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Webster ben / johnny hodges
Complete 1960 sextet jazz cellar session (ltd. 180 gr.)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1960 waxtime
jazz
jazz
Edizione limitata in vinile da 180 grammi, label nera con scritte bianche ed arancio, catalogo 771721. Pubblicato nel 2011 dalla WaxTime, questo album contiene le registrazioni complete effettuate al Jazz Cellar di San Francisco il 22 novembre del 1960 dal gruppo composto da Ben Webster (sax tenore), Johnny Hodges (sax alto), Lou Levy (pianoforte), Herb Ellis (chitarra), Wilfred Middlebrooks (contrabbasso) e Gus Johnson (batteria); si tratta dell'unica sessione conosciuta in cui Webster e Hodges suonano insieme ed al tempo stesso sono i soli due ottoni della formazione. Un delizioso, soave ed elegante set di swing guidato da due dei massimi maestri dello stile. Questa la scaletta: "Ben's Web", "Side Door (Don't Kid Yourself)", "Blues'll Blow Your Fuse", "I Can't Believe That You're In Love With Me", "Dual Highway", "Big Ears", "Shorty Gull", "Ifida", "Big Smack", "I'd Be There", "Just Another Day", "Lollalagin Now". Considerato uno dei massimi sassofonisti tenori dell'era swing, insieme all'ispiratore Coleman Hawkins ed a Lester Young, Ben Webster (1909-1973) era apprezzato per lo stile ruvido e robusto che al tempo stesso sapeva trovarsi a suo agio in ambientazioni lente e romantiche. Suono' in numerose orchestre swing negli anni '30 e '40 e la sua prima partecipazione di grande rilievo fu in quella di Bennie Moten nel 1932. Suono' anche con Fletcher Henderson e Benny Carter, prima di diventare membro dell'orchestra del grande Duke Ellington negli anni '40. Si trasferi' in Europa nel 1964, trascorrendovi gli ultimi anni di vita e continuando ad incidere ed a esibirsi. Uno dei piu' grandi alto-sassofonisti della storia del jazz, in particolare della fase swing, Johnny Hodges (1907-1970) era eccezionale soprattutto nelle ballate. Ispirato in gioventu' da Sidney Bechet, con il quale suono' in gioventu', Hodges e' legato in particolare all'orchestra di Duke Ellington, di cui fu uno dei piu' importanti e longevi collaboratori: entro' nel gruppo nel 1928, restandovi fino al 1951, per poi formare un proprio ensemble, ma torno' con Duke nel 1955.
Weeds (lollipop shoppe)
just colour
Lp [edizione] nuovo mono usa 1968 mississippi
rock 60-70
rock 60-70
Ristampa del 2023, rimasterizzata, copertina senza barcode pressoche' identica alla prima molto rara tiraturra uscita in Usa nel 1968 su Uni, ma accreditata alla band con il suo vero nome di Weeds, e non Lollipop Shoppe, con note aggiornate sul retro. Pubblicato in Usa nel settembre del 1968, "Just Colour" l' unico album della grande band garage-psichedelica americana di Las Vegas, capitanata da Fred Cole - il loro manager Lord Tim, era lo stesso dei Seeds. Un album realmente indispensabile per chi e' dentro al suono di confine tra garage e psichedelia. Un giorno qualcuno erigera' un monumento a Fred Cole, californiano basato a Portland, Oregon, alla guida prima dei grandissimi Lollipoppe Shoppe (nati a loro volta dalle ceneri dei Weeds, autori nel 1966 di un singolo e poi nel 1971 riesumati per un secondo ed ultimo 45 giri), poi degli Zipper e dei King Bee negli anni '70, quindi dei Rats, dei grandi Dead Moon e dei Pierced Arrows. "Just Colour" e' un disco grezzo e distorto, dall' approccio quasi garage, fortemente caratterizzato dalla particolarissima voce di Cole, a tratti vicina a quella di Roky Erickson dei 13th Floor Elevators, gruppo a cui i Lollipop Shoppe possono essere accostati, oltre ai Love di Arthur Lee; uno dei classici della psichedelia americana, aperto da un brano, "You Must Be A Witch", che basterebbe da solo a renderlo indispensabile.
Weeds (lollipop shoppe)
just colour (+ 2 bonus 7" ep)
Lp [edizione] nuovo mono usa 1968 mississippi
rock 60-70
rock 60-70
Imperdibile ristampa limitata del 2023, rimasterizzata, copertina senza barcode pressoche' identica alla prima molto rara tiraturra uscita in Usa nel 1968 su Uni, ma accreditata alla band con il suo vero nome di Weeds, e non Lollipop Shoppe, con note aggiornate sul retro; soprattutto, questa ristampa contiene anche due 7"ep: il primo e' contenuto in una copertina che replica quella del secondo ed ultimo singolo a nome Weeds, uscito nel 1971, ma contiene non solo i due brani di quel singolo, "No Good News" e "Stop", ma anche i due brani del primo singolo del 1966, originariamente privo di picture sleeve, "It's Your Time" e la cover di "Little Girl" dei Them); il secondo 7"ep e' contenuto nella copertina del primo dei due singoli usciti a nome Lollipop Shoppe, nel 19687, ma sarebbe stato superfluo che contenesse i due brani originari, gia' nell' album "Just Colour" qui riproposto, e quindi vi troviamo i due brani del secondo ed ultimo singolo a nome Lollipop Shoppe, pubblicato dalla Shamley nel 1969, "Someone I Knew" e "Through My Window", ed i due brani dei Lollipop Shoppe contenuti originariamente nella colonna sonora "Angels From Hell" pubblicata dalla Tower nel 1968. Pubblicato in Usa nel settembre del 1968, "Just Colour" l' unico album della grande band garage-psichedelica americana di Las Vegas, capitanata da Fred Cole - il loro manager Lord Tim, era lo stesso dei Seeds. Un album realmente indispensabile per chi e' dentro al suono di confine tra garage e psichedelia. Un giorno qualcuno erigera' un monumento a Fred Cole, californiano basato a Portland, Oregon, alla guida prima dei grandissimi Lollipoppe Shoppe (nati a loro volta dalle ceneri dei Weeds, autori nel 1966 di un singolo e poi nel 1971 riesumati per un secondo ed ultimo 45 giri), poi degli Zipper e dei King Bee negli anni '70, quindi dei Rats, dei grandi Dead Moon e dei Pierced Arrows. "Just Colour" e' un disco grezzo e distorto, dall' approccio quasi garage, fortemente caratterizzato dalla particolarissima voce di Cole, a tratti vicina a quella di Roky Erickson dei 13th Floor Elevators, gruppo a cui i Lollipop Shoppe possono essere accostati, oltre ai Love di Arthur Lee; uno dei classici della psichedelia americana, aperto da un brano, "You Must Be A Witch", che basterebbe da solo a renderlo indispensabile.
Wein george and the newport all-stars
George wein and the newport all-stars (white label promo)
Lp [edizione] promozionale mono usa 1962 impulse!
[vinile] Excellent [copertina] Very good jazz
[vinile] Excellent [copertina] Very good jazz
la prima stampa americana, nella rara versione promozionale in mono, con etichetta bianca promozionale, copertina (con leggeri segni di invecchiamento, visibili per la maggior parte sul retro) cartonata apribile, laminata all'esterno, label bianca con fascia esterna nera e con quattro loghi Impulse lungo il bordo, catalogo A-31, scritta "van gelder" stampigliata sul trail off. Pubblicato nel 1963 dalla Impulse!, inciso a New York il 12 ottobre del 1962 da Ruby Braff (cornetta), Marshall Richard Brown (trombone a pistoni, tromba bassa), Pee Wee Russell (clarinetto), Bud Freeman (sax tenore), George Wein (pianoforte, celesta), Bill Takas (contrabbasso) e Marquis Foster (batteria), questo è uno dei più apprezzati album prodotti dalla formazione guidata da Wein, qui in una delle sue incarnazioni più solide e valide, che qui si cimenta in scoppiettanti e divertentissime interpretazioni di jazz di scuola dixieland e swing. Questa la scaletta: "At The Jazz Band Ball", "The Bends Blues", "Crazy Rhythm", "Slowly", "Ja-Da", "Keepin' Out Of Mischief Now", "Blue Turning Grey Over You", "Lulu's Back In Town". Originario di Boston, George Wein (1926-2021) è stato uno dei protagonisti del jazz della seconda metà del '900, non tanto come musicista (era comunque un competente pianista), ma come organizzatore: egli fu infatti uno dei fondatori del famoso festival jazz di Newport nel 1954, ed all'inizio degli anni '50 aprì a Boston l'importante club Storyville, rinomato punto di ritrovo del miglior jazz eastcoastiano, che dette il nome anche ad una casa discografica, sempre basata a Boston. Come musicista, Wein è ricordato come un valido pianista e band leader influenzato da Earl Hines e dedito principalmente agli stili dixieland e swing, pubblicando alcuni album, in particolare alla guida dei suoi Newport All-Stars.
Weinberg elyse
greasepaint smile (lost second album)
lp [edizione] nuovo stereo usa 1969 numerophon
rock 60-70
rock 60-70
copertina cartonata, senza barcode, adesivo di presentazione sul cellophane, etichetta nera ed argento. Uscito nel 2015, il magnifico secondo album "perduto" della talentuosissima ma sfortunata cantautrice canadese, autrice di un album di culto nel maggio 1969 su etichetta Tetragrammaton, dal titolo semplicemente "Elyse", e poi pressocche' scomparsa dalla cronache musicali; in realta' incise a breve distanza da quel disco altri due lavori: questo "Greasepaint Smile", inciso nel 1969, che finalmente vede la luce, ed un terzo "Purple Dream" nel 1970 di cui esiste un acetato rimasto inedito. L' artista canadese Elyse Weinberg aveva davvero tutti i numeri per entrare nella cerchia dei grandi cantautori del rock americano dell' epoca, la qualita' di scrittura, una rara sensibilita' interpretativa e persino qualche amicizia "giusta", come quella di un altro grande canadese, Neil Young, che nobilita' qui' con la sua chitarra la magnifica "Houses" (peraltro non necessariamente il brano piu' bello di un disco che rivela ascolto dopo ascolto uno straordinario livello dall' inizio alla fine), brano gia' noto da qualche anno perche' incluso insieme a "What You call It" (che apre questo disco) come contenuto bonus di una ristampa dell' lp d'esordio (da li' immediatamente le covers di "Houses" eseguite da Vetiver e Dinosaur Jr....). Ma non dalla sua fu il destino: nonostante la buona accoglienza del pubblico ricevuta dal primo album e la stima di tanti colleghi musicisti e della critica, che la paragono' a Joni Mitchell e Laura Nyro, una serie di episodi sfortunati, culminati nel fallimento della Tetragrammaton (e quindi dall' annullamento della pubblicazione di questo secondo disco), poi nell' allontanamento dall' amico Roy Silver che le aveva procurato un contratto con la Asylum per cui sarebbe dovuto uscire il terzo lavoro, resero pressocche' inevitabile l' uscita dalla scena di Elyse, autrice finalmente nel 2009, dopo l' interesse suscitato dalla ristampa del suo primo lavoro, di un nuovo album, dal titolo "In My Own Sweet Time". Tornando a "Greasepaint Smile", si tratta davvero di un piccolo capolavoro, che avrebbe certamente meritato un posto tra i classici minori del cantautorato americano di quegli anni che pure di grandi albums in questo filone ne ebbero tanti. Registrato con Neil Young, come detto, ospite in un brano, J.D.Souter alla batteria, un diciottenne Nils Lofgren alla chitarra in alcuni brani e Kenny Edwards al basso, tra gli altri, e con la produzione di David Briggs (gia'a l lavoro con Neil Young), il disco rivela rispetto all' esordio una notevole maturazione, in dieci brani di grande bellezza ed intensita', illuminati da una vena davvero personale, tra folk, blues, rock, perlopiu' scarni e talora delicatissimi, come l' acustica iniziale "What You Call It", o le solo apparentemente rilassate "Nicodemus" e "My, My, My", ma anche con episodi piu' rock e grandi sferzate di elettricita', come la gia' citata "Houses" o la sofferta "Collection Bureau". La Weinberg venne fuori dalla stessa scena di Toronto da cui nella meta' degli anni '60 erano emersi Neil Young, Gordon Lightfoot o Joni Mitchell; anche lei si trasferi' a Los Angeles, prima per andare a trovare proprio Neil Young, poi ospite dell' immancabile Mama Cass Elliott dei Mamas & Papas, che la introdusse nell' ambiente discografico, da cui il contratto con la Tetragrammaton. Il disco vendette anche abbastanza bene, giungendo sino al 31esimo posto della classifica americana e ricevendo ottimi riscontri di critica. Nel '69 la Weinberg registro' un secondo lavoro, "Grease Paint Smile", ma il fallimento della Tetragrammaton ne annullo' la pubblicazione. Poco dopo per la Asylum fu invece registrato il terzo anch'esso mai pubblicato album, prima di un lungo allontanamento dalle scene.
Wells Houston and the Marksmen
Western style
lp [edizione] originale mono uk 1963 parlophone
[vinile] Excellent [copertina] Very good rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Very good rock 60-70
Prima rara stampa inglese, in mono, copertina (con qualche segno di invecchiamento) laminata sl fronte e flipback sul retro su tre lati, pressata da Garrod & Lofthouse, etichetta "Parlophone yellow black", nera con logo giallo, con scritta lungo la circonferenza che inizia con ''The parlophone Co. Ltd'', CON ''Recording First Published 1963" a sinistra, e senza "Sold in the Uk...", catalogo PMC 1215. Pubblicato in Inghilterra nel 1963, l' unico album di Houston Wells and the Marksmen. Houston Wells nasce nel Northumberland inglese, a Newcastle Upon Tyne, ma dopo alcuni anni si trasferisce in Canada, a Vancouver. Qui inizia a suonare country e folk; successivamente nel 1959 torna in Inghilterra e qui si unisce ai Coasters, un gruppo strumentale; con loro incide "China Doll" / "This Song Is Just for You", un demo che cattura l' attenzione del celebre Joe Meek, che cambia il nome della band in Houston Wells And The Marksmen , denominazione con cui il gruppo incide il primo singolo, "This Song Is Just For You", nel 1962, seguito da "Shutters And Boards" /"North Wind". La band diviene popolarissima, e suona con Beatles, Billy J Kramer & The Dakotas, Jim Reeves, Johnny Cash, Hank Locklin, Roy Orbison, Carter Family, Lonnie Donegan, Carl Belew. Nel 1963 vede la luce il loro unico album, "Western Style", mix folle di country, screziato di suoni spaziali, pop, beat e r'nb, ma presto seguira' lo scioglimento, nel 1964, quando Meek rimpiazza i Marksmen con gli Outlaws. Il chitarrista Peter Martin Willsher sara' poi con Matthews' Southern Comfort, tra gli altri, ma anche autore di un album solista nel 1977 e di numerosi lavori cointestati ad altri musicisti.
Wells junior
You're tuff enough
Lp [edizione] nuovo stereo usa 1968 golden lane
blues rnr coun
blues rnr coun
Ristampa del 2016 ad opera della Golden Lane, pressoche' identica alla prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1968 dalla Mercury nel Regno Unito e dalla Blue Rock negli USA, uno dei primi album solisti di Junior Wells, successivo a ''Coming at you'' (1968) e precedente ''Sings live at the golen bear'' (1969). ''You're tuff enough'' suona come una vibrante sintesi fra il Chicago blues elettrico ed il funk soul del James Brown di fine anni '60, evidente in particolare nel cantato, ma anche nel groove strumentale. Il risultato e' un ibrido che forse scontentera' i puristi del blues ma che possiede una indubbia ispirazione ed una dirompente energia. Questa la scaletta: 01. YOU'RE TUFF ENOUGH 02. IT'S ALL SOUL 03. GONNA CRAMP YOUR STYLE 04. WHERE DID I GO WRONG 05. THAT'LL HOLD ME 06. SWEET DARLING, THINK IT OVER 07. UP IN HEAH 08. YOU'RE THE ONE 09. YOU OUT TO QUIT THAT 10. MESSING WITH THE KID 11. THE HIPPIES ARE TRYING 12. JUNIOR'S GROOVE. Uno dei piu' celebri armonicisti nella storia del blues postbellico, Amos Blackmore Jr. si stabilisce a Chicago nel 1941; di li' a poco sostituisce Little Walter nella Muddy Waters Band. Nel '53 ha il primo contratto discografico a suo nome per la States, che gli frutta quattro singoli incisi con musicisti del calibro di Elmore James, Johnnie Jones, i fratelli Myers, Otis Spann e Muddy Waters. Nel '57 incide per la Chief/USA, grazie all'interessamento di Willie Dixon, realizzando del materiale nell'allora piu' attuale stile "West Side" e cimentandosi piu' come cantante che armonicista. Nel '62 si esibisce allo "University Of Chicago's Blues Festival". Dopo il '63 inizia una piu' stretta collaborazione con Buddy Guy (che aveva conosciuto nel '57 durante un tour del gruppo di Muddy Waters) e due anni dopo incide con lui "Hoodoo man blues", considerato il suo capolavoro. Nel '66 e' in Europa con l' "American Folk Blues Festival"; in quello stesso anno approda alla Bright Star per la quale incidera', tra gli altri, "Up In Heah", suo famoso brano soul blues con il quale scalera' le classifiche. Nel '70 si associa a Buddy Guy, con il quale, nel settembre dello stesso anno, dividera' il cartellone con i Rolling Stones. Le frequentazioni con il mondo del rock si fanno piu' fitte ed il duo partecipa ai dischi di Bill Wyman, Eric Clapton e J. Geils Band. Poi il duo si separera' e Wells ritornera' nei primi anni '90.
Wells mary
Two sides of mary wells (ltd. numbered 180 gr. yellow vinyl)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1966 music on vinyl
soul funky disco
soul funky disco
Edizione limitata a 750 copie numerate sul retro copertina, in vinile da 180 grammi di colore giallo. Ristampa del 2023 ad opera della Music On Vinyl, pressoché identica alla prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1966 dalla Atlantic nel Regno Unito e dalla ATCO negli USA, dove non entrò in classifica, il settimo album solista in studio, successivo a "Mary Wells" (1965) e precedente "Servin' up some soul" (1968). Il suo unico album per la ATCO / Atlantic, prodotto dall'esperto Carl Davis, è un set di brani pop e soul, e contiene apprezzate interpretazioni di classici come "Satisfaction", "In the midnight hour" e "The boy from Ipanema". Lo stile non è lontano dal soul urbano della Motown, la voce della Wells combina raffinatezza pop ed energia e tensione soul. Questa la scaletta: "Satisfaction", "Love Makes The World Go Round", "In The Midnight Hour", "My World Is Empty Without You Babe", "Good Lovin'", "Dear Lover", "Where Am I Going", "Shangri-La", "On A Clear Day (You Can See Forever)", "The Shadow Of Your Smile", "The Boy From Ipanema", "Sunrise Sunset". Tra i primi fondamentali tasselli del grande successo della Motown, con Miracles, Temptations, Supremes e Four Tops, Mary Wells (sovente supportata perfettamente da brani composti per lei da Smokey Robinson), ha avuto i suoi primi grandi successi nel 1962 con "Two Lovers" e "You Beat Me to the Punch", per arrivare al suo più grande hit "My Guy" nel 1964; definita "The Queen of Motown", si separò dall' etichetta proprio nel 1964, proseguendo con molti successi minori per tutto il decennio ed allontanandosi dalle scene durante tutti gli anni '70, fino ad un comeback nel 1980, prima della sua prematura morte, avvenuta nel 1992, a soli 49 anni.
West
west
Lp [edizione] nuovo stereo usa 1968 epic
rock 60-70
rock 60-70
ristampa pressoche' identica alla prima rara tiratura, copertina senza barcode. Pubblicato dalla Epic nell' agosto del 1968, prima di "Bridges" (1969), non entrato nella top 100 delle classifiche americane, il primo album della band americana di Crockett, California, gruppo che, stando alle note sul retrocopertina, vedeva impegnato un numero variabile di componenti, da quattro a sei (conque sono ritratti sulla copertina), alcuni con un passato in garage band come We Five (Mike Stewart), Captain Zoom (Joe Davis e Ron Cornelius) o Guilloteens (ancora Joe Davis). L' album, da cui furono tratti i singoli "Just Like Tom Thumb's Blues" e "Step By Step", contiene una manciata di originali e varie covers, tra cui le celeberrime "Dolphins" ed "Everybody's Talking" di Fred Neil, "New England Winter" degli Stone Poneys, due brani di Dylan, le classiche "Four Strong Wings" e "Six Days On The Road". Ottimamente suonato, ed arricchito da una eccellente produzione e riuscite armonie vocali, propone una musica distesa e rilassata, a tratti sognante, tra folk, country e rock, dalle atmosfere a tratti westcoastiane. Ron Cornelius avrebbe pubblicato qualche anno dopo un album solista di country-rock (in cui suonano anche gli altri West Mike Stewart e Joe Davis), registrando anche in studio con Leonard Cohen e Bod Dylan, Bob Claire e Lloyd Perata avrebbero suonato con Carol Grimes (il primo anche con con Elvin Bishop), Jon Sagen con James Brown e Dave Van Ronk.
West coast pop art experimental band
part one
Lp [edizione] originale stereo usa 1967 reprise
[vinile] Very good [copertina] Very good rock 60-70
[vinile] Very good [copertina] Very good rock 60-70
prima rara stampa americana in stereo, copia con qualche segno di invecchiamento, copertina cartonata (con un nome scritto a pennarello sul fronte e sul retro), etichetta Reprise tricolore rosa, oro, verde, con un battello in alto a sinistra (con le inizialei dello stesso nome a pennarella su un lato), catalogoRS6247. Pubblicato nel 1967 prima di "Volume 2" e dopo "West Coast Pop Art Experimental Band". Non entrato nelle classifiche americane, ne' in quelle inglesi, il secondo album. Il primo propriamente distribuito e pubblicato dalla Reprise, e' certamente uno dei migliori lavori della psychedelia underground americana, album dai connotati particolari che mischia sperimentazione e pop, psychedelia e suoni folk rock, si compone di brani brevi della durata di 2 o 3 minuti, anche se molte sono le somiglianze con i gruppi del periodo, quali i Byrds, i Jefferson, e persino i Kinks, tra i brani moltissimi quelli da ricordare, "Transparent Day," la cover di P.F. Sloan "Here's Where You Belong" e "If You Want This Love", la barocca ed orchestrale "Will You Walk With Me", "Shifting Sands", con le chitarre effettatissime e distorte, "I Won't Hurt You", "Leiyla", la cover di Frank Zappa "Help, I'm a Rock", "1906", colonna sonora di un ''viaggio'' in acido, "I don't feel well" e "Scuse Me, Miss Rose", composizione di Bob Johnston, il produttore di Bob Dylan/Johnny Cash/Simon & Garfunkel". Un album bellissimo, degno di figurare tra i massimi esempi della psychedelia di grande epoca americana.
West coast pop art experimental band
vol. 2 (mono, color vinyl ltd.)
Lp [edizione] nuovo mono usa 1967 jackpot
rock 60-70
rock 60-70
ristampa ufficiale, ottenuta dai masters analogici originali nella loro versione in mono, EDIZIONE LIMITATA IN VINILE COLORATO, copertina senza barcode pressoche' identica a quella della originaria tiratura su Reprise. Pubblicato nel 1967 dopo "Part One" e prima di "A child's guide to good and evil", non entrato nelle classifiche Usa, ne' in quelle Uk, il terzo album. Assai piu' sperimentale e meno concentrato su brani di breve durata di quanto non fosse ''Part One'', rispetto a quello e' un lavoro dalla struttura piu' free e propriamente psychedelica ma anche assai piu' sperimentale, che tuttavia mantiene ancora un sapore ed uno spirito pop e melodico, come nella splendida "Smell of Incense" o nella bizzarra "Suppose They Give a War and No One Comes". Il compositore principale del gruppo, Bob Markley, si cimenta poi con un testo del 1936 di Franklin Roosevelt su un muro di chitarre in feedback, mentre in altri brani quali "In the Arena" e "Overture - WCPAEB Part II" prende campo la psichedelia free-form, ed in altri ancora la sperimentazione, come in "Buddha". Uno splendido lavoro di psichedelia, pubblicato nell'anno canononico del movimento, 1967, purtroppo ancora non sufficentemente considerato come il suo valore artistico imporrebbe. Formati dai fratelli Harris e Michael Lloyd nel 1964 quando erano ancora studenti all' Hollywood Professional School; Shaun e Danny erano i figli del conosciutissimo compositore classico Roy Harris, mentre Michael era una sorta di picolo genio, gia' al lavoro con i New Dimensions. Iniziano con il nome di The Laughing Wind, e registrano un 45 per la Tower Records ("Good To Be Around"/"Don't Take Very Much To See Tomorrow"). La formazione si allarga per i primi concerti, includendo John Ware p Hal Blaine e Jimmy Gordon mentre Bob Markley, allora gia' 30enne, viene inserito nella band su consiglio di Kim Fowley ma, come da sua stessa ammissione, Markley non era in grado di cantare ne' tantomeno suonare alcuno strumento, quindi quale fosse in questo periodo il suo ruolo nel gruppo rimane un mistero. La West Coast Pop Art Experimental Band era il primo gruppo di Los Angeles ad avere un light show oltre ad essere una delle principali attrazioni dell' Underground citatdino, con le Mothers Of Invention che aprivano come gruppo di supporto i loro concerti. I fratelli Dan Harris e Shawn Harris furono anche nei California Spectrum autori di alcuni 45 giri (talora con la partecipazione dell' altro WCPAEB Michael Lloyd), poi Shawn pubblichera' anche un lavoro solista nel 73 per la Capitol. La discografia piu' ricca e' pero' quella del talentuosissimo Michael Lloyd, che interrompera' periodicamente la sua partecipazione al progetto West Coast Pop Art Experimental Band per conflitti creativi con Markley, partecipando al progetto Fire Escape nel '67, pubblicando nel 68 un album con gli October Country per la Epic ed uno splendido album con gli Smoke per la Sidewalk, diversi lavori con la studio band Rubber Band per la GRT, partecipando in varia misura a lavori di St. John Green, American Revolution, A.B. Skhy e Grains Of Sand, spesso anche come arrangiatore e sovente in coppia con Kim Fowley.
West coast pop art experimental band
vol. 3 - a child's guide to good and evil (180 gr.)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1968 music on vinyl
rock 60-70
rock 60-70
ristampa del 2021, in vinile 180 grammi per audiofili, copertina pressoche' identica a quella della originaria tiratura su Reprise. Pubblicato dalla Reprise in Usa nel 1968, dopo "Vol.2" e prima di "Where is my daddy ?", il quarto album. E' l' episodio piu' vicino al rock californiano della fine degli anni 60 dell' intera loro produzione, ma con un tocco di stranezza ed originalita', memore della psichedelia del secondo e del terzo album, che e' spesso mancante nei gruppi del periodo. Il leader della band, Bob Markley, non si adagia certo su di una musica di routine, basta ascoltare la provocante e radicale 'Anniversary of World War III', interamente silenziosa, piu' vicina ad un episodio di John Cage che ad un comune album di rock and roll della L.A. del 1968, o la bellissima melanconica ballata 'Eighteen Is Over the Hill', dal testo oscuro e profetico. Formati dai fratelli Harris e Michael Lloyd nel 1964 quando erano ancora studenti all' Hollywood Professional School; Shaun e Danny erano i figli del conosciutissimo compositore classico Roy Harris, mentre Michael era una sorta di picolo genio, gia' al lavoro con i New Dimensions. Iniziano con il nome di The Laughing Wind, e registrano un 45 per la Tower Records ("Good To Be Around"/"Don't Take Very Much To See Tomorrow"). La formazione si allarga per i primi concerti, includendo John Ware p Hal Blaine e Jimmy Gordon mentre Bob Markley, allora gia' 30enne, viene inserito nella band su consiglio di Kim Fowley ma, come da sua stessa ammissione, Markley non era in grado di cantare ne' tantomeno suonare alcuno strumento, quindi quale fosse in questo periodo il suo ruolo nel gruppo rimane un mistero. La West Coast Pop Art Experimental Band era il primo gruppo di Los Angeles ad avere un light show oltre ad essere una delle principali attrazioni dell' Underground citatdino, con le Mothers Of Invention che aprivano come gruppo di supporto i loro concerti. I fratelli Dan Harris e Shawn Harris furono anche nei California Spectrum autori di alcuni 45 giri (talora con la partecipazione dell' altro WCPAEB Michael Lloyd), poi Shawn pubblichera' anche un lavoro solista nel 73 per la Capitol. La discografia piu' ricca e' pero' quella del talentuosissimo Michael Lloyd, che interrompera' periodicamente la sua partecipazione al progetto West Coast Pop Art Experimental Band per conflitti creativi con Markley, partecipando al progetto Fire Escape nel '67, pubblicando nel 68 un album con gli October Country per la Epic ed uno splendido album con gli Smoke per la Sidewalk, diversi lavori con la studio band Rubber Band per la GRT, partecipando in varia misura a lavori di St. John Green, American Revolution, A.B. Skhy e Grains Of Sand, spesso anche come arrangiatore e sovente in coppia con Kim Fowley.
Westbrook mike
Celebration (45 rpm)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1967 audio clarity
jazz
jazz
Ristampa del 2020, con vinile che gira a 45 giri, per una miglior qualita' di ascolto, copertina senza barcode pressoche' identica alla rara prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1967 dalla Deram in Gran Bretagna, il primo album ad uscire a nome Mike Westbrook Concert Band, precedente ''Release'' (1968). Inciso il 29 luglio ed il 5 agosto del 1967, con formazione composta da Mike Westbrook (pianoforte), John Surman (sax soprano, sax baritono, clarinetto basso), Mike Osborne (sax alto), Malcolm Griffiths (trombone), Harry Miller (contrabbasso), Alan Jackson (batteria), Dave Holdsworth (tromba, flicorno), Tom Bennellick (corno francese), Dave Perrottet (trombone a pistoni), George Smith (tuba), Dave Chambers (sax tenore, clarinetto) e Bernie Living (sax alto, flauto). Considerato uno dei piu' importanti album del hazz d'avanguardia ed orchestrale d'Inghilterra, ''Celebration'' venne registrato con alcuni dei piu' importanti protagonisti del jazz britannico, e rimane un'opera in cui Westbrook riesce a fondere una musica accessibile ed in larga parte melodica, carica di toni giocosi ma anche di profondo lirismo, con sfuggenti partiture dai risvolti talora astratti e vicini al post bop. Questa la scaletta: ''Pastoral'', ''Awakening'', ''Parade'', ''Echoes and heroics'', ''A greeting'', ''Image'', ''Dirge'', ''Portrait''. Ispirato da Duke Ellington, William Blake e Kurt Weill, il jazzista inglese Mike Westbrook e' uno dei maggiori esponenti nell'ambito delle big band del Regno Unito durante gli anni '60 e '70. Suona anche jazz rock all'inizio degli anni '70 con i Solid Gold Cadillac, tornando poi al jazz orchestrale e cimentandosi sovente con musiche per opere teatrali.
Westbrook mike concert band
Marching song vol. 1
Lp [edizione] originale stereo uk 1969 deram
[vinile] Excellent [copertina] Very good jazz
[vinile] Excellent [copertina] Very good jazz
prima molto rara stampa inglese, copertina (con qualche segno di invecchiamento) laminata sul fronte e liscia sul retro, con buco stereo-mono sul retro, pressata da Clout & Baker, ancora corredata della originaria inner sleeve della Decca/Deram bianca ed azzurra "stereo", etichetta bianca e rossa con scritte lungo la circonferenza in alto, senza logo "r" accanto al logo Deram, catalogo SML1047. Pubblicato nel 1969 dalla Deram nel Regno Unito, contemporaneamente al secondo volume (che ha numero di catalogo immediatamente superiore), questo è il primo volume della doppia opera "Marching song", accreditata alla Mike Westbrook Marching Band, è un'ambiziosa opera di jazz per big band sul tema della guerra e della vita del soldato: l'ensemble sembra voler trasporre in note musicali le atmosfere, le speranze, le nevrosi di una nazione in guerra, dall'entusiasmo (dalle venature sottilmente sinistre espresse dalle lievi dissonanze) di "Hooray!", alla confusione ed all'incertezza di chi si trova in mezzo ad un conflitto di "Other world", ma anche la apparente e lirica calma della pianistica "Landscape". Ispirato da Duke Ellington, William Blake e Kurt Weill, il jazzista inglese Mike Westbrook è uno dei maggiori esponenti nell'ambito delle big band del Regno Unito durante gli anni '60 e '70. Suona anche jazz rock all'inizio degli anni '70 con i Solid Gold Cadillac, tornando poi al jazz orchestrale e cimentandosi sovente con musiche per opere teatrali.
Westbrook mike concert band
Release
Lp [edizione] nuovo stereo rus 1968 audio clarity
jazz
jazz
Vinile da 180 grammi, copertina senza codice a barre. Ristampa del 2020 ad opera della Audio Clarity, pressoché identica alla rara prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1968 dalla Deram nel Regno Unito, il secondo album della Mike Westbrook Concert Band, successivo a "Celebration" (1967) e precedente il primo capitolo del dittico "Marching song" (1969). Inciso il 7 ed il 9 agosto del 1968 da Mike Westbrook (pianoforte), John Surman (sax baritono), Mike Osborne (sax alto), Bernie Living (sax alto), Nisar Ahmed Khan (sax tenore), Dave Holdsworth (tromba, flicorno), Malcolm Griffiths (trombone), Paul Rutherford (trombone), Harry Miller (contrabbasso) ed Alan Jackson (batteria). "Release" combina la vitalità festante e la coralità di molto jazz per big band con l'individualità del bop e del post bop, generando una scoppiettante dialettica fra improvvisazioni di gruppo e soliste fra i robusti assoli di trombone di Rutheford e Griffiths, il solido groove ritmico elaborato da Alan Jackson e Harry Miller (quest'ultimo poi con i Brotherhood Of Breath del sudafricano Chris McGregor), i ricami vivaci, talora al confine fra melodia e dissonanza, degli ottoni. Questa la scaletta: "The few (I)", "For ever and a day", "Lover man", "We salute you!", "The few (II)", "Folk song (I)", "Flying home", "Sugar", "Take me back (I)", "Rosie", "Who's who", "Gee baby, ain't I good to you?", "Can't get it out of my mind", "The girl from ipanema", "Folk song (II)", "Take me back (II)". Ispirato da Duke Ellington, William Blake e Kurt Weill, il jazzista inglese Mike Westbrook è uno dei maggiori esponenti nell'ambito delle big band del Regno Unito durante gli anni '60 e '70. Suona anche jazz rock all'inizio degli anni '70 con i Solid Gold Cadillac, tornando poi al jazz orchestrale e cimentandosi sovente con musiche per opere teatrali.
Whistler, Chaucer, Detroit, And Greenhill
unwritten works of geoffrey, etc.
lp [edizione] ristampa stereo uk 1968 fall out
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
Ristampa del 2006, ormai da tempo fuori catalogo, limitata in 1000 copie numerate sul retro (questa la numero 0524), in vinile vergine 180 grammi, copertina lucida pressoche' identica a quella della prima rara tiratura uscita in Usa su etichetta Uni. Texani di Fort Worth, si erano formati nel '67 con Scott Fraser ed Eddie Lively (gia' insieme nei Mods, autori di un singolo nel '66), ed ancora David Bullock e Phil White, qui' sotto gli pseudonimi rispettivamente di Benjamin Whistler, Geoffrey Chaucer, Nathan Detroit e Phillip Greenhill. Prodotto da un giovane Joseph "T-Bone" Burnett, "The Unwritten Works of Geoffrey, etc." e' un album di grande interesse, ambizioso e complesso nel suo mettere insieme folk, psichedelia, folk rock, in brani mai banali e caratterizzati da curatissime armonie vocali di stampo beatlesiano, e da arrangiamenti variegati e sorprendenti che conferiscono anche agli episodi minori del disco un notevole fascino, e si esaltano in una manciata di brani davvero splendidi, come la psichedelia sognante ed evocativa di "Day Of Childhood", esaltata da splendide chitarre vagamente byrdsiane, la delicatissima "Unpon Waking From the Nap", quel gioiellino "baroque folk" che e' "As Pure As The Freshly Driven Snow" o la conclusiva "Ready to Move", brano smaccatamente ispirato al folk inglese, ma iniettato di acido. Un disco meritevole assolutamente di una riscoperta, davvero molto sottovalutato. Di li' a poco Frazer, Bullock e White, sostituito il batterista Lively, formarono gli Space Opera, trasferendosi nel '71 a New York ed incidendo nel '73 per la Epic un unico album registrato in Canada. Nel 1969, invece, Lively suono' nell' unico album a nome John Howard Abdonor & the Involvement.
White josh
archive of folk music
Lp [edizione] originale stereo usa 1968 everest
[vinile] Excellent [copertina] Excellent blues rnr coun
[vinile] Excellent [copertina] Excellent blues rnr coun
prima stampa americana, copertina cartonata, etichetta arancio con logo e scritte nere, della raccolta uscita nei primi anni '70, catalogo EVFS209 sull' etichetta, FS209 sulla copertina, con otto composizioni di Josh White (1914-1969), uno dei piu' importanti fra i musicisti afroamericani che cercarono di coniugare il blues ed il gospel con lo show business intorno alla meta' del XX secolo. Dotato di una solida formazione nell'ambito della musica religiosa afroamericana e di una voce profonda e sensuale, Josh White si sposto' a New York dal sud degli States, riuscendo a suonare in prestigiosi club e sale da concerto e costruendosi un nutrito seguito fra i membri della classe media afroamericana, con il suo accattivante mix di blues, gospel e musica commerciale di classe. Negli anni '40 fu attivo nel movimento per i diritti civili degli afroamericani, fatto che gli procuro' alcuni problemi ed una cattiva fama nell'establishment americano. Dagli anni '50 in poi si esibi' soprattutto negli ambienti del folk. La scaletta di questo album comprende i seguenti brani: "Bon bon's", "What I want from you", "Git along home Cindy", "So soon", "green corn", "Bury me high", "Evil hearted me" e "Go way from my window".
White josh
josh white - archive of folk music
Lp [edizione] originale stereo usa 1964 everest archive of
[vinile] Excellent [copertina] Excellent blues rnr coun
[vinile] Excellent [copertina] Excellent blues rnr coun
prima stampa usa, copertina cartonata, etichetta arancio con logo e scritte nere, della raccolta uscita nei primi anni '70, catalogo EVFS209 sull' etichetta, FS209 sulla copertina, con otto composizioni di Josh White (1914-1969), uno dei piu' importanti fra i musicisti afroamericani che cercarono di coniugare il blues ed il gospel con lo show business intorno alla meta' del XX secolo. Dotato di una solida formazione nell'ambito della musica religiosa afroamericana e di una voce profonda e sensuale, Josh White si sposto' a New York dal sud degli States, riuscendo a suonare in prestigiosi club e sale da concerto e costruendosi un nutrito seguito fra i membri della classe media afroamericana, con il suo accattivante mix di blues, gospel e musica commerciale di classe. Negli anni '40 fu attivo nel movimento per i diritti civili degli afroamericani, fatto che gli procuro' alcuni problemi ed una cattiva fama nell'establishment americano. Dagli anni '50 in poi si esibi' soprattutto negli ambienti del folk. La scaletta di questo album comprende i seguenti brani: "Bon bon's", "What I want from you", "Git along home Cindy", "So soon", "green corn", "Bury me high", "Evil hearted me" e "Go way from my window".
White josh / carl sandburg
Josh white and carl sandburg
Lp [edizione] originale stereo uk 1965 society
[vinile] Very good [copertina] Very good blues rnr coun
[vinile] Very good [copertina] Very good blues rnr coun
Copia con leggeri segni di usura sulla copertina e con una piccola scritta a penna sul retro in alto a destra, e con qualche lieve segno di invecchiamento sul vinile, che provoca alcuni leggeri rumori di fondo all'ascolto (una parte di essi dovuta anche alla qualita' sonora dei vecchi 78 da cui i brani qui contenuti furono tratti), prima stampa inglese, copertina laminata sul fronte e liscia sul retro, flipback su tre lati sul retro, label nera con scritte argento e logo Society argentato in alto a destra, logo MCPS in riquadro a sinistra, catalogo SOC988. Pubblicato nel 1965 dalla Society in Gran Bretagna, questo album compila sulla prima facciata cinque brani dell'eclettico bluesman Josh White, mentre sulla seconda trovano spazio altrettanti brani interpretati da Carl Sandburg (1878-1967), poeta e musicista folk americano il cui lavoro musicale fu un'influenza sul folk revival statunitense degli anni '50 e '60. Tutti brani tratti da rari e gracchianti 78 giri! Questa la scaletta: Josh White, ''Motherless children (part 1)'', ''Hard time blues'', ''Monday, tuesday, wednesday'', ''Prison road'', ''Motherless children (part 2)''; Carl Sandburg, ''Boll weevil song'', ''Careless love'', ''Woven spirituals'', ''Foggy foggy dew'', ''The gallows song''. Nato nella Carolina del Nord nel 1914, figlio di un pastore protestante, Josh White inizia a girovagare per le strade d'America con Blind Lemon Jefferson; il suo stile, a differenza degli altri bluesmen della sua generazione, incorpora influenze dalla musica tradizionale di tutto il mondo riunendole in un caleidoscopio sonoro di grande originalita'. E' stato citato da Jorma Kaukonen come una delle massime influenze della chitarra della San Francisco dei primi anni '60. Scompare nel 1969.
White lightning (litter)
eagle ep
7" [edizione] originale mono usa 1968 american sound
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
ep in formato 7", contenente quattro brani; l' originale stampa, realizzata nel 1998 dalla etichetta americana American Sound Records, copertina con apertura in alto, senza barcode, etichetta custom celeste e rosso/marrone, foro al centro piccolo, catalogo AS-1007. Dopo l' ormai raro album "(Under the screaming double) Eagle", realizzato nel 2005, contenente registrazioni dei White Lightning, e dopo l' album "The lost studio album 1969" accreditato ai Lightning e pubblicato nel 1997, la American Sound Records continuo' con questo ep a scovare materiale di straordinario interesse del gruppo americano di Minneapolis, Minnesota, formato nel 1968 dal chitarrista Tom "Zip" Caplan, appena fuoriuscito dai grandissimi Litter nei quali aveva militato contribuendo ai magnifici loro due albums "Distortions" e "$ 100 Fine". Questo 7" contiene quattro brani registrati con la prima denominazione della band, White Lightning, denominazione con cui fu all' epoca pubblicato un solo bellissimo singolo nel 1968 su Hexagon (distribuito dalla Atco a livello nazionale nel 1969), i cui due brani, "Of Paupers and Poets" e "William", sono qui presenti (non erano stati inclusi nell' album "(Under the screaming double) Eagle"); ad essi si aggiunge "Bogged Down", gia' inclusa in quel disco, e l' altrimenti inedita "Eagle". Il percorso del gruppo li vide passare dall' hard rock ancora influenzato dal garage punk e dalla psichedelia ad una musica sempre piu' proiettata verso il nuovo decennio, perdendo pero' almeno in parte, dopo il cambiamento di nome in Lightning, l' efficacia e la personalita' delle prime incisioni come White Lightning, qui' splendidamente testimoniate. Questa band di Minneapolis, Minnesota, era guidata dal chitarrista Tom "Zip" Caplan; formati nel settembre del 1968 come White Lightning, poco dopo la fuoriuscita di Caplan dai grandissimi Litter nei quali aveva militato contribuendo ai magnifici loro due albums "Distortions" e "$ 100 Fine", avevano con quella denominazione pubblicato un bellissimo singolo ("William"/"Of Paupers and Poets"), oltre ad una buona quantita' di materiale rimasto a lungo inedito, fino alla pubblicazione nel 1995 del postumo "(Under the Screaming Double) Eagle". Dopo il cambiamento di nome in Lightning, registrarono in studio un album nel 1969 che rimase pero' inedito fino al 1996, quando venne pubblicato come "The Lost Studio Album", e finalmente il gruppo pubblico' il suo unico lp ufficiale nel 1970 per la Pickwick International, efficace testimonianza del loro ottimo hard rock chitarristico distorto. Il batterista Bernie Pershey (non presente nelle registrazioni effettuate come White Lightning) sara' presto nei Trilogy, autori di un album.
White lightning (litter)
thunderbolts of fuzz
lp [edizione] nuovo stereo usa 1968 riding easy
rock 60-70
rock 60-70
copertina senza barcode. Pubblicato nell' agosto del 2022, questo album pone ulteriore luce sulla prima e piu' eccitante fase della storia della band formata nel settembre del 1968 a Minneapolis, Minnesota, dal chitarrista Litter Tom "Zip" Caplan, appena uscito dai grandissimi Litter nei quali aveva militato contribuendo ai magnifici loro due albums "Distortions" e "$ 100 Fine". Il gruppo si chiamava all' epoca White Lightning e con quella denominazione realizzo' purtroppo un solo bellissimo singolo, cambiando poi nome in Lightning. Il percorso del gruppo li vide passare dall' hard rock ancora influenzato dal garage punk e dalla psichedelia ad una musica sempre piu' proiettata verso il nuovo decennio, perdendo pero' almeno in parte l' efficacia e la personalita' delle prime incisioni come White Lightning, qui' splendidamente testimoniate da 11 brani in gran parte inediti (non ci sono quindi i due episodi del singolo, e solo tre sono i brani in comune con l' ormai raro album postumo "White Lightning" uscito su American Sound nel 1995 (un quarto brano e' presente nei due dischi, ma in versioni radicalmente diverse). Questa la lista completa dei brani inclusi: Prelude To Opus IV / Hideaway / Born Too Rich / When A Man Could Be Free / 1930 / Borrowed And Blue / They’ve Got The Time / Riders In The Sky / Fantasy Days / Before My Time. Questa band di Minneapolis, Minnesota, era guidata dal chitarrista Tom "Zip" Caplan; formati nel settembre del 1968 come White Lightning, poco dopo la fuoriuscita di Caplan dai grandissimi Litter nei quali aveva militato contribuendo ai magnifici loro due albums "Distortions" e "$ 100 Fine", avevano con quella denominazione pubblicato un bellissimo singolo ("William"/"Of Paupers and Poets"), oltre ad una buona quantita' di materiale rimasto a lungo inedito, fino alla pubblicazione nel 1995 del postumo "(Under the Screaming Double) Eagle". Dopo il cambiamento di nome in Lightning, registrarono in studio un album nel 1969 che rimase pero' inedito fino al 1996, quando venne pubblicato come "The Lost Studio Album", e finalmente il gruppo pubblico' il suo unico lp ufficiale nel 1970 per la Pickwick International, efficace testimonianza del loro ottimo hard rock chitarristico distorto. Il batterista Bernie Pershey (non presente nelle registrazioni effettuate come White Lightning) sara' presto nei Trilogy, autori di un album.
White noise
an electric storm
lp [edizione] nuovo stereo uk 1969 island
rock 60-70
rock 60-70
ristampa pressoché identica alla prima tiratura su Island, copertina senza codice a barre, etichetta che riproduce l'originale island pink rim, vinile pesante. Pubblicato in Uk nel settembre del 1969 prima di '' white noise 2 '', non entrato nelle classifiche Uk ne' in quelle Usa dove usci' nel 1975. Il primo album. Magnifico e misconosciuto capolavoro uscito originariamente in uk nel 1969 su Island, unico vero album di un progetto poi resuscitato piu' volte David Vorhaus, figlio di un regista finito nelle "liste nere" del maccartismo e "fuggito" in inghilterra; lui era pero' solo una delle due menti dei White Noise insieme con Delia Derbyshire, da anni impegnata musicista e sperimentatrice di "electronic music", attivissima nell' ambito del cinema e della tv (gia' autrice della colonna sonora, nel '63, di "Doctor Who"). Non eseguirono mai concerti e mai rilasciarono interviste, e questo aiuta a spiegare come possa essere stato ignorato cosi' a lungo questo incredibile disco, esatto punto di incontro tra gli United States of America con la delicata sensibilita' del Van Dyke Parks di "Song Cycle", davvero magnifico nel suo mettere insieme un' attitudine decisamente psichedelica con una vena sperimentale brillantissima, aiutata dall' uso di una delle tastiere piu' avveniristiche dell' epoca, la EMS VCS3. Una delle bands piu' originali di tutto il decennio inglese, incredibilmente sottovaluti. Percussioni, voci e processori elettronici, brani dalla strutture aperte ed imprevedibili, vicini per attitudine anche a certa musica tedesca, ma anche straordinariamente moderni tanto da ricordare in maniera impressionante anche moderni gruppi quali Stereolab o Broadcast.
White noise
an electric storm
lp [edizione] nuovo stereo uk 1969 island
rock 60-70
rock 60-70
ristampa pressoché identica alla prima tiratura su Island, copertina senza codice a barre, etichetta che riproduce l'originale island pink rim, vinile pesante. Pubblicato in uk nel settembre del 1969 prima di '' white noise 2 '', non entrato nelle classifiche Uk ne' in quelle Usa dove usci' nel 1975. Il primo album. Magnifico e misconosciuto capolavoro uscito originariamente in uk nel 1969 su Island, unico vero album di un progetto poi resuscitato piu' volte David Vorhaus, figlio di un regista finito nelle "liste nere" del maccartismo e "fuggito" in inghilterra; lui era pero' solo una delle due menti dei White Noise insieme con Delia Derbyshire, da anni impegnata musicista e sperimentatrice di "electronic music", attivissima nell' ambito del cinema e della tv (gia' autrice della colonna sonora, nel '63, di "Doctor Who"). Non eseguirono mai concerti e mai rilasciarono interviste, e questo aiuta a spiegare come possa essere stato ignorato cosi' a lungo questo incredibile disco, esatto punto di incontro tra gli United States of America con la delicata sensibilita' del Van Dyke Parks di "Song Cycle", davvero magnifico nel suo mettere insieme un' attitudine decisamente psichedelica con una vena sperimentale brillantissima, aiutata dall' uso di una delle tastiere piu' avveniristiche dell' epoca, la EMS VCS3. Una delle bands piu' originali di tutto il decennio inglese, incredibilmente sottovaluti. Percussioni, voci e processori elettronici, brani dalla strutture aperte ed imprevedibili, vicini per attitudine anche a certa musica tedesca, ma anche straordinariamente moderni tanto da ricordare in maniera impressionante anche moderni gruppi quali Stereolab o Broadcast.
White tony joe
black and white
lp [edizione] nuovo stereo eu 1968 music on vinyl
rock 60-70
rock 60-70
ristampa in vinile 180 grammi per audiofili, pressocche' identica alla prima tiratura uscita su Monument nel 1968. Uscito prima del secondo "Continued", l' esordio del cantautore americano della Louisiana, disco curiosamente diviso tra una prima facciata di brani originali ed una seconda di covers. Registrato a Nashville e prodotto da Billy Swan, l' album contiene tra gli altri brani il singolo "Polk Salad Annie", che ebbe un notevole e graduale successo, partito dal Texas. L' album e' un efficacissimo viaggio nella tradizione musicale americana del sud, ricco di influenze blues, country e la musica Cajun della Louisiana, crogiuolo di per se' di musiche e tradizioni diverse. Definito come "one of the best swamp-folk-soul-funk of the era", un autentico gioiellino, caratterizzato anche dalla bella e profonda voce di Tony Joe White. Tra i brani della seconda facciata, le covers di "Whos Making Love" di Johnny Taylor e "Little Green Apples" di O.C. Smith, oltre alla gia' citata "Polk Salad Annie" e ad un' altro eccellente originale, "Soul Francisco". Proveniente da Goodwill in Louisiana da una famiglia di origini parzialmente cherokee, Tony Jow White e' forse piu' ricordato come compositore che come cantante, grazie a brani come ''Rainy day in Georgia'' e ''Willie and Laura Mae Jones'', fra gli altri, interpretati da vari musicisti. E' tuttavia anche un cantante solista, in possesso di una voce molto maschia che si districava fra pop, soul e country. Il suo primo album ''Black and white'' risale al 1969, primo espisodio di una discografia che prosegue oltre l'inizio del nuovo secolo.
Whitney marva (james brown)
Live and lowdown at the apollo
Lp [edizione] nuovo stereo usa 1969 polydor
soul funky disco
soul funky disco
Copertina senza codice a barre. Ristampa pressoché identica alla rara prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1969 dalla King negli USA, poco dopo il primo album in studio "It's my thing" (1969), e decenni prima del secondo "I am what I am" (2006), questo è il primo album dal vivo della grande cantante. Prodotto da James Brown e registrato in un tempio della musica afroamericana come lo Apollo Theatre con il supporto di una stellare formazione funk e r'n'b composta da storici collaboratori dello stesso Brown, "Live and lowdown" è un esplosivo set di torrido funk e r'n'b ad alta intensità, sostenuto da un groove tipicamente browniano, su cui la voce potente e carismatica della Whitney dà una performance trascinante, con un canto quasi a metà strada fra James Brown ed Aretha Franklin. Questa la scaletta: "Things got to get better (part 1)", "Thing got to get better (part 2)", "Foolish fool", "It's my thing", "I made a mistake (because it's only you) – part 1", "I made a mistake (because it's only you) – part 2", "Respect", "A talk with James Brown / You got to have a job (part 1) / You got to have a job (part 2)". Originaria di Kansas City, la cantante afroamericana Marva Whitney (1944-2012) pubblicò come solista un unico album in studio "It's my thing" (1969), giacché il precedente album "I Sing Soul", approntato nel 1968 non era stato pubblicato, ed il successivo disco sara' registrato dal vivo ("Live and lowdown at the Apollo", anch'esso uscito nel 1969). La Whitney, già voce femminile solista del gruppo dei Revue di James Brown nell'intero arco della sua permanenza nella band del "Godfather of Soul" (il quale produsse "It's my thing", oltre a figurare come compositore in parte degli episodi), tra il 1967 ed il 1969, subito prima che i Revue fossero soppiantati da quelli che divennero i JB's, con Lynn Collins voce solista al suo posto. Grandissimo il suono che la accompagnava, essendo la band di supporto la stessa dei dischi di Brown e la stessa che aveva dato vita ad una autentica rivoluzione copernicana nell' ambito della musica nera creando in sostanza il funky e definendone i canoni per gli anni a venire, grandissima la voce e la statura interpretativa dell Whitney, cantante energica e spesso graffiante non meno di Brown, capace di esaltarsi in episodi indiavolati e torridi ma efficacissima anche in scintillanti r'n'b. Nel 2006 inciderà con un gruppo funk giapponese, gli Osaka Monaurail, un secondo album in studio, "I am what I am".
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