e' indubbiamente un classico del jazz. La stupefacente vena creativa del gruppo e' testimoniata anche dal fatto che le incisioni di questo album e dei suoi tre ''fratelli'' vennero effettuate in due soli giorni, nel maggio e nell'ottobre del 1956, ispirandosi alle celebrate esibizioni dal vivo del quintetto. Questa la scaletta dei brani: ''It never entered my mind'', ''Four'', ''In your own sweet way'', ''The theme (take 1), ''Trane's blues'', ''Ahmad's blues'', ''Half nelson'', ''The theme (take 2)''.
De andre' fabrizio
fabrizio de andre' - 1986 collection (ltd. grey)
lp [edizione] nuovo stereo eu 1986 sony
cantautori
cantautori
Doppio album, ristampa del 2024, edizione limitata in 500 copie, in vinile grigio, della raccolta originariamente uscita nel 1986 su Dischi Ricordi; si trattava pero' di un singolo album, mentre questa riedizione e' doppia ed include in piu' il brano "Amico Fragile", originariamente incluso nella versione in cd del disco ma non in quella vinilica. Dodici brani, quindi, che coprono il periodo che va dal 1967 (errate alcune delle note sul retrocopertina) al 1984: "Bocca di Rosa" e "Carlo Martello Ritorna dalla Battaglia di Poitiers" sono tratte dall' album "Volume 1" del 1967, "La Canzone di Marinella" dall' album "Volume 3" del 1968, "Il Testamento di Tito" da "La Buona Novella" del 1970, "Andrea" da "Rimini" del 1978, "La Guerra di piero", "Il pescatore", "Amico Fragile" e "Via del Campo" sono presenti nelle versioni registrate dal vivo con la P.F.M. ed incluse nei due volumi del live "In Concerto - Arrangiamenti P.F.M." usciti tra il 1979 ed il 1980, "Quello Che Non Ho" e' tratta da "Fabrizio De Andre' " del 1981, "Creuza de Ma" dall' album con lo stesso titolo del 1984.
Dead can dance
The serpent's egg
Lp [edizione] nuovo stereo uk 1988 4ad
punk new wave
punk new wave
ristampa del 2017, pressoche' identica alla prima ormai rara tiratura, e corredata dell' originaria inner sleeve. Il magnifico quarto album della band di Lisa Gerrard e Brendan Perry, australiani con base in Inghilterra. Uscito nel novembre del 1988 su 4AD, e giunto al quinto posto delle classifiche "indie" inglesi, dopo il precedente "Within the Realm of a Dying Sun", dettato da una ennesima straordinaria maturazione compositiva ed evolutiva, "The Serpent's Egg", e' sicuramente una delle espressione massime del gruppo, che riesce ad emanare evocazioni sacre e profane, medievali ed eteree; in una continua ricerca volta verso il passato bellissimi brani ci trasportano in terre lontane incantate, degne di una sceneggiatura di Werner Herzog. Veramente bello, senza alcuna nota di caduta artistica The Serpent's Egg con la sua sacralita' e' da considerarsi tra gli album di maggior risalto artistico di fine anni ottanta. Il progetto Dead Can Dance nasce in Australia nel 1981 da Brendan e Lisa, entrambi di origini Anglo-Irlandesi. I due decidono di trasferirsi a Londra dove ottengono un contratto con la 4AD, diventandone uno dei gruppi di maggior successo e parteciperanno naturalmente anche al progetto aperto 4AD This Mortal Coil. La 4AD di Ivo Watts-Russell sara' ricordata come etichetta fondamentale degli anni ottanta che ha avuto il merito di lanciare molti dei gruppi che hanno caratterizzato l'intera decade degli anni ottanta; tra questi sicuramente un posto di primo piano spetta ai Dead Can Dance capaci di rappresentare il vertice assoluto di quella ricerca sul suono, sulle voci e sulle atmosfere cosi' lontano da un qualsivoglia genere di "pop", autori di sonorita' gotiche, medioevali ed eteree, anche se questo e' termine al quanto restrittivo per l'arte dei Dead Can Dance. Un'influenza, quella dei Dead Can Dance, che e' profondissima e non solo a livello strettamente musicale: l'importanza del duo anglo-australiano sta in primo luogo nell'aver introdotto nella musica rock un approccio "colto", un modo di comporre e costruire canzoni che nasceva da ricerche che erano non solo musicali ma anche letterarie, etnografiche e storiche. Gia' il loro primo album mostrava sia i primi germi di quel sound esoterico e medievaleggiante che sarebbe diventato il loro marchio di fabbrica, sia stranianti divagazioni tribali. Perry e Gerrard si complementavano tanto in fase di composizione che di esecuzione, dividendosi piu' o meno equamente i brani e riuscendo a trasformare in un'unica "anima" due personalita' musicali che non potevano essere piu' distanti. Se infatti Perry, voce baritonale e predilezione per arrangiamenti ricchi e fantasiosi, era un colto e austero cantautore, Gerrard - la cui voce era molto piu' vigorosa e nervosamente instabile rispetto al sussurro fatato di Liz Fraser (Cocteau Twins) - preferiva cimentarsi in esercizi vocali liberi da metrica e grammatica, adagiati su partiture esotiche e magiche, cantati in un linguaggio inesistente, che mescolava svariati linguaggi "reali". Spleen And Ideal, porta subito a livelli vicini alla perfezione tanto l'intesa tra i due, quanto la loro ricerca: qui ci sono ancora tracce di rock, che in seguito andranno perdute del tutto (culminando in "Aion" del 1990, che e' un album di musica medievale "pura"), c'e' molta elettronica, sebbene nascosta e mascherata. La portata artistica dei Dead Can Dance non e' soltanto musicale, anzi forse il lato musicale e' addirittura meno interessante rispetto a tutto quello che sta dietro le loro canzoni, quel loro approccio metodico, scientifico, piu' simile alle tecniche etnologiche della ricerca sul campo, o all'archeologia sperimentale che alla composizione musicale. Ogni nota, ogni arrangiamento e ogni parola delle loro canzoni e' frutto di un lavoro lungo e paziente di studio, documentazione e "sperimentazione" alla ricerca della resa perfetta dell'atmosfera e dell'epoca che di volta in volta il duo mirava a ricreare a partire da segni ben precisi e scelti con cura. Spleen And Ideal trasporta l'ascoltatore in un mondo e in un tempo alieni, antichi e lontanissimi eppure al tempo stesso incredibilmente "familiari" ed evocativi, come se le loro associazioni di armonie e sonorita' fossero iscritte nel nostro inconscio collettivo.
Death ss
Heavy demons (ltd. picture disc + poster)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1991 lucifer rising
heavy metal
heavy metal
ristampa del 2020, rimasterizzata, edizione limitata di sole 300 copie, in VINILE PICTURE DISC e corredata di POSTER in formato 100x70 cm., copertina senza barcode, sagomata "die-cut" sul fronte e con parti lucide ed adesivo con brani sul retro, adesivo di presentazione sulla busta plastificata esterna. Pubblicato nel 1991 dalla Rosemary's in Italia, il terzo album in studio, successivo a ''Black mass'' (1989) e precedente ''Do what thou wilt'' (1997). Inciso con una formazione rinnovata attorno a Steve Sylvester, ''Heavy demons'' e' un'opera dai toni epici quanto cupi, nella quale il gruppo pennella brani dai ritmi sostenuti (anche se non tiratissimi) e potenti (ma non all'eccesso), con richiami al sound offerto in quegli anni da gruppi di punta come Metallica ed Iron Maiden. Longeva formazione metal italiana, i Death SS si formano a Pesaro alla fine degli anni '70; il gruppo resta negli annali per essere uno dei principali esponenti del filone ''horror metal'', e viene definito da alcuni critici come ''il parallelo musicale del cinema di Roger Corman''. Guidati dall'enigmatico frontman Steve Sylvester, unico membro costante di una formazione frequentemente rimaneggiata, pubblicano la raccolta ''The story of death ss'' nel 1987, prima dell'album d'esordio ''...in death of Steve Sylvester'' (1988) e del successivo ''Black mass'' (1989). Il gruppo resta fedele al proprio stile ed alla propria caratteristica immagine stregonesca e funerea nel corso degli anni, proseguendo la sua attivita' ben oltre l'inizio del nuovo secolo.
Deep purple
bbc session 1968-1970 (2lp)
lp2 [edizione] nuovo stereo eu 1968 junkie yard
rock 60-70
rock 60-70
Doppio album, ristampa in vinile nero e con copertina non apribile, lucida senza barcode; pubblicato dalla Junkie Yard per la prima volta nel 2021, si tratta sostanzialmente della riedizione, in forma di semplice doppio album, del contenuto dell' ormai raro box "The BBC Sessions 1968-1970" uscito nel 2011 (che conteneva due lps e due cd). Straordinario il contenuto, di rilevanza stoirica straordinaria, che vede qui la luce per la prima volta ufficialmente: 25 brani registrati tra il 1968 ed il 1970 in vari sgow radiofonici o televisivi trasmessi dalla BBC inglese, iniziando proprio da quel giugno del 1968 che vide la pubblicazione del primo singolo della band, "Hush". Ecco la lista completa dei brani: LP 1 1. Hush / 2. One More Rainy Day 3. Help! [BBC Top Gear Session, giugno 1968]; 4. And the Address [BBC Dave Symonds Show Session, luglio '68]; 5. Hey Bop A Re Bop 6. Emmaretta 7. Wring that Neck 8. Hey Joe 9. It's All Over [BBC Top Gear Session, febbraio '69]; 10. The Painter 11. Lalena [BBC Sounds Like Tony Brandon Show Session, luglio '69]; 12. The Painter 13. I'm So Glad 14. Hush [BBC Chris Grant's Tasty Pop Sundae Session, luglio '69]. LP 2: 1. Ricochet 2. The Bird Has Flown [Symonds on Sunday, Agosto '69); 3. Speed King 4. Jam Stew (aka John Stew) [Stuart Henry Noise at Nine, novembre '69); 5. Hard Lovin' Man 6. Bloodsucker 7. Living Wreck [Mike Harding's Sounds Of The Seventies Session, aprile '70]; 8. Black Night 9. Grabsplatter 10. Into The Fire 11. Child In Time [BBC Transcription Services Session, settembre 1970]. Oltre ai brani indicati, alcuni stralci di interviste.
Deep purple
Book of taliesyn (mono)
Lp [edizione] nuovo mono eu 1969 parlophone / hvl
rock 60-70
rock 60-70
Ristampa IN MONO (il mixaggio mono del disco venne originariamente approntato contemporaneamente a quello stereo ma mai pubblicato finora), copertina apribile pressocche' identica a quella della prima molto rara tiratura uscita in Inghilterra su Harvest. Il secondo album, pubblicato in Inghilterra nel luglio del 1969 su Harvest ed in USA nel Gennaio dello stesso anno su Tetragrammaton, dopo ''Shades of Deep Purple'' e prima di ''Deep Purple'', giunto al numero 54 delle classifiche americane e non entrato in quelle inglesi. Registrato con la formazione originale, prima dell'avvento di Gillan e Glover, furono etichettati dalla critica come una sorta di ''british vanilla fudge'', il disco e' molto diverso da quello che saranno i successivi, la cover dei Beatles ''we can work it out'' ha sapore ancora da party londinese dei '60 sullo stile di Brian Auger, la lunga jam di ''Exposition'' mette in luce le qualita' di Blackmore, ancora una volta al centro dell'attenzione, mentre in brani quali ''the shield'' e ''anthem'' che ricordano le radici psIchedeliche del gruppo, e dal sapore quasi barrettiano, e' l'organo di John Lord ad avere la parte principale. Ma e' solo con la finale ''river deep mountain high'' che si giunge al culmine del souno della prima incarnazione della band, in cui progressive, hard e soul si uniscono in una totale interazione.
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