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Idles
Brutalism (remastered)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 2017 partisan
indie 2000
indie 2000
ristampa rimasterizzata, copertina apribile. “Brutalism” (2017) è il disco esordio degli inglesi Idles, autodefinitisi “angry band”. L’album è il classico disco punk, con la tipica impronta british : sfrontatezza e rabbia. Con gli Idles si potrebbe parlare di una versione chitarristica degli Sleaford Mods.
Quintetto di Bristol, nato su iniziativa del cantante gallese Joe Talbot e del bassista Adam Devonshire, i cinque propongono un’ aggressiva ed originale miscela di post punk e di certo hardcore evoluto, dove accanto a brani veloci, tirati e granitici trovano spazio composizioni dalle dinamiche più articolate, con la baritonale ed urticante voce di Talbot a fare da perfetto megafono a testi che, con intelligenza e sarcasmo, dipingono un quotidiano dove noia, depressione, machismo, disillusione e xenofobia rendono la società inglese sempre più buia e chiusa.
Attivi dal 2009, dopo una lunga gavetta contraddistinta da una manciata di brani in formato digitale, di E.P. autoprodotti e da una intensa attività live, nel 2016 il 45 giri “Well done” , oggi rarissimo e carissimo pezzo da collezione, farà da preludio ed andrà poi a far parte dell’esordio “Brutalism”, uscito nel 2017. Il disco, già maturo e compatto, annovera tra i pezzi forti lo strepitoso anthem “Mother” , poi cavallo di battaglia nei loro infuocati live, uscirà anch’esso come singolo 7”, cosi come “Divide and conquer”. Il seguito “Joy as an act of resistance” -raramente titolo di un disco è stato così efficace nel sintetizzare l’attitudine di una band- uscito nel 2018 per la Partisan Records ( stessa etichetta che meno di un anno dopo pubblicherà l’esordio di un’altra “big thing”, i Fontaines D.C.), vede gli IDLES proseguire nel loro percorso con ancora più consapevolezza e include brani destinati a diventare loro classici come “Colossus”, I’m scum”, “Samaritans” e l’inno alla fratellanza “Danny Nedelko”. Sul finire di lato A l’intimità straziante di “June”, scritta da Talbot in conseguenza della perdita della figlia nata morta, spiazza e commuove gli ascoltatori. Per la prima volta trova posto anche una cover e sorprendentemente si tratta di una rivisitazione in stile Birthday Party di “Cry to me”, canzone soul resa celebre da Solomon Burke ad inizio anni ’60. L’album arriva a certificare gli IDLES come figura centrale della fervida nuova scena musicale inglese e fa proseliti di nuovi seguaci, scalando le classifiche di vendita inglesi fino al quinto posto. Ad ulteriore conferma dello stato di grazia della band, due ottimi inediti da “Joy as an act of resistance”, “Mercedes marxist” e “I dream guillotine”, usciranno in un 7” nell’agosto 2019. Fedele testimonianza delle loro adrenaliniche performance live e del feeling che i cinque sanno instaurare con il loro pubblico, il doppio album “A beatiful thing: IDLES live at le Bataclan” esce sul finire del 2019 e per i vecchi e i sempre più numerosi fan sarà l’unico modo per ascoltare un concerto degli IDLES per molto tempo, visto che di lì a poco il Covid fermerà la musica dal vivo in tutto il mondo.
Nel settembre 2020 esce l’attesissimo “Ultramono” e, se di base la ricetta vincente resta invariata, la musica degli IDLES appare capace di aprirsi a nuove sonorità –basti ascoltare la sorprendente “A hymn”- grazie anche al lavoro di due produttori come Adam Greenspan e Nick Launay e al prezioso apporto, tra gli altri, di David Yow (Jesus Lizard) e Warren Ellis che offre il suo contributo nella sincopata “Grounds”. Due i singoli estratti dall’album che escono su 7”: “Mr. Motivator” e “Model village”, per il quale il talentuoso regista francese Michel Gondry dirige un videoclip animato. “Ultramono” è la definitiva consacrazione della band, riuscendo nella impensabile – almeno fino a pochissimi anni prima- impresa di arrivare al primo posto di vendita nelle classifiche inglesi. (biografia a cura di Luca Bussagli)
Idles
Joy as an act of resistance
Lp [edizione] nuovo stereo eu 2018 partisan
indie 2000
indie 2000
adesivo di presentazione sul cellophane,, inner sleeve. "Joy as an Act of Resistance." (2018), secondo album del gruppo di Bristol, si muove sulla stessa lunghezza d'onda del debutto ("Brutalism" del 2017) : un punk, suonato veloce, aggressivo, senza fronzoli. Quasi hardcore.
Quintetto di Bristol, nato su iniziativa del cantante gallese Joe Talbot e del bassista Adam Devonshire, i cinque propongono un’ aggressiva ed originale miscela di post punk e di certo hardcore evoluto, dove accanto a brani veloci, tirati e granitici trovano spazio composizioni dalle dinamiche più articolate, con la baritonale ed urticante voce di Talbot a fare da perfetto megafono a testi che, con intelligenza e sarcasmo, dipingono un quotidiano dove noia, depressione, machismo, disillusione e xenofobia rendono la società inglese sempre più buia e chiusa.
Attivi dal 2009, dopo una lunga gavetta contraddistinta da una manciata di brani in formato digitale, di E.P. autoprodotti e da una intensa attività live, nel 2016 il 45 giri “Well done” , oggi rarissimo e carissimo pezzo da collezione, farà da preludio ed andrà poi a far parte dell’esordio “Brutalism”, uscito nel 2017. Il disco, già maturo e compatto, annovera tra i pezzi forti lo strepitoso anthem “Mother” , poi cavallo di battaglia nei loro infuocati live, uscirà anch’esso come singolo 7”, cosi come “Divide and conquer”. Il seguito “Joy as an act of resistance” -raramente titolo di un disco è stato così efficace nel sintetizzare l’attitudine di una band- uscito nel 2018 per la Partisan Records ( stessa etichetta che meno di un anno dopo pubblicherà l’esordio di un’altra “big thing”, i Fontaines D.C.), vede gli IDLES proseguire nel loro percorso con ancora più consapevolezza e include brani destinati a diventare loro classici come “Colossus”, I’m scum”, “Samaritans” e l’inno alla fratellanza “Danny Nedelko”. Sul finire di lato A l’intimità straziante di “June”, scritta da Talbot in conseguenza della perdita della figlia nata morta, spiazza e commuove gli ascoltatori. Per la prima volta trova posto anche una cover e sorprendentemente si tratta di una rivisitazione in stile Birthday Party di “Cry to me”, canzone soul resa celebre da Solomon Burke ad inizio anni ’60. L’album arriva a certificare gli IDLES come figura centrale della fervida nuova scena musicale inglese e fa proseliti di nuovi seguaci, scalando le classifiche di vendita inglesi fino al quinto posto. Ad ulteriore conferma dello stato di grazia della band, due ottimi inediti da “Joy as an act of resistance”, “Mercedes marxist” e “I dream guillotine”, usciranno in un 7” nell’agosto 2019. Fedele testimonianza delle loro adrenaliniche performance live e del feeling che i cinque sanno instaurare con il loro pubblico, il doppio album “A beatiful thing: IDLES live at le Bataclan” esce sul finire del 2019 e per i vecchi e i sempre più numerosi fan sarà l’unico modo per ascoltare un concerto degli IDLES per molto tempo, visto che di lì a poco il Covid fermerà la musica dal vivo in tutto il mondo.
Nel settembre 2020 esce l’attesissimo “Ultramono” e, se di base la ricetta vincente resta invariata, la musica degli IDLES appare capace di aprirsi a nuove sonorità –basti ascoltare la sorprendente “A hymn”- grazie anche al lavoro di due produttori come Adam Greenspan e Nick Launay e al prezioso apporto, tra gli altri, di David Yow (Jesus Lizard) e Warren Ellis che offre il suo contributo nella sincopata “Grounds”. Due i singoli estratti dall’album che escono su 7”: “Mr. Motivator” e “Model village”, per il quale il talentuoso regista francese Michel Gondry dirige un videoclip animato. “Ultramono” è la definitiva consacrazione della band, riuscendo nella impensabile – almeno fino a pochissimi anni prima- impresa di arrivare al primo posto di vendita nelle classifiche inglesi. (biografia a cura di Luca Bussagli)
Idles
Tangk
Lp [edizione] nuovo stereo ger 2024 partisan
indie 2000
indie 2000
edizione in vinile nero, doppio adesivo su cellophane. Il quinto album a tre anni da "crawler", prodotto da Nigel Godrich (già al lavoro con Beck e Radiohead) ed il produttore hip-hop Kenny Beats, oltre a Mark Bowen membro della band. Una raccolta di canzoni che il gruppo di Bristol dedica al tema dell'amore (rauco intenso e viscerale, a 360 gradi), spiegate con le parole del cantante Joe Talbot come "gratitudine verso ciò che siamo" e "desiderio di far sentire l'amore di cui si ha bisogno nella vita". Musicalmente, come già avvenuto nel precedente "crawler", il gruppo cerca nuove soluzioni espressive fregandosene di una coerenza stilistica, con brani sfuggenti e sperimentali che si alternano a cavalcate dance-punk immediate e coinvolgenti. Un nuovo punto a favore di una delle bands più importanti del secolo.
Quintetto di Bristol, nato su iniziativa del cantante gallese Joe Talbot e del bassista Adam Devonshire, i cinque propongono un’ aggressiva ed originale miscela di post punk e di certo hardcore evoluto, dove accanto a brani veloci, tirati e granitici trovano spazio composizioni dalle dinamiche più articolate, con la baritonale ed urticante voce di Talbot a fare da perfetto megafono a testi che, con intelligenza e sarcasmo, dipingono un quotidiano dove noia, depressione, machismo, disillusione e xenofobia rendono la società inglese sempre più buia e chiusa.
Attivi dal 2009, dopo una lunga gavetta contraddistinta da una manciata di brani in formato digitale, di E.P. autoprodotti e da una intensa attività live, nel 2016 il 45 giri “Well done” , oggi rarissimo e carissimo pezzo da collezione, farà da preludio ed andrà poi a far parte dell’esordio “Brutalism”, uscito nel 2017. Il disco, già maturo e compatto, annovera tra i pezzi forti lo strepitoso anthem “Mother” , poi cavallo di battaglia nei loro infuocati live, uscirà anch’esso come singolo 7”, cosi come “Divide and conquer”. Il seguito “Joy as an act of resistance” -raramente titolo di un disco è stato così efficace nel sintetizzare l’attitudine di una band- uscito nel 2018 per la Partisan Records ( stessa etichetta che meno di un anno dopo pubblicherà l’esordio di un’altra “big thing”, i Fontaines D.C.), vede gli IDLES proseguire nel loro percorso con ancora più consapevolezza e include brani destinati a diventare loro classici come “Colossus”, I’m scum”, “Samaritans” e l’inno alla fratellanza “Danny Nedelko”. Sul finire di lato A l’intimità straziante di “June”, scritta da Talbot in conseguenza della perdita della figlia nata morta, spiazza e commuove gli ascoltatori. Per la prima volta trova posto anche una cover e sorprendentemente si tratta di una rivisitazione in stile Birthday Party di “Cry to me”, canzone soul resa celebre da Solomon Burke ad inizio anni ’60. L’album arriva a certificare gli IDLES come figura centrale della fervida nuova scena musicale inglese e fa proseliti di nuovi seguaci, scalando le classifiche di vendita inglesi fino al quinto posto. Ad ulteriore conferma dello stato di grazia della band, due ottimi inediti da “Joy as an act of resistance”, “Mercedes marxist” e “I dream guillotine”, usciranno in un 7” nell’agosto 2019. Fedele testimonianza delle loro adrenaliniche performance live e del feeling che i cinque sanno instaurare con il loro pubblico, il doppio album “A beatiful thing: IDLES live at le Bataclan” esce sul finire del 2019 e per i vecchi e i sempre più numerosi fan sarà l’unico modo per ascoltare un concerto degli IDLES per molto tempo, visto che di lì a poco il Covid fermerà la musica dal vivo in tutto il mondo.
Nel settembre 2020 esce l’attesissimo “Ultramono” e, se di base la ricetta vincente resta invariata, la musica degli IDLES appare capace di aprirsi a nuove sonorità –basti ascoltare la sorprendente “A hymn”- grazie anche al lavoro di due produttori come Adam Greenspan e Nick Launay e al prezioso apporto, tra gli altri, di David Yow (Jesus Lizard) e Warren Ellis che offre il suo contributo nella sincopata “Grounds”. Due i singoli estratti dall’album che escono su 7”: “Mr. Motivator” e “Model village”, per il quale il talentuoso regista francese Michel Gondry dirige un videoclip animato. “Ultramono” è la definitiva consacrazione della band, riuscendo nella impensabile – almeno fino a pochissimi anni prima- impresa di arrivare al primo posto di vendita nelle classifiche inglesi. Seguono gli albums "crawler" del 2021 e "tangk" del 2024 (biografia a cura di Luca Bussagli)
Idles
Tangk (ltd deluxe)
Lp [edizione] nuovo stereo ger 2024 partisan
indie 2000
indie 2000
edizione limitata in vinile giallo trasparente con copertina olografica, con parti lucide, apribile e libretto, doppio adesivo su cellophane. Il quinto album a tre anni da "crawler", prodotto da Nigel Godrich (già al lavoro con Beck e Radiohead) ed il produttore hip-hop Kenny Beats, oltre a Mark Bowen membro della band. Una raccolta di canzoni che il gruppo di Bristol dedica al tema dell'amore (rauco intenso e viscerale, a 360 gradi), spiegate con le parole del cantante Joe Talbot come "gratitudine verso ciò che siamo" e "desiderio di far sentire l'amore di cui si ha bisogno nella vita". Musicalmente, come già avvenuto nel precedente "crawler", il gruppo cerca nuove soluzioni espressive fregandosene di una coerenza stilistica, con brani sfuggenti e sperimentali che si alternano a cavalcate dance-punk immediate e coinvolgenti. Un nuovo punto a favore di una delle bands più importanti del secolo.
Quintetto di Bristol, nato su iniziativa del cantante gallese Joe Talbot e del bassista Adam Devonshire, i cinque propongono un’ aggressiva ed originale miscela di post punk e di certo hardcore evoluto, dove accanto a brani veloci, tirati e granitici trovano spazio composizioni dalle dinamiche più articolate, con la baritonale ed urticante voce di Talbot a fare da perfetto megafono a testi che, con intelligenza e sarcasmo, dipingono un quotidiano dove noia, depressione, machismo, disillusione e xenofobia rendono la società inglese sempre più buia e chiusa.
Attivi dal 2009, dopo una lunga gavetta contraddistinta da una manciata di brani in formato digitale, di E.P. autoprodotti e da una intensa attività live, nel 2016 il 45 giri “Well done” , oggi rarissimo e carissimo pezzo da collezione, farà da preludio ed andrà poi a far parte dell’esordio “Brutalism”, uscito nel 2017. Il disco, già maturo e compatto, annovera tra i pezzi forti lo strepitoso anthem “Mother” , poi cavallo di battaglia nei loro infuocati live, uscirà anch’esso come singolo 7”, cosi come “Divide and conquer”. Il seguito “Joy as an act of resistance” -raramente titolo di un disco è stato così efficace nel sintetizzare l’attitudine di una band- uscito nel 2018 per la Partisan Records ( stessa etichetta che meno di un anno dopo pubblicherà l’esordio di un’altra “big thing”, i Fontaines D.C.), vede gli IDLES proseguire nel loro percorso con ancora più consapevolezza e include brani destinati a diventare loro classici come “Colossus”, I’m scum”, “Samaritans” e l’inno alla fratellanza “Danny Nedelko”. Sul finire di lato A l’intimità straziante di “June”, scritta da Talbot in conseguenza della perdita della figlia nata morta, spiazza e commuove gli ascoltatori. Per la prima volta trova posto anche una cover e sorprendentemente si tratta di una rivisitazione in stile Birthday Party di “Cry to me”, canzone soul resa celebre da Solomon Burke ad inizio anni ’60. L’album arriva a certificare gli IDLES come figura centrale della fervida nuova scena musicale inglese e fa proseliti di nuovi seguaci, scalando le classifiche di vendita inglesi fino al quinto posto. Ad ulteriore conferma dello stato di grazia della band, due ottimi inediti da “Joy as an act of resistance”, “Mercedes marxist” e “I dream guillotine”, usciranno in un 7” nell’agosto 2019. Fedele testimonianza delle loro adrenaliniche performance live e del feeling che i cinque sanno instaurare con il loro pubblico, il doppio album “A beatiful thing: IDLES live at le Bataclan” esce sul finire del 2019 e per i vecchi e i sempre più numerosi fan sarà l’unico modo per ascoltare un concerto degli IDLES per molto tempo, visto che di lì a poco il Covid fermerà la musica dal vivo in tutto il mondo.
Nel settembre 2020 esce l’attesissimo “Ultramono” e, se di base la ricetta vincente resta invariata, la musica degli IDLES appare capace di aprirsi a nuove sonorità –basti ascoltare la sorprendente “A hymn”- grazie anche al lavoro di due produttori come Adam Greenspan e Nick Launay e al prezioso apporto, tra gli altri, di David Yow (Jesus Lizard) e Warren Ellis che offre il suo contributo nella sincopata “Grounds”. Due i singoli estratti dall’album che escono su 7”: “Mr. Motivator” e “Model village”, per il quale il talentuoso regista francese Michel Gondry dirige un videoclip animato. “Ultramono” è la definitiva consacrazione della band, riuscendo nella impensabile – almeno fino a pochissimi anni prima- impresa di arrivare al primo posto di vendita nelle classifiche inglesi. Seguono gli albums "crawler" del 2021 e "tangk" del 2024 (biografia a cura di Luca Bussagli)
Igra staklenih perli
Inner flow (+ booklet)
Lp [edizione] originale stereo ger 1976 kalemegdan
[vinile] Excellent [copertina] Very good rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Very good rock 60-70
La prima stampa, pressata solo in Germania, copertina (con una leggerissima piegatura in basso a sinistra, e con modestissimi segni lasciati dalla rimozione di un'etichetta adesiva in alto a destra) semilucida senza barcode, corredata di libretto di dodici pagine in fogli rossi, bianchi o azzurri, con note in lingue tedesca, serba ed inglese, inner sleeve con artwork in bianco e nero, label argento e nera con la scaletta dei brani completa indicata su entrambe le facciate, sulla prima in lingua inglese e sulla seconda in lingua serba (nella stampa successiva sarà solo in lingua inglese), catalogo KD002. Pubblicato intorno al 1992 dalla label tedesca Kalemegdan, questo album (inizialmente programmato per uscire nel 1991 insieme al live "Soft epxlosion live"), uscito con il gruppo ormai sciolto da alcuni anni, compila registrazioni inedite in studio e dal vivo effettuate fra il 1976 ed il 1979 dagli Igra Staklenih Perli, durante i loro primi anni di attività. Un gruppo composto da giovani musicisti ispirati da Pink Floyd, Can, Jimi Hendrix, Tangerine Dream e Yes, così come dal libro tibetano dei morti e da Hermann Hesse (da qui il nome della band, traducibile come "Il gioco delle perle di vetro"), già efidenzia in queste prime prove la sua propensione verso un rock psichedelico e spaziale dalle forti influenze floyfiane, ma anche dei Tangerine Dream nei passaggi più rarefatti: brani avvolgenti dalle sonorità di chitarra e di organo dilatate da effetti come l'eco e lo wah wah, immersi in atmosfere oniriche e fluttuanti, sottilmente oscure e molto introspettive (nelle più propulsive "Lake of lily" e "Drakula's dance" si avverte anche l'influsso dei Can). Questa la scaletta: "Flow Access", "Hotel Wave", "Magic Mashine", "Lake Of Lily", "Drakula's Dance", "Inner Flow", "Balkan IV". Gli Igra Staklenih Perli, gruppo iugoslavo di Belgrado, si formarono nel 1976 e suonarono il loro primo concerto nel 1977 nella capitale dell'allora Iugoslavia; erano autori di una ''spherical psychedelic rock music'', con lunghi brani prevalentemente strumentali, con lunghe improvvisazioni che pero' mantengono un andamento ipnotico ed un'atmosfera oscura, tra hard rock, progressve e psichedelia. La loro musica, originalissima, possiede riferimenti ad Hawkwind, Pink Floyd, Tangerine Dream. Dopo il primo magnifico album eponimo del 1979, che putroppo ebbe una gestazione difficile per vari problemi, pubblicarono ''Vrt svetlosti'' nel 1980, dopo di che si sciolsero. Sono emerse negli anni '90 registrazioni inedite dal vivo ed in studio della seconda meta' degli anni '70, che a detta degli appassionati confermano il valore della band.
Igra staklenih perli
Soft explosion live (first version + booklet)
Lp [edizione] originale stereo ger 1978 kalemegdan
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
La prima stampa, pressata solo in Germania, con la scaletta dei brani significativamente diversa dalla seconda stampa del 1993 (che fu rimasterizzata e che contiene otto tracce, invece delle sei qui presenti, ed alcune con durata differente), copertina semilucida senza barcode, corredata di libretto di dodici pagine in fogli rossi, bianchi o azzurri, con foto e note in lingue tedesca, serba ed inglese, inner sleeve con artwork in bianco e nero, label argento e nera con la scaletta dei brani completa indicata su entrambe le facciate, sulla prima in lingua inglese e sulla seconda in lingua serba (nella stampa successiva sarà solo in lingua inglese), catalogo KD001. Pubblicato nel 1991 dalla label tedesca Kalemegdan, questo album, uscito con il gruppo ormai sciolto da alcuni anni, contiene registrazioni dal vivo effettuate al Facoltà di Medicina dell'Università di Belgrado, nell'allora Iugoslavia, nel 1978, prima dell'uscita del primo album degli Igra Staklenih Perli. Decisamente buona la qualità della registrazione, per una performance che evidenzia la musa psichedelica e space rock del gruppo; i brani si dipanano fluttuanti attraverso chitarre liquide, dilatate dagli effetti wah wah, e dalle tastiere pinkfloydiane, con pochi interventi vocali. Questa la scaletta: "Tiha Eksplozija = Soft Explosion", "Kvadrant G = Quadrant G", "Gušterov Trg = Lyzzard Square", "Pecurka = Mushroom", "Putovanje U Plavo = Voyage Into Blue", "Povratak Na Gušterov Trg = Return To Lyzzard Square". Gli Igra Staklenih Perli, gruppo iugoslavo di Belgrado, si formarono nel 1976 e suonarono il loro primo concerto nel 1977 nella capitale dell'allora Iugoslavia; erano autori di una ''spherical psychedelic rock music'', con lunghi brani prevalentemente strumentali, con lunghe improvvisazioni che pero' mantengono un andamento ipnotico ed un'atmosfera oscura, tra hard rock, progressve e psichedelia. La loro musica, originalissima, possiede riferimenti ad Hawkwind, Pink Floyd, Tangerine Dream. Dopo il primo magnifico album eponimo del 1979, che putroppo ebbe una gestazione difficile per vari problemi, pubblicarono ''Vrt svetlosti'' nel 1980, dopo di che si sciolsero. Sono emerse negli anni '90 registrazioni inedite dal vivo ed in studio della seconda meta' degli anni '70, che a detta degli appassionati confermano il valore della band.
Lp [edizione] originale stereo hol 1988 vertigo
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
l' originale stampa europea, pressaata in OLanda, copertina lucida con barcode, completa di inner sleeve con foto e testi, label Vertigo "spaceships", con navicelle spaziali, e bordo esternos curo, catalogo 834311-1. Pubblicato nel 1988 dalla Warner Bros, il secondo album, successivo a ''Never told a soul'' (1984) e precedente ''Streets of heaven'' (2010). Inciso con Billy Nicholls, Chris White, Stuart Brooks, Jerry Donahue, Frank Ricotti, Alan Clark e Mark Knopfler, ''Glass'' e' un classico esempio della raffinata tecnica strumentale di Illsley, con brani arrangiatissimi dai suoni puliti e con influenze fusion e pop, ed un sound che risulta piu' morbido e meno rock rispetto ai Dire Straits. Apprezzato per le sue qualita' tecniche, John Illsley e' lo storico bassista dei Dire Straits di Mark Knopfler, ed ha suonato con il gruppo inglese per tutta la sua esistenza, dal 1977 al 1995. Illsley ha anche realizzato due album solisti nel corso degli anni '80 (in entrambi compare lo stesso Mark Knopfler alla chitarra), e dopo lo scioglimento dei Dire Straits si e' dedicato principalmente alla pittura, pur tornando a suonare con Knopfler in alcune occasioni, e pubblicando un nuovo lavoro solista nel 2010.
Impulse manslaughter
Burn one naked, and nuke it (ltd. translucent green vinyl)
7" [edizione] ristampa stereo ger 1986 nuclear blast
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
EP in formato 7" a 33 giri, la ristampa europea di pressaggio tedesco del 1989 su Nuclear Blast, con copertina (con lievissimi segni di invecchiamento) con sfondo giallo e non più bianco, con disco estraibile dall'alto, piccola sagomatura sul lato di apertura e senza barcode, qui nella versione in edizione limitata in vinile di colore verde semitrasparente (tendente al giallognolo a seconda del riflesso di luce), label nera con scritte bianche e foro centrale piccolo, logo Nuclear Blast Records bianco in alto, catalogo NB025. Originariamente pubblicato nel 1986 dalla Freak Accident negli USA, questo EP è il disco di debutto degli Impulse Manslaughter, precedente il loro primo lp. Contiene otto brevi brani, inediti su album ("Sedation" sarà però riproposta sul primo lp del 1987), di grezzissimo e sgolato hardcore punk dai ritmi abbastanza vorticosi, dal cantato a squarciagola, e dai pochi primitivi accordi: "Sack O' Shit", "Ratbag", "Slithis", "Nothing", "Sedation", "Chaos", "Contradiction", "Oatmeal". Gli Impulse Manslaughter, da Chicago, Illinois, attivi fra il 1985 ed il 1993 ed autori di un ibrido fra thrash metal estremo, grindcore e crust punk; formati da Chris Hanley (chitarra), Glen Herman (batteria), Nick Stevens (basso) e Karl Patton (voce), dopo aver debuttato su disco nel 1986 con il 7"EP "Burn one nake, and nuke it", furono uno dei primi gruppi a firmare con la seminale etichetta tedesca Nuclear Blast, per la quale pubblicarono il primo dei loro due albums, "He who laughs... laughs alone" (1987), offrendo un hardcore incattivito come pochi, tirato e vorticoso ma non ostile a repentini cambi ritmici, influenzato anche dal thrash metal più underground, cantato con voce aggressiva e spesso e volentieri a squarciagola. Nel complesso non uno dei più feroci esempi del suo genere, ma comunque dirompente e rabbioso. Un secondo lp, "Logical end", seguirà nel 1988.
Incredible bongo band
Bongo rock (silver sleeve)
lp [edizione] nuovo stereo eu 1973 use vinyl records
rock 60-70
rock 60-70
Ristampa del 2021, copertina metallizzata senza barcode, pressoche' identica alla prima molto rara tiratura uscita in Usa su Pride nel 1973, catalogo UVR110.21. Il primo dei due albums del gruppo, prima di ''The return of the incredible bongo band'' (1974). Il seminale e bizzarro progetto strumentale, voluto dal discografico Michael Viner, messo in piedi utilizzando rinomati sessionmen, era basato principalmente su percussioni e batteria, che spesso si dilungavano in assoli, e su di un funk incalzante, ma era caratterizzato anche da efficaci chitarre vicine al rock psichedelico degli anni '60, ricordando sovente le migliori colonne sonore di blaxploitation di quegli anni; non a caso, perche' l' Incredible Bongo Band nacque appunto per la registrazione di un paio di brani da inserire nella colonna sonora dell' improbabile film, prodotto dallo stesso Viner, "The Thing With Two Heads": i brani, "Bongolia" e "Bongo Rock", furono pubblicati anche su singolo, ottenendo un sorprendente successo in Canada; questo spinse Viner ad intraprendere le registrazioni (nei Mushroom Studios, in Canada) di un album con una band nel frattempo riorganizzata con musicisti perlopiu' canadesi, ed il risultato fu questo disco, composto principalmente da covers (ci sono anche i due brani del singolo, uno dei quali in un a nuova versione, "Bongo Rock 73"), che ebbe esiti commerciali modesti, ma divenne un vero oggetto di culto gia' pochi anni dopo, quando nel Bronx la nascente scena hip-hop scopri' la possibilita' di utilizzare con risultati straordinari alcuni brani di "Bongo Rock", e particolarmente la magnifica versione di "Apache" degli Shadows, forse il brano piu' utilizzato (oggi diremmo "campionato", ma la storia inizia molto prima dell' introduzione dei campionatori) nell' ambito della musica hip-hop. Aldila' di questi elementi, che fanno di questo disco un tassello rilevante nella storia della musica, resta un album assolutamente convincente, e godibilissimo. Bella anche la versione funkeggiante di ''In-a-gadda-da-vida'' degli psichedelici Iron Butterfly. Il progetto frutto' un altro album ''The return of the incredible bongo band'' (1974), prima di dissolversi.
Infest
Mankind ("infest" 7" + four tracks)
10" [edizione] originale stereo usa 1991 deep six / draw blank
[vinile] Excellent [copertina] Very good heavy metal
[vinile] Excellent [copertina] Very good heavy metal
Mini lp in formato 10" a 45 giri, l' otiginale molto rara stampa, uscita per l' etichetta americana Deep Six / Draw Blank nel 2006, nella versione in vinile nero; copertina (con leggeri segni di usura in alto a destra) senza barcode, corredata di piccolo inserto con testi e foto, label custom in bianco e nero, fotografica su di una facciata, con grandi loghi Draw Blank Records e Deep Six Records sull'altra, catalogo 51 inciso sul trail off, groove message "INFEST OUGHT TO BE A SIDESHOW FOR FREAKS LIKE ME...YEAH I COULD BE THE STAR OF THE SHOW WITH MY NAME ON THE MARQUEE" sul lato A e "IN A ROOM WITH A BIG RED BUTTON THAT SAYS "DANGER" DO NOT TOUCH... TWICE A DAY I'D SMASH IT DOWN - AND YOU COULD WATCH ME SELF DESTRUCT" sul lato B. Si tratta di una raccolta che include i dieci brani del rarissimo 7"ep "Infest" del 1991, e quattro ulteriori tracce: "Nothing's changed", tratta dalla compilation "Fear of smell" del 1993, "This World Is Dead", "Nothing Left Inside" e "Big Mouth". Originariamente pubblicato nel 1991 sotto forma di 7" dalla Drawblank negli USA, "Infest" e' il secondo Ep, successivo al primo "Machismo" ed al primo album "Slave" (entrambi del 1988), contiene nella sua edizione originaria dieci devastanti brani di hardcore estremo associato allo stile powerviolence, spinto a ritmi vorticosi e maniacali, che sostengono grezze e brutali rasoiate di chitarra ed un cantato furioso ed abrasivo, il tutto immerso in un'atmosfera cupa e minacciosa, squarciata da esplosioni soniche rabbiose e da improvvise accelerate. Gli Infest sono una storica band di Los Angeles formatasi nel 1986, il cui esordio su disco avvenne nel 1988 con il 7"ep (con dieci brani!) noto con il titolo di "Machismo"; la band era dedita ad un hardcore violentissimo e velocissimo, pieno di stacchi ed imprevedibile, fondamentale ispirazione negli anni a venire per innumerevoli bands tra crust punk e grind, e divenuti un culto assoluto nonostante una produzione assai scarna, con una manciata di 7" e minialbum al loro attivo, prima dello scioglimento avvenuto nel 1996. Ebbero la capacita' di mettere insieme l' intensita', la velocita' e l' attenzione per le strutture compositive dei brani propri dell' harcore straight edge hardcore, con l' aggressivita e la rabbia di bands quali i Negative Approach o i Negative FX, in una chiave ancora piu' cupa ed opprimente, con la voce di Joe Denunzio rabbiosa come poche e liriche basate sull' invettiva nei confronti del conformismo, della guerra, della politica. Si sono riformati nel 2013, riprendendo a suonare dal vivo.
Iron butterfly
fillmore east 1968
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1968 rhino
rock 60-70
rock 60-70
Adesivo di presentazione sul cellophane; per la prima voltain vinile, un estratto dai celebri concerti effettuati dalla storica band americana al Fillmore East di New York tra il 26 ed il 27 aprile del 1968 (e piu' precisamente dal "late show" del 26 aprile e dall' "early show" del 27, la band suono' due concerti per giorno, come d' uso comune all' epoca), tra il primo album "Heavy" (febbraio 1968) ed il secondo leggendario "In-A-Gadda-Da-Vida" (che sarebbe uscito nel luglio del 1968). La qualita' di registrazione e' notevole, cosi' come lo sono le performance della band, qui nel suo momento di grazia, con quattro brani tratti dal primo album e tre che poi saranno inclusi nel secondo, tra cui la sempre magnifica "In-A-Gadda-Da-Vida". La prima facciata e' registrata nell' early show del 27 aprile ed include i brani "Are You Happy", "Unconscious Power", "My Mirage", "So-Lo" e "Iron Butterfly Theme"; la seconda facciata e' registrata nel late show del 26 aprile ed include i brani "Stamped Ideas" e "In-A-Gadda-Da Vida". Ricordati dai piu' per un unico brano, dal successo effettivamente straordinario, "In-A-Gadda-Da-Vida", sono stati uno dei primi gruppi americani (erano originari di San Diego, California) contraddistinti da un suono marcatamente heavy, oltre che influenzato dal blues e dalla psichedelia. Sette albums in studio (inclusi i due della reunion) ed uno live hanno visto avvicendarsi molti musicisti, tutti poi molto attivi anche su altri fronti: gia' nel secondo album i componenti originari della band sono solo due, andati via il cantante Darryl Deloach, il bassista Jerry Penrod ed il chitarrista Danny Weis (questi ultimi due formeranno i Rhinoceros, ma Weis fu poi anche con Ohio Knox e Lou Reed, tra gli altri); a sostituirli il bassista Lee Dorman ed chitarrista Erik Brann, presente in "Ball" e nel live e poi autore di un album solista, sostituito a sua volta con due chitarristi: Mike Pinera, ex Blues Image, e Larry Reinhardt. Dopo "Metamorphosis" la band si sciolse; Mike Pinera, suonera' nei Ramatam, New Cactus Band e Thee Image; Lee Dorman e Larry Reinhardt nei Captain Beyond. La reunion della band, per due mediocri albums, non piu' disponibile il tastierista Doug Ingle, vedra' impegnato il solo batterista Ron Bushy (piu' avanti nel supergruppo Juicy Groove) della formazione originaria, ed accanto a lui il recidivo Erik Brann, assieme ad altri musicisti reclutati per l' occasione.
Iron maiden
number of the beast
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1982 Parlophone
heavy metal
heavy metal
ristampa ufficiale in vinile 180 grammi, copertina pressoche' identica alla rara prima tiratura su Emi, e corredata di inner sleeve, con adesivo sul cellophane "THE NUMBER OF THE BEAST 4OTH ANNIVERSARY 1982 - 2022". Pubblicato nel marzo del 1982 dalla EMI in Gran Bretagna, dove giunse al primo posto in classifica, e dalla Harvest negli USA, dove arrivo' alla 33esima posizione, ''The number of the beast'' e' il terzo album degli Iron Maiden, uscito dopo ''Killers'' (1981) e prima di ''Piece of mind'' (1983). Uno degli album piu' apprezzati del gruppo inglese, questo lp fu anche il primo degli Iron a svettare sulla classifica britannica, lanciandoli definitivamente nell'olimpo del metal nonostante la recente dipartita del cantante Paul Di Anno, sostituito da qui in poi dal ben noto Bruce Dickinson, il cui stile vocale epico ben si adatta a classici brani come ''Run to the hills'', qui contenuta, per un metal ancora potente e veloce seppur meno abrasivo dei primi lavori. Celeberrima metal band londinese gli Iron Maiden muovono i primi passi nella East Side di Londra dal 1976 al 1978, dimostrando nelle proprie performance dal vivo, nonostante i continui cambiamenti di formazione, una grande potenzialita' che unisce l'energia del rock duro alla forza del punk, come del resto testimoniano le loro prime incisioni. In seguito, fin dal loro terzo album, ''The Number Of The Beast'' (1982), in assoluto uno dei dischi piu' amati sia dalla critica che dal pubblico, abbracceranno prima una linea decisamente piu' melodica ed, in seguito, un suono meno aggressivo, piu' "sintetico" e tecnologico, anche se i frequenti ritorni alle origini ed il loro stile inossidabile varranno loro una stima perpetua da parte dei numerosissimi fans.
It's a beautiful day
Hot summer day - live december 1st 1967
lpm [edizione] nuovo stereo eu 1967 trading places
rock 60-70
rock 60-70
Copertina senza barcode, con adesivo di presentazione sul cellophane, etichetta custom a colori da un lato, gialla con scritte nere dall' altro. Pubblicato dalla Trading Places nell' ottobre 2023, questo minialbum e' una testimonianza storica straordinaria della storia di uno dei gruppi piu' amati della psichedelia di San Francisco, contenendo cinque brani registrati l' 1 dicembre del 1967 dal vivo (molto buona in fin dei conti la registrazione) al San Francisco Sound Ballroom di Seattle, Washington, in quello che e' il primo concerto di cui si abbia notizia della band; non paia strano che si sia svolto a Seattle e non a San Francisco: il loro manager Matthew Katz, avendoli convinti che non erano ancora maturi per confrontarsi con la ricca scena di Frisco, nel pieno della Summer of Love, li spedi' a Seattle a farsi le ossa, un periodo difficile ma in qualche modo cretivamente importante per gli It's A Beautiful Day, che torneranno a San Francisco diversi mesi dopo, e arriveranno a sganciarsi da Katz solo durante il 1969, ed a pubblicare il loro primo album nel giugno dello stesso anno. La celeberrima "White Bird", che apre questo disco, in una versione piu' veloce e meno delicatamente sognante rispetto a quella nota, ha un testo appunto ispirato all' esperienza di vita del gruppo a Seattle; si prosegue con "Don and Dewey", grintoso episodio poi registrato in studio per il secondo album "Marrying Maiden" (giugno 1970), con "Hot Summer Day", anche questa, come "White Bird", poi nel primo album, e con le altrimenti inedite "Summer Blues" e "You Are the Sun", episodi che ben testimoniano questa fase di maturazione del sound del gruppo. Storico esponente della scena rock di San Francisco degli anni '60, David Laflamme è originario del lontano Connecticut; in possesso di formazione musicale classica, è innanzitutto violinista e cantante. Stabilitosi nella Bay Area nel 1962, suonò con Jerry Garcia e con Janis Joplin, e fu uno dei membri del leggendario gruppo underground Orkustra, insieme a Bobby Beausoleil, verso la metà degli anni '60, quindi formò una prima incarnazione dei Dan Hicks & His Hot Licks; poco dopo mise insieme il suo gruppo destinato a maggior fama, gli It's A Beautiful Day, uno dei gruppi più importanti ed originali della seconda generazione rock di San Francisco, autori del bellissimo primo album eponimo del 1969, caratterizzato da influssi orientalieggianti e dal suadente violino di Laflamme, che rendevano abbastanza unica la loro psichedelia. Celeberrimo è il loro piu' grande successo, il brano ''White bird''. Pubblicarono poi alcuni altri lp, prima di sciogliersi nel 1974. Lasciati gli It's A Beautiful Day nel 1973, il violinista pubblicò il suo primo album solista ''White bird'' nel 1976, seguito nel 1978 da ''Inside out''.
Ithaca (agincourt)
A game for all who know (+2 tracks)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1973 trading places
rock 60-70
rock 60-70
Ristampa del 2021, copertina senza codice a barre, pressoche' identica a quella della prima straordinariamente rara tiratura su Merlin, pressata in un numero di copie indicato tra le 50 e le 99, arricchita della presenza di due tracce bonus, "All My Life" e "The Poem". Originariamente uscito come stampa privata su Merlin in Gran Bretagna, questo e' l'unico leggendario album degli Ithaca. L'album e' un lavoro dai toni delicati e sognanti, che fonde elementi acid folk con rock progressivo melodico e venato di pop, con gli strumenti acustici in preminenza, ed esili voci maschili e femminili. I musicisti inglesi Peter Howell e John Fernando furono autori tra la fine degli anni '60 ed i primi anni '70 di alcuni leggendari gruppi underground britannici, realizzando nel 1969 un album dal titolo "Alice Through The Looking Glass", nel 1970 l' album "Fly Away" accreditato agli Agincourt e nel 1973 "A Game For All Who Know" intestato agli Ithaca, tutti rarissimi e ricercati album fra folk rock progressivo, pop sognante e venature psichedeliche; dopo un ulteriore effimero progetto insieme, i Friends, autori di un acetato nel 1974, negli anni '70 Howell si unì al Radiophonic Workshop della BBC, un gruppo di musicisti e compositori autori di musiche e di effetti sonori speciali per programmi radiofonici e televisivi inglesi, fra cui la serie ''Doctor Who''. Fra le altre cose, Howell compose la seconda versione della sigla di quella celebre serie fantascientifica. Ha poi pubblicato anche alcuni album solisti negli anni '70 e '80.
Jackson michael
Bad
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1987 epic / mjj
soul funky disco
soul funky disco
ristampa con copertina apribile, pressoche' identica alla prima tiratura, e corredata di inner sleeve con testi. Il settimo album solista, uscito dopo "Thriller" (1982) e prima di "Dangerous" (1991), pubblicato nel settembre del 1987 e giunto al primo posto delle classifiche sia inglesi che americane; l' album che ebbe il non facile compito di raccogliere l' eredita' del precedente "Thriller", uscito quasi cinque anni prima (l' album piu' venduto di sempre), dopo anche la parentesi di "Victory", pubblicato nel 1984 a nome Jacksons con i fratelli. Sebbene il successo non fu paragonabile a quello di "Thriller", "Bad" confermo' l' artista di colore seguito da un enorme pubblico spesso oltre i limiti del fanatismo. Un' operazione sofisticata e riuscitissima di commistione tra pop, soul e dance, compiuta ancora una volta con la regia fondamentale del produttore Quincy Jones e con la collaborazione di ospiti come Stevie Wonder (che duetta con Jackson in "Just Good Friends" e vi suona un assolo al synth), l' organista Jimmy Smith. Ne vennero tratti i singoli "I Just can't Stop Loving You", "Bad", "The Way You Make Me Feel", "Man in the Mirror", "Dirty Diana", "Another Part of Me", "Smooth Criminal" e "Liberian Girl".
Jamal ahmad
But not for me ahmad jamal trio at the pershing (+2 tr.)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1958 waxtime
jazz
jazz
Ristampa in vinile 180 grammi, rimasterizzata con sistema DMM (Direct Metal Mastering), copertina pressoche' identica sul fronte alla prima rara tiratura, con foto e note supplementari sul retro; contiene due tracce aggiunte per l' occasione: "All the things you are" e "Cherokee" (registrate dal vivo nello stesso luogo dei brani dell' album, ma il giorno dopo). Originariamente pubblicato nel 1958 dalla Argo, registrato dal vivo al Pershing Lounge di Chicago il 16 gennaio del 1958, con formazione composta da Ahmad Jamal (pianoforte), Israel Crosby (contrabbasso) e Vernell Fournier (batteria). Il terzo album di Jamal per la Argo e' considerato dalla critica uno dei suoi piu' importanti. Una performance in eccezionale equilibrio fra delicato lirismo, premonizioni ''post'' bop, abile uso dello spazio (non soprende ascoltando questo lp che Miles Davis fosse un suo estimatore), mai sopra le righe. Splendido il lungo brano ''Poinciana'', ammantato di un originalissmo quanto elegante esotismo, e pervaso sia da finissimo lirismo che da sfuggenti ed intricate partiture. Questa la scaletta: ''But not for me'', ''The surrey with the fringe on top'', ''Moonlight on vermont'', ''Music, music, music'', ''No greateer love'', ''Poinciana'', ''Woody'n you'', ''What's new''. Ahmad Jamal è un pianista jazz non famosissimo ma apprezzato per il suo stile innovativo, venato di minimalismo ed attento al gioco fra suono e silenzio. Tra i suoi ammiratori è da ricordare Miles Davis che pare insistesse con Red Garland perché provasse a suonare proprio come Jamal. Diviene pianista professionista all'età di undici anni nella sua Pittsburgh. Alla fine degli anni '40 entra nell' orchestra di George Hudson. Nel '51 forma il suo primo trio, i Three Strings, con il chitarrista Ray Crawford ed il bassista Eddie Calhoun. In seguito suonerà anche il piano elettrico. Famoso per una versione del brano "Pavanne" che in seguito ispirera' Coltrane per il brano "Impressions".
James
Gold mother (expanded 2lp)
lp2 [edizione] nuovo stereo eu 1990 fontana / mercury / umc
punk new wave
punk new wave
Doppio album, ristampa del 2023, ampliata a doppio lp, con tredici brani invece dei dieci originari, copertina pressoche' identica alla prima tiratura, corredata di inner sleeves. Questa nuova versione dell' album include tutti i dieci brani della prima versione del disco, una ulteriore versione del brano "Come Home" remixata da Flood che fu inserita nel 1991 nella seconda versione inglese dell' lp, ed i due brani ''Sit down'' e ''Lose control'' inseriti nella versione americana del disco, assenti in quella inglese. Pubblicato nel giugno del 1990 dalla Fontana in Gran Bretagna, dove giunse al sedicesimo posto in classifica, ed un mese dopo dalla Mercury negli USA, ma poi addirittura al secondo posto della stessa classifica inglese nella sua seconda edizione del 1991, ''Gold mother'' e' il quarto album dei James, uscito dopo il live ''One man clapping'' (1989) e prima di ''Seven'' (1992). Il gruppo inglese si distanzia qui dalle influenze del guitar pop con influenze 60's dei dischi precedenti, a tratti vicino a quello degli smiths, presentando un lavoro vicino al baggy sound di Manchester, ovvero a quella scena denominata ''Madchester'' allora alla ribalta delle cronache musicali, ma rimanendo lontano dalle sfumature acide di gruppi come gli Happy Mondays, solare e sempre piacevolmente pop. Formatisi a Manchester nel 1982, i James sono stati spesso accostati ai concittadini Smiths, di cui sono stati spesso considerati fra gli eredi, mostrando in effetti notevoli affinita' con essi, sebbene il loro sound fosse meno brumoso di gran parte del materiale prodotto dal gruppo di Morrissey; dopo alcuni singoli underground su Factory e l'album d'esordio su Sire ''Stutter'' (1986), prodotto da Lenny Kaye, raggiungono un notevole successo in patria negli anni '90, quando pubblicano una vasta discografia su Fontana/Mercury, aprendosi via via al baggy sound ed a collaborazioni con Eno (nell'ambizioso album ''Laid'' del 1993), per poi sciogliersi nel 2001 e riformarsi nel 2007 per un nuovo album.
James
Seven (expanded 2lp)
lp2 [edizione] nuovo stereo eu 1992 fontana / mercury / umc
punk new wave
punk new wave
Ristampa ampliata a doppio album, con l' inserimento di una traccia, "Next Lover", originariamente assente nella versione vinilica del disco, ma presente solo nella versione in cd. Pubblicato nel febbraio del 1992 dalla Fontana in Gran Bretagna, dove giunse al secondo posto in classifica, ed un mese dopo dalla Mercury negli USA, ''Seven'' e' il quinto album dei James, uscito dopo ''Gold mother'' (1990) e prima di ''Laid'' (1993). Uno dei lavori piu' apprezzati del gruppo inglese ed il primo album ad entrare nella top ten in patria, ''Seven'' coniuga liriche ambiziose con un approccio musicale diretto ed accessibile, con un pop rock chitarristico fluido e sognante che ricorda gli U2 di fine anni '80 e che si contraddistingue per la tromba di Andy Diagram, mentre vengono messe quasi del tutto in disparte le venature baggy del 33 giri precedente. Formatisi a Manchester nel 1982, i James sono stati spesso accostati ai concittadini Smiths, di cui sono stati spesso considerati fra gli eredi, mostrando in effetti notevoli affinita' con essi, sebbene il loro sound fosse meno brumoso di gran parte del materiale prodotto dal gruppo di Morrissey; dopo alcuni singoli underground su Factory e l'album d'esordio su Sire ''Stutter'' (1986), prodotto da Lenny Kaye, raggiungono un notevole successo in patria negli anni '90, quando pubblicano una vasta discografia su Fontana/Mercury, aprendosi via via al baggy sound ed a collaborazioni con Eno (nell'ambizioso album ''Laid'' del 1993), per poi sciogliersi nel 2001 e riformarsi nel 2007 per un nuovo album.
James etta
Rocks the house (+3 tracks)
Lp [edizione] ristampa stereo eu 1964 jackpot / universal
[vinile] Excellent [copertina] Excellent soul funky disco
[vinile] Excellent [copertina] Excellent soul funky disco
copia ancora incellophanata, ristampa del 2021, in vinile 180 grammi, distribuita in Spagna nell' ambito della collana di pubblicazioni "Blue En Vinilo", con copertina pressoche' identica alla prima rara tiratura ma con tre bonus track (''Ain't that lovin' you baby'', ''All I could do is cry'' e ''I just want to make love to you'', poste alla fine della seconda facciata). Originariamente pubblicato nel 1964 dalla Argo, giunto al 96esimo posto nella classifica billboard 200 americana, il primo album dal vivo della cantante americana, uscito fra gli album in studio ''Etta james top ten'' (1963) e ''The queen of soul'' (1965). Registrato nel 1963 al New Era Club di Nashville, immortala una Etta James in forma stellare, ed e' considerato dalla critica uno dei migliori album dal vivo della storia del blues. Il canto di Etta e' ora dirompente ora carismatico ed impositivo, attraverso un set di brani suonati con altissima energia, e nei quali il blues e contaminato dal soul e dal rock'n'roll. Questa la scaletta: ''Something's got a hold on me'', ''Baby what you want me to do'', ''What'd I say'', ''Money'', ''Seven day fool'', ''Sweet little angel'', ''Ooh poo pah doo'', ''Woke up this morning''. Jamesetta Hawkins e' una delle piu' grandi cantanti di R&B, Soul e Blues di sempre. Figlia di una ragazza di colore e di un italiano, nata a Los Angeles, inizia a cantare gospel da bambina. Nel 1950, a San Francisco, forma un gruppo vocale con delle amiche e, scritturata da Johnny Otis, incide a Los Angeles "Roll With Me Henry" (nota anche come ''The wallflower'' e ''Dance with me Henry'') insieme a Richard Berry; il pezzo e' una sorta di risposta alla "Work With Me Annie" di Hank Ballard & The Midnighters. La sua vita e' stata segnata da lunghe fasi di depressione e dedizione a droghe pesanti, ma periodicamente e, nell'arco della intera sua carriera, ha regalato al nostro ascolto alcuni tra i piu' grandi capolavori dello r'n'b, in seguito riproposti da decine di artisti.
Jamie xx
In colour
Lp [edizione] nuovo stereo eu 2015 young turks
indie 2000
indie 2000
ristampa rimasterizzata. copertina con finestra ritagliata, adesivo su cellophane, inner sleeve, etichetta custom grafica multicolore, scritte bianche. Pubblicato dalla Young Turks agli inizi del giugno 2015, dopo "We're new here" (11), il secondo album per Jamie Smith degli XX. Da considerarsi come il debutto vero e proprio per il talentuoso produttore inglese ("We're new here" presenta remixes di Gil Scott Heroin), quest'album e' stato prodotto dallo stesso Smith insieme a Four Tet: il suono che ne deriva e' un mix elettronico, accattivante ed originale, di house, Uk garage, noise, dubstep e trip hop, miscela personale e sfaccettata in cui Smith mette in risalto pulsazioni sognanti, sequenze trasversali, scie dance e fraseggi anche acustici. Alcune tracce ricordano gli Xx ("Stranger in a room" e "Loud places" con Romy madley Croft alla voce su tutte), altre presentano possibili rimandi verso il dubstep minimale di Burial. Jamie Smith, aka Jamie XX e' un giovane produttore inglese, conosciuto sia per far parte degli Xx, sia per il vari lavori di remixes (fra cui Hot Chip, Burial e Four Tet e Gil Scott Heroin). Gli Xx salgono alla ribalta dopo il debutto eponimo del 2009, il cui suono è definito da loro stessi notevolmente influenzato da bands come i Young Marble Giants, Japan e Glass Candy; dopo 2 covers, "Teardops" dei Womack & Womack's e "Hot like fire" dei Aaliyah, bonus track nell'esordio eponimo, e la pubblicazione del primo singolo "Crystalised", vengono messi sotto contratto dalla Rough trade. Escono "Xx" (09) cui segue "Coesist" tre anni dopo.
Jamiroquai
emergency on planet earth
lp2 [edizione] nuovo stereo eu 1993 sony
indie 90
indie 90
Ristampa in doppio vinile 180 grammi, copertina apribile. Il debutto su album, originariamente pubblicato nel giugno 1993, che farà conoscere al grande pubblico la band inglese grazie ad il suo crossover funky / acid-jazz con testi sociali ed ecologisti. Nr.1 in classifica in UK. Guidati dall'istrionico cantante e paroliere di Manchester Jason Kay, i Jamiroquai si formano a Londra nel 1992. Presto notati dalla Sony, diventano uno dei gruppi principali del cosiddetto ''acid jazz'' in voga in Gran Bretagna durante quel periodo, ottenendo notevoli successi in tutto il mondo con la loro miscela di dance, soul e funk, riecheggiante gli anni '70. I loro primi sei album raggiungono tutti la top 3 in patria: dopo l'esordio di ''Emergency on planet earth'' (1993), esce ''The return of the space cowboy'' (1994), considerato da molti il loro album migliore. ''Travelling without moving'' vede la luce nel 1996 prima del quarto lp ''Synkronized'' (1999). L'attivita' del gruppo prosegue oltre l'inizio del nuovo secolo, mentre Jason Kay finisce per restare l'unico membro costante del gruppo dai tempi della sua fondazione.
Jane's addiction
live and profane 1986-87 (ltd. orange)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1986 room on fire
punk new wave
punk new wave
Edizione limitata in vinile arancione; realizzazione private press della Room on Fire, questo album contiene dodici brani registrati dal vivo in due diverse occasioni: sul lato A abbiamo la straordinaria testimonianza del concerto eseguito al Pyramid di Hollywood, Los Angeles, il 13 novembre 1986, quando ancora non era uscito il primo album della band, sette brani di notevole qualita' di registrazione, con una "My Time" acustica (dal breve set acustico con cui all' epoca la band apriva i concerti per solito) e le esplosive "Whores", "Pigs in Zen", "Ain't No Right", "I Would For You", "Idiots Rule" e "Trip Away". Sul lato B, caratterizzato da una qualita' sonora molto buona, cinque brani dal concerto effettuato all' Arcadia Theater di Dallas, Texas, il 27 novembre 1987. Un gruppo selvaggiamente intento a sperimentare brani gia' personalissimi e caratterizzati da una attitudine psicoticamente psichedelica che rende personalissimo il loro approccio. I Jane's Addiction si formano nel 1985 quando Perry Farrell, allora vocalist del gruppo Psi Com, conosce Eric Avery, bassista che gli era stato presentato per coprire il posto vacante nel suo gruppo d'origine, questo incontro segna la fine degli Psi Com e, con l'arrivo del batterista Stephen Perkins e del chitarrista Dave Navarro, la formazione dei Jane's Addiction prende vita. Il loro moniker, la tossicodipendenza di Jane, fa riferimento alla situazione di una loro amica (Jane Bainter), a cui dedicheranno in seguito la ballata Jane Says, considerato uno dei capolavori assoluti del gruppo. Nonostante il quartetto abbia realizzato solo due album in studio ed uno dal vivo, l'effetto che questi lavori ebbero sulla musica rock ed alternativa fu notevole: diventarono il manifesto di una nuova ondata di artisti e musicisti che tentavano di evadere dagli stretti confini della musica rock tradizionale, per riuscire ad esprimere le loro creazioni sia dal punto di vista musicale che teatrale. Caratterizzati dalle ripetitive e primitive linee di basso di Avery (il suo modello era Peter Hook dei Joy Division), dalla ritmica tribale di Perkins, dalla chitarra hendrixiana di Navarro e dalla voce acuta di Farrell, il gruppo divenne di casa nei club di Hollywood, e genero' un seguito di culto. Distorsione, fragore, compattezza, folle linearita' accompagnata da un basso regolare, da riff urticanti e da una batteria rumorosa, la voce di Farrell spesso usata come mero strumento aggiunto, sono gli elementi del sound dei Jane's Addiction. Siamo negli anni immediatamente precedenti all'esplosione del suono di Seattle (altrimenti detto grunge) e i Jane's Addiction anticipano le sonorita' di gruppi come Pearl Jam e Alice in Chains. I Jane's Addiction sono stati un gruppo anarchico e libertario, animato da una vena di genuina rabbia e devastazione, iconoclasti del rock capaci pero' di rendere rispettosi omaggi alle proprie radici, pur non avendo sostanzialmente creato nulla di nuovo, sono stati in grado di rielaborare e metabolizzare decenni di musica in un impasto sonoro dalla potenza terrificante, ma capace anche di delicatezze e raffinatezze estreme, sono stati il perfetto gruppo di sintesi tra gli anni Settanta ed i Novanta, ideale anello di congiunzione tra due decenni cosi' diversi (eppure cosi' simili) con la cerniera del punk, una musica indimenticabile e di ampio respiro, che resta scolpita in tre soli album capaci di marchiare indelebilmente un decennio.
Jane's addiction / mephisto waltz (+ others)
Mephisto demos
LP2 [edizione] originale stereo usa 1990 groove
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
Vinile doppio, copertina (con davvero lievissimi segni di invecchiamento) lucida fronte retro e con barcode, label verde con scritte nere e logo Groove nero in alto, catalogo JANAD-01. Molto rara pubblicazione private press del 1990, accreditata ai Jane's Addiction sulla copertina, questo album contiene preziosi brani demo dei Jane's Addiction sulla prima facciata, e registrazioni di altre oscure formazioni dell' underground di Los Angeles e dintorni di metà anni '80, fra cui i Cygnet, che avevano in formazione Allan Aguirre degli Scaterd-Few, i Mephisto Waltz, formati nel 1986 da alcuni ex membri dei Christian Death, i Pissed Off Krishnas From Hell e Brian Woodbury, eclettico compositore e band leader che si muove fra jazz, pop eccentrico e country. I Jane's Addiction sono presenti con cinque grezze versioni di brani poi apparsi sui loro albums ufficiali. Non omogenea, ma complessivamente più che discreta, la qualità sonora. Questa la scaletta: Jane's Addiction, "Jane Says", "Pigs In Zen", "Mountain Song", "I Had A Dad", "I Would For You"; Cygnet, "Fighting Back", "Forever Or Never", "Holding Stare"; Mephisto Waltz, "Mephisto Waltz, Pt. 1", "Mephisto Waltz, Pt. 2"; Pissed Off Krishna From Hell, "Pissed Off Krishnas From Hell, Pt. 1", "Pissed Off Krishnas From Hell, Pt. 2", "All New Pasteurized"; Unknown, "Unknown"; Pissed Off Krishnas From Hell, "Minglewood Blues"; Brian Woodbury, "All White People Look Alike". I Jane's Addiction si formano nel 1985 quando Perry Farrell, allora cantante del gruppo Psi Com, conosce Eric Avery, bassista che gli era stato presentato per coprire il posto vacante nel suo gruppo d'origine: questo incontro segna la fine degli Psi Com e, con l'arrivo del batterista Stephen Perkins e del chitarrista Dave Navarro, prende vita la formazione dei Jane's Addiction. Nonostante che il quartetto abbia realizzato solo due album in studio ed uno dal vivo, l'effetto che questi lavori ebbero sulla musica rock ed alternativa fu notevole: diventarono il manifesto di una nuova ondata di artisti e musicisti che tentavano di evadere dagli stretti confini della musica rock tradizionale come da quelli dello hardcore punk, per riuscire ad esprimere le loro creazioni sia dal punto di vista musicale che teatrale. Caratterizzati dalle ripetitive e primitive linee di basso di Avery (il suo modello era Peter Hook dei Joy Division), dalla ritmica tribale di Perkins, dalla chitarra hendrixiana di Navarro e dalla voce acuta ed incisiva di Farrell, divennero di casa nei club di Hollywood ed attirarono un seguito di culto. Potenza, lirismo, richiami allo hard rock, al funk, alla psichedelia, la voce di Farrell spesso usata come mero strumento aggiunto, sono gli elementi del sound dei Jane's Addiction. Siamo negli anni immediatamente precedenti all'esplosione del suono di Seattle (altrimenti detto grunge) e i Jane's Addiction anticipano le sonorita' di gruppi come Pearl Jam e Alice in Chains. I Jane's Addiction sono stati un gruppo anarchico e libertario, animato da una vena di genuina rabbia e devastazione, iconoclasti del rock capaci pero' di rendere rispettosi omaggi alle proprie radici, pur non avendo sostanzialmente creato nulla di nuovo, sono stati in grado di rielaborare e metabolizzare decenni di musica in un impasto sonoro dalla potenza terrificante, ma capace anche di delicatezze e raffinatezze estreme, sono stati il perfetto gruppo di sintesi tra gli anni Settanta ed i Novanta, ideale anello di congiunzione tra due decenni cosi' diversi (eppure cosi' simili) con la cerniera del punk, una musica indimenticabile e di ampio respiro, che resta scolpita in tre soli album capaci di marchiare indelebilmente un decennio.
Jarrett keith
My song
Lp [edizione] nuovo stereo ger 1978 ecm
jazz
jazz
vinile 180 grammi high quality. Copertina liscia a busta senza codice a barre, con foto lucide sul fronte e sul retro, label verde con scritte argento. Pubblicato dalla ECM nel 1978, inciso nel novembre del 1977 ai Talent Studios di Oslo con formazione a quattro composta da Keith Jarrett (pianoforte, percussioni), Jan Garbarek (sax soprano, sax tenore), Palle Danielsson (contrabbasso) e Jon Christensen (batteria). Una delle piu' famose ed apprezzate collaborazioni fra Keith Jarrett e Jan Garbarek, questo lp contiene la celebre composizione ''My song''; il quartetto propone un jazz melodico e caldo, con assoli toccanti ed un'atmosfera rilassata e lievemente malinconica. Questa la scaletta dei brani: ''Questar'', ''My song'', ''Tabarka'', ''Country'', ''Mandala'', ''The journey home''. Uno dei maggiori talenti del pianoforte mai espressi dal jazz, Jarrett nacque in una famiglia multietnica ed appassionata di musica, suono' nel corso degli anni '60 con Tony Scott, i Jazz Messengers, Il popolare Charles Lloyd Quartet, per poi approdare alla fine del decennio nel giro di Miles Davis e partecipare con lui alla nascita del jazz elettrico (1969-71). Dall'inizio degli anni '70 intraprende una carriera solista che lo portera' al successo ed alla fama, cimentandosi anche con la musica classica nel corso degli anni '80.
Jawbox (Government Issue)
For your own special sweetheart
Lp [edizione] originale stereo ger 1994 city slang
[vinile] Excellent [copertina] Excellent indie 90
[vinile] Excellent [copertina] Excellent indie 90
L' originale rara stampa europea, pressata dalla tedesca City Slang, copertina lucida con barcode, completa di inserto con foto, testi e crediti, etichetta custom, catalogo EFA 04932-1. Pubblicato nel 1994, il terzo album della band di Washington D.C., pubblicato nel 1994 dalla Atlantic in Cd, ed in vinile dalla DE Soto in Usa e dalla City Slang in Europa, dopo "Novelty" (1992) e prima di "Jawbox" (1996). Il capolavoro del gruppo (l' autorevole Flex gli assegna addirittura un raro 10 come voto!), e' un album che si muove con grande isporazione d un suono maturo e compatto fra hardcore e aperture melodiche e dissonanze, con pezzi vari dal punto di vista stilistico, ma uniti da una straordinaria interazione fra gli strumenti. Formatisi a Washington D.C. nel 1989 sotto la guida di J. Robbins (ex Government Issue), i Jawbox si guadagnano presto la stima della scena locale e della critica con il loro hardcore melodico influenzato piu' dagli Husker Du e dai gruppi di Chicago che dai gruppi della fervida scena della capitale statunitense. Dopo due album pubblicati dalla Dischord, "Grippe" (1991) e "Novelty (1992), il gruppo tenta la strada delle major discografiche firmando un contratto con la Atlantic e pubblicando due ulteriori lp, "For your own special sweetheart" (1994) e "Jawbox" (1996), che a dispetto della pubblicazione su major sono apprezzati e considerati da alcuni i loro migliori lavori. Il gruppo si scioglie nel 1996.
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